10 dischi per scoprire il prog francese | Rolling Stone Italia
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10 dischi per scoprire il prog francese

L’opera apocalittica di gruppo destinato a fama mondiale, il cugino di ‘Tubular Bells’, una favola del Trecento, viaggi in terre immaginarie e altri album che hanno segnato il progressive anni ’70 d’oltralpe

10 dischi per scoprire il prog francese

I Magma a metà anni ’70

Foto: Michael Ochs Archives/Getty Images

Il prog non è stato solo un affare riguardante Italia, Regno Unito e Stati Uniti, la sua influenza ha creato scene in svariati angoli del pianeta. La Francia ad esempio è stata in grado di esibire, durante gli anni ’70, un panorama prog variegato. Caratteristica del prog francese è una teatralità decisamente spinta da parte di cantanti che non sono solo vocalist, ma veri attori musicali che con la loro espressività vanno a descrivere i mondi sonori messi in scena dai musicisti. C’è poi da segnalare una decisa propensione verso suoni dark. Un discorso a parte merita una supernova musicale che ha marchiato a fuoco l’avanguardia rock. Di chi sto parlando? Leggete la lista dei dieci indispensabili di questa eclettica scena (in ordine di pubblicazione) e lo capirete.

L’enfant assassin des mouches

Jean-Claude Vannier

1972

Jean-Claude Vannier è il musicista che ha dato vita alle orchestrazioni del capolavoro di Serge Gainsbourg Histoire de Melody Nelson. Nel suo esordio solista si prende la briga di esplorare un universo sonoro ampio e variegato, da momenti rumoristici che sfiorano la musique concrète a scaglie di funk psichedelico, fino ad aperture corali/sinfoniche degne dei Pink Floyd di Atom Heart Mother. Un caleidoscopio di idee da far girare la testa.

Mekanïk Destruktïw Kommandöh

Magma

1973

Ecco la supernova, il gruppo destinato a fama mondiale la cui musica totalmente personale altro non può essere definita se non devastante. In alternativa ci sarebbero termini come apocalittica, gigantesca, annichilente e via delirando. Enormi cori oscuri e una pazzesca macchina ritmica (a cura del leader Christian Vander e del bassista-monstre Jannick Top) schiacciano l’ascoltatore e lo portano sul pianeta Kobaïa, nella cui lingua prendono vita queste partiture ossessive e stranianti. Mekanïk Destruktïw Kommandöh: dei Carmina Burana per un mondo distopico.

Au-delà du délire

Ange

1974

Nel 1358 il contadino Godevin des Alouettes vive con la moglie Céline e lavora per il barone Henri De Valeran. Un giorno incontra Isaac, un alchimista che gli trasmette una serie di conoscenze e lo sprona a fomentare una rivolta per diventare un uomo libero. Verrà presto catturato dal barone che lo condannerà al rogo. A quel punto lo spirito di Godevin si farà osservatore della razza umana e della sua distruzione. Quando, nel XXV secolo, tornerà sulla terra si accorgerà che questa è di nuovo dominata dalla vegetazione e dagli animali, senza traccia umana. A quel punto il contadino incontra una cerva che si trasforma in una donna con le sembianze di Céline. Colonna sonora del tutto: prog genesisiano ultra-sinfonico e teatralità spinta agli eccessi, al di là del delirio.

Clearlight Symphony

Clearlight Symphony

1975

Clearlight Symphony si presenta come il Tubular Bells francese. Contiene due lunghe suite realizzate dal polistrumentista Cyrille Verdeaux con l’ausilio di mezza formazione dei Gong ed è pubblicato anch’esso da Virgin. L’album propone un prog decisamente più sinfonico ed elettronico rispetto a quello di Mike Oldfield, in un ricco calderone che mischia spunti classici, fusion e psichedelici. Peccato non abbia raggiunto nemmeno un centesimo del successo del suo ispiratore.

L’Araignée-Mal

Atoll

1975

Considerati da più parti come una delle migliori formazioni francesi, gli Atoll propongono una musica complessa ed elaborata che non risulta mai cervellotica. Gli arrangiamenti sono sofisticati ma melodici e potenti, con ampi riferimenti ai classici Yes e Genesis ma anche al jazz-rock al fulmicotone di band come Return To Forever. L’Araignée-Mal è il loro capolavoro con l’epica suite della seconda facciata a connotarsi come una delle vette del prog mondiale.

The Strands of the Future

Pulsar

1976

The Strands of the Future è il disco perfetto per chi ama il prog più onirico e rarefatto, con immaginifiche deviazioni space di marca floydiana. Su tutto un impalpabile Mellotron a impreziosire quattro grandi brani tra i quali spicca la suite omonima: 20 minuti fluttuanti che spalancano i cancelli della misteriosa Kadath di lovecraftiana memoria. L’unico rischio è quello di non fare più ritorno.

Avant qu’il ne soit trop tard

Mona Lisa

1977

Il terzo album dei Mona Lisa è uno dei punti culminanti della tradizione progressiva francese. La band è debitrice di un certo modo teatrale caro agli Ange, specie grazie al cantante-performer Dominique Le Guennec. Il suono si distingue per l’uso di svariati timbri tastieristici, per gli incredibili assoli di chitarra e una sezione ritmica solida e instancabile. Tra sinfonismo, sferzate hard e oasi folk, Avant qu’il ne soit trop tard evoca palchi in rovina, con il tenebroso Le Guennec a tirare i fili di grottesche marionette.

Ile de Fièvre

Shylock

1978

Gli Shylock sono i King Crimson (periodo ’73-74) francesi. Non nel senso che prendono spunto dalla band di Robert Fripp, ma perché ne sono la copia carbone. Si trattasse solo di questo non ci sarebbe un gran motivo di interesse, la cosa positiva è che i quattro sanno comporre in maniera ottimale brani sulla falsariga dei loro ispiratori. Il secondo lavoro rappresenta il punto più maturo della loro evoluzione, con una discreta propensione verso atmosfere avantgarde e jazz-rock e un tessuto sonoro ipercangiante che non lesina le consuete cascate di Mellotron che ogni prog-fan sogna.

Arachnoid

Arachnoid

1979

Una sorta di meeting tra gli Ange e i King Crimson più sperimentali con qualche riferimento a quello Zeuhl (un mix di neoclassicismo, romanticismo, modernismo e fusion) di cui i Magma sono i principali fautori. Gli Arachnoid ci mettono una bella dose di personalità in cinque brani tenebrosi e arrovellati che nonostante la complessità sanno affascinare. Musica da uno scantinato buio tramite il quale si accede ad altre dimensioni.

Symptôme - Dei

Flamen Dialis

1979

Se impazzite per opere fuori da ogni coordinata come Fetus e Pollution di Battiato, Symptome – Dei è l’album che fa per voi. Al pari degli esordi di Battiato questo misconosciuto capolavoro non si riesce prorpio a definirlo tanto astratte sono le composizioni in esso contenute. Un continuo bombardamento di sintetizatori e Mellotron per una serie di schizzi strumentali a base di melodie cubiste che evocano luoghi metafisichi, distanti anni luce da qualsiasi parvenza di realtà. Vera e propria musica dell’altrove.

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