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Forse non sapevi che queste canzoni sono state prodotte dai Neptunes

Per i 20 anni di 'Clones', l'unico album in studio del duo formato da Pharrell Williams e Chad Hugo, abbiamo scelto dieci brani della loro carriera tra collaborazioni con Jay-Z e Kanye West, Madonna, Britney Spears, Kelis, Justin Timberlake e molti altri

Foto: Jeffrey Mayer/WireImage

Nel 2003 negli States girava voce che il 43% dei brani passati in radio in quel momento fossero prodotti dai Neptunes, il duo di producer composto da Pharrell Williams e Chad Hugo. Naturalmente era una fake news, una leggenda metropolitana, ma la realtà non era nemmeno troppo lontana.

Nel 2003 i Neptunes producono sei brani che entrano nella Top Ten americana: Milkshake di Kelis, Beautiful di Snoop Dogg con lo stesso Pharrell e Uncle Charlie Wilson, Excuse Me Miss di Jay Z e ancora Change Clothes sempre di Jay-Z ma con Pharrell, Rock Your Body di Justin Timberlake e Frontin’ firmato con Jay-Z ed estratto dall’unico album firmato Neptunes, Clones. Se consideriamo, inoltre, che l’anno successivo sarà quello di Drop It Like It’s Hot di Snoop Dogg e quello precedente era stato il momento di Hot In Herre di Nelly (entrambe dritte al primo posto delle charts) capiamo l’importanza dei Neptunes in quel preciso momento storico della musica pop americana.

A vent’anni dal loro unico (compilation) album Clones (che vi abbiamo selezionato tra i dischi rap più importanti degli anni Duemila), abbiamo selezionato dieci brani fondamentali della discografia del duo:

I’m a Slave 4 U

Britney Spears

2001

La collaborazione con Britney Spears è la prima dei Neptunes fuori dalla cerchia del mondo hip hop. Pharrell e Chad Hugo ci arrivano con personalità e consegnano alla popstar un brano sporco e caldo in cui la cantante può ansimare, sudare, flirtare con il pubblico. È la svolta sexy di Britney che tanto farà parlare i media lanciando i Neptunes nel gotha dei produttori.

Grindin’

Clipse

2002

Come mantenere la credibilità di strada dopo il flirt con Britney Spears? I Neptunes continuano il loro sodalizio con i Clipse di Pusha T e No Malice producendo anche tutto il secondo album del duo, Lord Willin’. Grindin’ è pura strada con un ritmo ostinato di kick e clap e un sinistro riff di synth che suona come piccole bolle di sapone inquinato che esplodono sul beat. Perché ok il mondo pop, ma anche la street attitudine è di casa nei Neptunes.

Hot In Herre

Nelly

2002

La prima traccia a raggiungere il primo posto delle classifiche americane per i Neptunes. Hot In Herre è proprio il brano per eccellenza per i club rap: ha il ritmo, ha un controcanto femminile sensuale, ha il funk del flow di Nelly. Pensata per strusciarsi e sudarsi addosso è un condensato di scienza da club.

Rock Your Body

Justin Timberlake

2003

Il più nero tra gli artisti bianchi, come spesso si scherza negli States quando si parla di Justin Timberlake. Preso sotto l’ala protettiva da parte di Dr. Dre, Pharrell e Timbaland, Justin Timberlake ha unito la vocalità bianca al ritmo black dei migliori produttori del momento. Rock Your Body è funky, è sexy, è catchy. Dentro c’è l’andamento funky-soul tipico dei Neptunes (Change Clothes, Signs, Beautiful, Frontin’) e i controcanti femminili che tanto avevano portato bene in Hot In Herre, oltre ad un Timberlake in gran spolvero.

Milkshake

Kelis

2003

Dirty, questo è il termine che userebbero gli americani per spiegare il beat pensato per quella che diventerà la traccia più conosciuta di Kelis. Un ritmo percussivo costante su basso e synth saturati fino all’impossibile: non serve altro. Sopra la particolare tonalità di Kelis fa il resto per uno dei brani più sporchi e sexy degli anni Duemila.

Hollaback Girl

Gwen Stefani

2004

C’è stato un momento in cui Gwen Stefani sembrava poter diventare la paladina del cool pop americano, una nuova Madonna in cui credere. Dopo la fine dei No Doubt, il primo album solista della cantante (Love Angel Music Baby, 2004) è una serie di hit mondiali (What You Waiting For?, Rich Girls) su cui spicca Hollaback Girl una sorta di college track pensata proprio come un brano per marching band: la drum machine simula i tamburi, i synth gli ottoni. Come in ogni produzione Neptunes di quel periodo sarà proprio quel ritmo minimale e costante a reggere il brano lasciando spazio alla voce di Gwen.

Drop It Like It’s Hot

Snoop Dogg

2004

Probabilmente l’idea più geniale nei trent’anni di produzione dei Neptunes sono gli schiocchi con la bocca della hit firmata da Snoop Dogg. Batteria minimale con inserti da marching band (ancora), una ritmica data da un noise e piccoli synth ad effetto a lanciare i ritornelli. In più il coretto di Pharrell che ribadisce ‘Snoop’. Come fare una hit con quattro suoni in croce.

Give It 2 Me

Madonna

2022

Il marchio di fabbrica restano sempre le big drum dal feeling analogico, ma qui a dare la svolta al pezzo è l’utilizzo dei synth nel ritornello che dal battere gli ottavi diventano terzinati creando così una strana tensione in crescita mentre Madonna chiede di “darglielo”. Poderoso anche il break minimale dopo il secondo ritornello costruito sul perpetuo ‘get stupid’ di Ms. Ciccone.

Everyone Nose (All the Girls Standing in the Line for the Bathroom)

N.E.R.D.

2008

I N.E.R.D. altro non sono che i Neptunes con l’aggiunta di Shae Haley. Liberati dalla necessità di produrre per altri, Pharrell e Chad Hugo nel loro parco giochi personali possono spingersi ancora più in là con la sperimentazione. Al posto di diventare un progetto di nicchia, però, i N.E.R.D. azzeccano una serie di singoli come Rockstar, She Wants to Move e Everyone Nose, un brano veramente fuori da ogni canone e da ogni inquadramento. Ritmo frenetico da jazzista sotto energy drink, ritornello su voce campionata in loop e cambio di tempo a metà brano.

Gotta Have It

Jay-Z & Kanye West

2011

La produzione più prestigiosa dopo il decennio d’oro degli anni Duemila è un lavoro a sei mani con Kanye West. Per il disco collaborativo di lui e Jay-Z, Watch The Throne, i Neptunes preparano un beat diverso dal solito farcito di sample (come da scuola Kanye): due campioni arabeggianti recuperati da un sample pack della Spectrasonics Virtual Instruments del 1994, quattro differenti vocal di James Brown (My Thang, Don’t Tell a Lie About Me and I Won’t Tell the Truth on You, I’m a Greedy Man e People Get Up and Drive Your Funky Soul) e un sample da Racks di YC con Future. I due rapper si passano il microfono con cura mentre il ritornello è affidato al campione di James Brown che ripete “What you need, what—what you need”: tutto giusto.

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