Che il nostro sia un Paese meraviglioso è cosa nota: l’Italia, a pari merito con la Cina (che vanta però un’estensione territoriale “leggermente” superiore) è in testa alla classifica mondiale per siti riconosciuti dall’Unesco (ben 55) e le sue bellezze naturali e architettoniche hanno fatto comprensibilmente sfondo a una quantità innumerevole di produzioni cinematografiche internazionali.
La stessa cosa però, stranamente, non mi sembra sia accaduta per i video musicali: sono solo una manciata infatti i video di artisti stranieri che hanno come set parte del nostro patrimonio artistico e culturale e non tutti peraltro hanno fatto scelte ovvie. Lo dimostra un reperto audiovisivo riaffiorato pochi giorni fa su YouTube (dopo almeno tre decenni di speculazioni da parte di fan di mezzo mondo) ovvero il “promo video” dimenticato di So This Is Love dei Van Halen, girato all’ameno Parco della Preistoria di Rivolta d’Adda nel 1981. Rolling Stone ne parla dettagliatamente in questo articolo, ma questa scoperta, al pari di un nuovo reperto fossile risalente al cretaceo, ha innescato una più ampia riflessione sulle location del nostro Paese teatro di videoclip.
Complice l’estate alle porte, abbiamo pensato a una miniguida turistica per tutti coloro che volessero visitare questi luoghi dove si è fatta la storia, anche della musica (più o meno).
“So This Is Love” Van Halen (Parco della Preistoria, Rivolta d’Adda)
Ammetto di non essere mai stato un fan sfegatato del quartetto di Pasadena neppure nel suo periodo migliore (che in genere viene fatto risalire alla prima line up, quella con l’acrobatico frontman David Lee Roth). La loro musica mi è sempre sembrata una banalissima miscela di classico hard pop-rock paraculo miracolata dalla spinta propulsiva del funambolismo chitarristico del titolare Eddie Van Halen. I dinosauri invece mi sono sempre piaciuti, del resto il binomio “grossi animali preistorici & bambini felici” è tra i più longevi e immutabili della storia (lo sa bene Spielberg, il più bravo a monetizzarlo con la saga di Jurassic Park).
Pochi giorni fa, come già detto, è risaltato fuori il video perduto che mette insieme le due cose: dinosauri e Van Halen. Nel 1981 la band si trova in Italia per promuovere il loro quarto lavoro, Fair Warning, e trovandosi in tasca un budget risicato decide di realizzare un promo che finirà all’interno di un programma di Rai Uno, Happy Circus. La band si trasferisce quindi a 20 km a est di Milano, a Rivolta d’Adda, comune bagnato dall’omonimo fiume sede del Parco della Preistoria. Inaugurato nel 1978 dopo due anni di lavori, il parco, un’area naturalistica di circa 100 ettari di bosco, vanta una ragguardevole varietà di flora e fauna, aree attrezzate per picnic, servizi, zone ristoro. La parte del leone la fanno ovviamente una trentina di dinosauri a grandezza naturale disseminati lungo il percorso che si snoda per 4 km e si può attraversare anche con un trenino. Mio padre mi ci portò nel ’78, a tre anni, dopo aver notato che disegnavo praticamente solo stegosauri e io, fedele alla tradizione di famiglia, ci ho portato mia figlia, anche lei di 3 anni, due settimane fa.
Vedere il quartetto di buzzurri californiani nei loro outfit tipicamente assurdi (Roth nella sua classica tenuta da Heather Parisi/Nadia Cassini/wrestler della WWF; Alex Van Halen vestito come Marcel Marceau; Michael Anthony che sembra un ergastolano a Folsom; Van Halen in versione Ronald McDonald/mimo) dimenarsi ai piedi del brontosauro a grandezza naturale (uno dei simboli del parco) nella classica bruma spettrale padana fa uno strano effetto, a metà tra un sogno indotto da un’indigestione di caponata e una scena tagliata di This Is Spinal Tap. Se volete anche voi cavalcare la coda del brontosauro come Roth (magari vestiti meglio) e mia figlia ecco le info.
“Violet Hill” Coldplay (Palazzo Biscari, Catania)
Il palazzo dei Paternò Castello, Principi di Biscari è, assieme al Monastero dei Benedettini San Nicolò l’Arena, l’edificio più importante e noto dell’architettura settecentesca a Catania. Sorge su un tratto delle mura cinquecentesche della città. Qui, subito dopo il devastante terremoto del 1693, Ignazio Paternò Castello III Principe di Biscari, sfruttando le sue aderenze politiche, ottenne il permesso di edificare il palazzo dal luogotenente generale Giuseppe Lanza duca di Camastra, artefice della ricostruzione di Catania, inviato del Re di Spagna Carlo II d’Asburgo. Il figlio Vincenzo IV principe proseguì l’opera e il nipote Ignazio V la portò a compimento, dedicandone ampi locali alla costituzione di un museo archeologico, numismatico, naturalistico aperto a tutti gli studiosi. Tra i tanti illustri ospiti del sontuoso palazzo barocco ci fu Goethe, che ne parla nel suo Viaggio in Italia nel 1787 e, restando in ambito filosofico, i Coldplay, il gruppo di scialbo pop da stadio capitanato da quella faccia da cerbiatto sensibile di Chris Martin.
Ad aprile del 2008, su blog e stampa locale siciliana si diffondono voci incontrollate in merito all’avvenuto arrivo della band inglese nell’isola, più precisamente nell’hotel di proprietà del collega dei Simple Minds Jim Kerr: saranno qui per fare un disco? Un concerto segreto? Una vacanza ingrassante? In realtà, si sarebbe scoperto poco dopo, sono lì per girare il singolo apripista del loro quarto disco, Viva la vida or Death and All His Friends. Le immagini del video di Violet Hill mostrano i quattro vestiti come soldati inglesi durante la guerra in Crimea fare trekking sulle pendici dell’Etna e poi, per la maggior parte del video, davanti a uno degli ingressi del palazzo. Sebbene gli antenati dei Paternò Castello ancora vivano in alcune ali della costruzione il palazzo è visitabile, ospita concerti e rassegne dal 1971 e ricevimenti (fino a 350 persone).
“Like a Virgin” Madonna (Ca’ Zenobio degli Armeni, Venezia)
Madonna ovviamente non ha bisogno di alcuna presentazione, certificata nientemeno che dal Guinness dei Primati come l’artista di sesso femminile col maggior numero di dischi venduti al mondo (300 milioni di copie). Se dovessimo stabilire quando è iniziata la sua costante e vertiginosa scalata allo stardom universale che l’ha portata dov’è oggi saremmo tutti concordi su una data: 26 ottobre 1984. In quel giorno infatti va in onda il video di Like a Virgin, singolo introduttivo del secondo album che porta lo stesso nome e che trasformerà questa versione proletaria 26enne di Marilyn targata Bay City, Michigan, nella queen of pop.
Girato a Venezia, presenta tutti gli ingredienti per la ricetta del successo che caratterizzeranno la futura carriera della signora Ciccone: l’accostamento tra sacro e profano, doppi sensi, simbologia e una leggera spruzzata di blasfemia a condire il tutto. Madonna parte da Manhattan in motoscafo e arriva oniricamente in laguna, dove, tra una calle e un giro in gondola, l’attende un leone (simbolo della città e dell’evangelista San Marco). La vediamo poi vagare vestita in abito bianco da sposa (un chiaro riferimento alla verginità) e aggirarsi tra le mura di Palazzo Zenobio. Situato nel Sestiere Dorsoduro, il palazzo venne realizzato a cavallo tra XVII e XVIII secolo da Antonio Gaspari (allievo del più noto architetto Baldassarre Longhena), a partire da un edificio gotico preesistente, già sede dal 1664 della nobile famiglia di origine veronese degli Zenobio, per i quali l’edificio fu progettato e al quale diedero il nome. Dal 1850 il palazzo è di proprietà dei Padri Armeni Mechitaristi di Venezia. Del palazzo si possono visitare le due sale principali, degli Specchi e degli Stucchi. Alle pareti della Sala degli Stucchi si trovano tre pregevoli tele di Luca Carlevarjis, anticipatore del vedutismo veneziano settecentesco. Agli affreschi della sala degli specchi partecipò anche un giovane Gianbattista Tiepolo.
Nonostante i classici appuntamenti tipicamente Eighties (fotografia flou, ralenti, stacchi nonsense) il video diretto da Mary Lambert è giustamente entrato nella storia dell’audiovisivo. La produttrice Sharon Oreck raccontò che durante le riprese il leone annusò minacciosamente Madonna per 10 minuti buoni prima che un membro dello staff gli gettasse un provvidenziale pezzo di carne di cavallo, distraendolo e garantendo all’artista un radioso futuro.
“Cool” Gwen Stefani (Villa Erba, Cernobbio)
Tra le varie artiste che senza Madonna non esisterebbero c’è sicuramente Gwen Stefani, frontwoman dei No Doubt che sceglie una delle location più suggestive e più amate del jet set internazionale per il quarto singolo tratto dal suo fortunato esordio discografico multiplatino. Il video di Cool è la nostalgica ma serena rievocazione di una grande storia d’amore (quella col suo ex storico Tony Kanal bassista dei ND) vissuta e consumata in una sontuosa ambientazione lacustre. La stupenda magione nella quale dimora la signora Stefani è una delle costruzioni più note di tutto il Lago di Como, Villa Erba. Per gli assidui frequentatori delle farmacie il nome di Carlo Erba non è nuovo: si tratta di uno dei maggiori industriali farmaceutici d’Italia. Fu suo fratello Luigi a commissionare agli architetti Angelo Savoldi e Giovan Battista Borsani la costruzione di una villa dove trascorrere la villeggiatura. La villa fu poi ereditata dalla figlia Carla, che sposò a Cernobbio il duca Giuseppe Visconti di Modrone, e mesi estivi fu dimora anche del di lei figlio Luchino Visconti, grande regista e uno dei padri del neorealismo italiano. La villa, che si estende su due piani, è in stile manierista e si sviluppa su pianta quadrata, con ampie scalinate digradanti verso il lago, un portico di ingresso e una grande torretta panoramica, tipica di questo periodo, che unisce la parte nobile della villa all’ala destinata al personale di servizio. Le decorazioni interne ed esterne furono eseguite da Angelo Lorenzoli e gli affreschi da Ernesto Fontana.
La villa è oggi un centro congressi dove organizzare mostre, eventi, matrimoni ed eventualmente altri fortunati videoclip musicali. Se decidete di andarci nel weekend però partite prima del sorgere del sole o preparatevi a rivedere tutta la vostra vita che vi passa davanti intrappolati nell’abitacolo della macchina imbottigliata in una coda infinita (parlo per esperienza personale).
“Behind the Wheel” Depeche Mode (Arona e Santa Maria di Galeria)
I Depeche Mode sono uno dei miei grandi amori della tardoadolescenza. I meriti sono ovviamente legati a una sensibilità pop incredibilmente evocativa e un sound rassicurante eppure sempre proiettato al futuro (almeno fino all’inizio degli anni ’90). Una parte consistente del loro successo si deve indubbiamente all’immagine curata da un grandissimo fotografo e regista, l’olandese Anton Corbijn. Suo è il video del terzo singolo estratto dal sesto album del gruppo, Music For The Masses. Behind The Wheel, girato interamente in Italia tra il 28 e il 31 ottobre 1987, visivamente è il seguito del precedente video Never Let Me Down Again: ritroviamo infatti un perplesso Dave Gahan lasciato a piedi dalla sua Isetta (leggendaria microvettura prodotta dalla Iso di Bresso nei primi anni ’50 e successivamente, in concessione, dalla BMW) in panne che viene portata via da un contadino locale su un trattore. Solo, in stampelle, abbandonato nella natura (ci troviamo nelle campagne di Oleggio) attende pensieroso il da farsi quando arriva provvidenziale, su una vespa, una modella con occhiali da sole e fazzoletto in testa (una palese reference a Vacanze romane): Gahan molla le stampelle e sale in sella senza pensarci due volte. La coppia attraversa il piazzale di un centro cittadino dove un parroco li osserva con fare minaccioso – l’atmosfera oscilla tra il Fellini più onirico e il Tinto Brass più laido – finché non si ferma in un suggestivo piazzale che affaccia sul Lago Maggiore dominato da un platano. Si tratta della piazza a pochi metri dal monumento del barcaiolo nella città di Arona, suggestiva cittadina situata sulla sponda piemontese del lago. Oggi la pianta è un po’ più imponente, ma la piazzetta, luogo amato e frequentato da tutti gli aronesi, è rimasta inalterata.
Stacco: Gahan e la sua bella accompagnatrice sono arrivati in un caffè davanti al quale, seduti ai tavolini, troviamo gli altri componenti della band (Martin Gore sta suonando una fisarmonica, in pura italian fashion). La coppia svanisce dietro la porta: vediamo lei affacciarsi a una finestra al piano superiore e intuiamo piuttosto inequivocabilmente (aiutati da una sorta di roulette/effetto ottico che si ferma sul numero 69) che i due hanno consumato un passionale rapporto sessuale. Quest’ultima sequenza è stata girata a Santa Maria di Galeria, una zona nell’agro romano il cui borgo antico non presenta nessuna traccia di modernizzazione, ragione per la quale è stato set di svariati film di ambientazione storica, un paio di scene de Il sorpasso e una sequenza di Suspiria.