È successo anche questo: il progressive rock, che durante la prima metà degli anni ’70 ha attecchito in maniera particolare nel nostro Paese, ha avuto una sua ampia propaggine religiosa. Non poche infatti sono state le band provenienti da ambienti cattolici che hanno provato a fondere le movimentate partiture del rock sinfonico con testi che si facevano carico di diffondere il messaggio cristiano. Sono spesso esperienze nate nelle comunità parrocchiali da parte di musicisti che si ritrovano per suonare nei vari oratori e che poi, con l’ausilio di etichette discografiche solitamente specializzate in musica ecclesiastica, hanno modo di incidere svariati album. Ciò allo scopo di avvicinare al culto il pubblico dei giovani col tramite della musica in quel momento più in voga (anche se il realtà molti di questi lavori escono quando l’impatto del prog è già smorzato).
Devo essere sincero, fino a qualche anno fa ignoravo che esistesse un sottobosco così variegato. Poi mi sono imbattuto in un libro unico nel suo genere: Pop italiano di ispirazione cristiana, che l’esperto Fabio Marchignoli ha pubblicato privatamente nel 2008. Da lì mi si è aperto un mondo e ho fatto la conoscenza con un movimento che conta centinaia di opere discografiche che spaziano dal beat al prog passando per il folk e la psichedelia.
Focalizzandomi sui titoli più affini allo spirito del rock progressivo ho quindi scovato vere e proprie gemme misconosciute che non sono quasi mai state considerate all’interno delle liste ufficiali. Il motivo è semplice: le tematiche affrontate e il fatto che non fossero distribuiti nei canali ufficiali di vendita ha inficiato di parecchio la conoscenza di questi lavori. Certo, non troverete nulla all’altezza dei mostri sacri del prog italiano, ma in alcuni casi (vedi soprattutto Messaggio 73 e Genfuoco) queste formazioni arrivano a livelli molto alti, sia a livello compositivo che esecutivo. Per il resto bisogna cercare di andare oltre testi e voci di stampo “oratoriale” e concentrarsi sulle soluzioni musicali che spesso sono assai sfiziose per gli amanti del genere. Ecco i 10 migliori.
“Transvitaexpress” Marcello Giombini (1974)
Giombini è stato inventore delle messe beat negli anni ’60 e poi autore di colonne sonore. Il suo Transvitaexpress è un concept avant prog sulla trasmigrazione di un’anima nell’aldilà pregno di momenti oscuri in grado di inquietare parecchio l’ascoltatore.
“Un volto d’uomo” Gruppo Musicale Anawim (1974)
Il Gruppo Musicale Anawim è autore di svariati album tra i quali Un volto d’uomo, caratterizzato da sonorità prog e suite come Ho sconfitto ormai la morte, Gesù. Altrove spaziano invece in momenti più medievaleggianti e folk.
“Canti dal Vangelo secondo Barabba” Spooky Quartarone (1976)
Quartarone è stato il chitarrista dei Circus 2000 e nel 1976 ha deciso di sposare la causa cristiana in un ottimo lavoro tra prog, jazz e avanguardia, con dentro alcuni protagonisti del circuito jazz-rock torinese che faceva capo agli Arti & Mestieri.
“Quel giorno di uve rosse” Quel giorno di uve rosse (1976)
Uno degli album più ricercati e collezionati del lotto, da parte del compositore Giuseppe Cappelletti che, con tanto di orchestra, tira fuori due suite super sinfoniche (una per facciata) che faranno la gioia degli amanti dei primi Latte e Miele o Metamorfosi.
“Una ragione per vivere” Messaggio 73 (1976)
Formato da alcuni giovani dell’oratorio di Lecco, il gruppo Messaggio 73 è autore di quello che da più parti è stato definito come il miglior disco di prog religioso italiano, con una serie di pezzi di notevole bellezza impreziositi da ottimi arrangiamenti di violino e tastiere.
“Giobbe, uno degli uomini” ATP (1977)
Chi ama le sonorità messe in campo dai Delirium, con chitarra acustica, sax e flauto, non potrà non apprezzare gli ATP. La band riesce però a percorrere anche sentieri più personali con brani come Dio ci sei?, raro esempio di christian dark prog.
“Cristo uomo nuovo” Le Beatitudini (1977)
Album di grande suggestione (si ascolti Il discorso del monte) con un sound prog fino al midollo che in qualche modo si ricollega allo stile del Biglietto per L’inferno, specie per quello che riguarda la voce solista, molto simile a quella di Claudio Canali.
“Per le strade della libertà” Gruppo Comunità Aperta (1977)
Autori di quattro album, quelli del Gruppo Comunità Aperta si mettono subito in mostra con l’esordio Per le strade della libertà con musicisti assai affiatati e canzoni ricche di idee. Se cercate del buon prog italiano ascoltate Morte anno 3000 o La mia lunga ombra.
“Tu hai potuto amarmi” Alba Nuova (1979)
L’Alba Nuova è una piccola orchestra formata da sette musicisti che nel 1979 dà alle stampe il primo (e unico) album caratterizzato da ottimi brani di stampo prog, con tastiere e chitarra elettrica in evidenza, alternati ad altri più melodici.
“Dentro l’invisibile” Genfuoco (1979)
A parere di chi scrive questo è il capolavoro del prog religioso. I Gen, nelle loro varie incarnazioni (Gen Rosso, Verde, ecc) hanno realizzato decine di album, questo è il più prog di tutti, con sontuose atmosfere cosmico/sinfoniche tra le Orme e la PFM.