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I 15 dischi rap più controversi della storia

Hanno scioccato gli adulti e scandalizzato i politici. Hanno sollevato controversie e sono diventati oggetto di dispute legali. Dai Public Enemy a XXXtentacion passando per N.W.A., Body Count e ovviamente Eminem, una selezione di album scandalosamente spudorati

Foto: Michel Linssen/Redferns

Cercare di stilare un elenco dei 15 album rap più controversi della storia non è affatto facile. Dalla metà degli anni ’80, da quando cioè il rap è diventato un genere non solo da singolo ma anche da album, le discussioni sono state accese e infinite, arrivando a investire persino i campi della giustizia e della politica. Uno si potrebbe chiedere come mai in quest’elenco non c’è Born to Mack di Too $hort, che ha spinto la polizia ad arrestare i proprietari dei negozi che lo vendevano. Oppure l’album di Paris Sleeping with the Enemy che gli è costato il contratto discografico per via delle rime sulla Casa Bianca. Oppure perché non ci sono dischi usati per formulare accuse penali come Til My Casket Drops di C-Bo (per approfondire l’argomento, si legga Rap on Trial: Race, Lyrics, and Guilt in America di Erik Nielson e Andrea L. Dennis). Per non dire delle opere in cui gli stessi rapper si sono autocensurati oppure dei cosiddetti jailhouse rap realizzati di nascosto dietro le sbarre.

Questa lista dei 15 album rap più controversi non è perciò esaustiva, ma vuole essere un punto di partenza e un modo per discutere gli aspetti di una cultura costantemente sotto pressione, sia dal punto di vista artistico che legale e politico. Essendo una forma d’arte nata dal sottoproletariato nero arrivata poi a un pubblico globale, il rap sfida i tabù della società su ciò che può essere detto o non detto in pubblico. A volte si limita a mettere in discussione le nostre idee in materia di razza, sesso e genere. Altre volte ci sconvolge con opinioni brutalmente oneste su come gira il mondo là fuori. Se questo elenco sembra scarno perché mancano dei dischi, mi auguro che quelli che siano d’impulso ad approfondire l’argomento.

15

Licensed to Ill

Beastie Boys

1986

Per tre lunghi anni Licensed to Ill dei Beastie Boys è stato al centro di una tempesta di sboccataggine, iniziata con le buffonate puerili da preadolescenti al tour di Madonna. L’idea iniziale (fortunatamente abbandonata) era d’intitolare l’album Don’t Be a Faggot, con in copertina un aereo che si schiantava sul fianco di una montagna. Durante il tour coi Run-DMC, il trio si esibiva portando sul palco donne in gabbia, schiacciando lattine di birra e tirando su enormi peni idraulici. Intanto, Mike D., King Ad-Rock e MCA univano ritmi hard rock, hip hop e provocazione punk. Non tutti però l’hanno capito. Secondo l’autobiografia Life and Def di Russell Simmons, i telespettatori di MTV si lamentavano chiedendosi «perché mai questa cazzo di band possa passare in tv».

14

Thank You for Using GTL

Drakeo the Ruler

2020

Nella sua breve carriera Drakeo the Ruler ha anticipato l’attuale street rap. Ogni anno caricava vari progetti sulle DSP per un pubblico di culto globale che ne apprezzava le sue cadenze eccentriche e lo stile vocale che ricordava quello di star di Los Angeles del passato tipo Suga Free. Ha costruito un piccolo impero mentre cercava di evitare rivali e forze dell’ordine. Nel marzo 2018 è stato arrestato per omicidio e ha rischiato l’ergastolo. Mentre lottava per essere rilasciato, ha collaborato col produttore JoogSZN per realizzare Thank You for Using GTL, rappando attraverso il tanto criticato servizio telefonico Gold Tel*Link utilizzato nelle carceri americane. «Ha pronunciato ogni battuta al telefono con carisma e raffinatezza», scriveva Mankaprr Conteh su Rolling Stone. Alla fine ha patteggiato per accuse minori ed è stato rilasciato nel novembre 2020, per poi essere accoltellato mortalmente durante un concerto nel dicembre 2021.

13

Fear of a Black Planet

Public Enemy

1990

Il terzo dei Public Enemy ne ha segnato il periodo più turbolento. Nell’estate del 1989 il gruppo si è quasi sciolto a causa della pressione mediatica seguita ai commenti antisemiti di Professor Griff: Intanto, il loro massimo successo (Fight the Power) finiva nel film più discusso dell’anno (Fa’ la cosa giusta di Spike Lee). A dicembre, Chuck D ha punzecchiato i suoi critici (“Still they got me like Jesus”) nel singolo Welcome to the Terrordome. Alcune provocazioni dell’album erano incisive, come la critica ai servizi di pronto intervento (911 Is a Joke), altre erano bigotte, come certe frasi omofobe e sull’AIDS (Meet the G That Killed Me). Anni dopo Chuck D si è pentito della propria ignoranza. «Avrei dovuto informarmi meglio».

12

Goblin

Tyler, the Creator

2011

Considerato ai tempi della crew Old Future come il non plus ultra della cultura giovanile uscita da Internet, Tyler, the Creator ha raccontato di aggressioni a danni delle donne e, molto prima di dirsi sessualmente fluido, ha spesso usato la parola “faggot”. Quest’album è strutturato come la seduta di terapia di un uomo che sta combattendo contro i propri demoni. I critici hanno discusso per mesi sulle reali intenzioni di Tyler, non diversamente da come avevano fatto un decennio prima con Eminem. Alla fine Tyler si è messo alle spalle la fama di enfant terrible adottata orgogliosamente in Goblin diventando meno nichilista e sperimentando melodie pop e alt-soul. Per i successivi Flower Boy e Igor ha incassato elogi incondizionati.

11

Death Certificate

Ice Cube

1991

Un album diviso in due parti. La Death Side è alimentata dalla satira pungente di Ice Cube, anche se alcune cose come Givin’ Up the Nappy Dugout su una adolescente che trangugia “noci come uno scoiattolo” sono state più datate di altre. La Birth Side ha causato molte più controversie per via di Black Korea dove il rapper di South Central minacciava di bruciare i negozi di proprietà di asiatici. Alla fine ha incontrato gli attivisti asiatici locali e fatto pubblica ammenda. Non si è invece scusato per No Vaseline, in cui definiva il manager degli N.W.A. Jerry Heller “un ebreo bianco” e un “morto di fame”. Mentre le proteste crescevano, il compianto Timothy White di Billboard scriveva un editoriale incendiario dicendo che i negozi non avrebbero dovuto vendere l’album. La visione intransigente di Cube delle lotte razziali, della violenza della polizia e della povertà dei centri urbani è diventata decisamente reale nell’aprile del 1992, quando Los Angeles è andata a fuoco dopo il verdetto sulla morte di Rodney King.

10

Finally Rich

Chief Keef

2012

Prima ancora della pubblicazione, Finally Rich di Chief Keef sembrava destinato a diventare uno di quei dischi che segnano una linea culturale. Adolescente prodigio con alle spalle più di un arresto, Chief Keef impersonificava la drill di Chicago, un genere ingiustamente diffamato per la sua vicinanza alla violenza nella comunità del South Side della città. Singoli di successo come I Don’t Like lo vedevano ripetere il ritornello continuamente, con grande irritazione degli hater che hanno esultato quando Finally Rich non ha venduto quanto si pensava nonostante l’hype e le apparizioni di artisti come 50 Cent e Jeezy. Più di un decennio dopo Keef è passato dallo status di fuorilegge a quello di veneato maestro, tra le voci principali della sua generazione, con un sacco di artisti giovani che lo citano come influenza.

9

MTV Unplugged

Lauryn Hill

2002

L’aspettativa era altissima per il concerto di Lauryn Hill per MTV Unplugged. Dopo l’apprezzato The Miseducation of Lauryn Hill del 1998 c’erano stati una causa legale da parte degli ex collaboratori, una prolungata assenza dalla musica, pettegolezzi sul matrimonio con Rohan Marley. I fan si chiedevano che cosa aspettarsi. Quello che hanno visto su MTV e poi ascoltato su MTV Unplugged 2.0 si rivelò inquietante, con Hill che suonava la chitarra acustica e si perdeva in canzoni apparentemente non finite. Le opinioni rimangono nettamente divise sul fatto che la performance sia stata una coraggiosa e onesta decostruzione folk-soul della sua persona da star (Kanye West ha campionato Mystery of Iniquity in una versione iniziale del suo successo del 2004 All Falls Down) o invece una scomoda rappresentazione dello stato mentale fragile di Hill. Il fatto che MTV Unplugged 2.0 sia ancora l’ultimo album completo della cantante rende il dibattito ancora più acceso.

8

The Chronic

Dr. Dre

1992

Il capolavoro di Dr. Dre post-N.W.A ha generato parecchie polemiche, sia per la foglia di marijuana usata in copertina – che, nonostante gli sforzi dei Cypress Hill, era ancora un tabù per il mainstream – sia per gli insulti imperdonabili contro Dee Barnes della Fox, sua per certi atteggiamenti violenti verso le donne. Poi ci sono stati gli effetti a catena del successo nel fondere rap hardcore gangsta con una sensibilità pop elegante influenzata dal P-funk. Pezzi come Dre Day, che prendeva di mira gli ex partner negli N.W.A Eazy-E e Luke Campbell, hanno portato a confronti violenti nella vita reale. La star emergente dell’album, Snoop Dogg, sembrava un gangster, reputazione rafforzata dall’arresto nell’agosto 1993 per omicidio di primo grado. Oggi, Zio Snoop è amato come un personaggio buffo, segno di come il tempo abbia smussato alcuni dei lati duri di The Chronic.

7

The Marshall Mathers LP

Eminem

2000

The Marshall Mathers LP di Eminem ha rappesentato l’approfondimento del personaggio che faceva battute scherzose e volgari emerso solo un anno prima. Anche a chi non aveva dato peso a ’97 Bonnie & Clyde non poteva non notare i testi omofobi di MMLP, le fantasie di uccidere Kim e la misantropia generale. I gruppi femministi e LGBTQ+ protestarono, Eminem si difese dicendo che si trattava di un personaggio fittizio. Per gli intenditori del rap, Eminem era figlio dell’hardcore anni ’90, quando gli artisti erano molto più propensi a stimolare l’immaginazione con racconti esagerati e violenti, invece che con lo stile jiggy e blingy del nuovo millennio che comunque Eminem ha conquistato rapidamente grazie al suo talento superiore e alla partnership col mentore Dr. Dre.

6

Grip It! On That Other Level / The Geto Boys

Geto Boys

1989/1990

È stato James Prince, imprenditore di Houston e proprietario della Rap-A-Lot Records, a mettere assieme i Ghetto Boys nel 1986. Il loro debutto omonimo è stato un flop, due dei membri mollano sostituiti dai rapper locali Scarface e Willie D che si affiancano a DJ Ready Red e Bushwick Bill, quest’ultimo passato da ballerino di supporto a rapper. I rinominati Geto Boys pubblicano Grip It! On That Other Level, ottenendo successo nel giro underground, citati dai Public Enemy in Fear of a Black Planet. Quando Rick Rubin ripubblica l’album per la Def American col titolo The Geto Boys i media mainstream notano il tono crudo, arrabbiato e politicamente carico dell’album. Satire violente come Assassins, in cui il gruppo si immagina mentre violenta e uccide donne, e brani come Mind of a Lunatic vengono condati pubblicamente. La Geffen, che distribuisce la Def American, si rifiuta di lavorarlo. L’anno successivo i Geto Boys pubblicano Mind Playing Tricks on Me, che li certifica pionieri del rap sudista.

5

17

XXXtentacion

2017

Per chi non riesce a tenere il passo del complesso e sovrappopolato mondo dell’internet rap, la prima volta che abbiamo visto XXXtentacion è stato grazie a una foto segnaletica che il trapper ha utilizzato per l’artwork di Look at Me!. L’arresto nel 2016 per aver aggredito la sua ragazza incinta ha gettato un’ombra inquietante sulla sua breve carriera trasformandolo in un avatar della guerra dei social media. Da una parte i fan tossici cercavano di mettere in cattiva luce l’accusatrice, dall’altra i critici musicali lo dipingevano come abusatore che non meritava alcuna attenzione, né successo. Per questo il suo debutto 17 è rimasto in una zona grigia. In questi 21 minuti XXXtentacioncanta di depressione e ossessione in modo intimo. Le melodie sono quasi amatoriali, ma hanno una schiettezza che risulta avvincente, col risultato che il disco apre una discussione su chi merita redenzione e a quali condizioni. Meno di un anno dopo l’uscita di 17, XXXtentacion è stato assassinato durante un tentativo di rapina, lasciando il dibattito irrisolto.

4

Body Count

Body Count

1992

Ice-T se l’era già vista con la censura quando ha riunito un gruppo di amici di Crenshaw per suonare alcune canzoni metal-rap durante i suoi set nel primo Lollapalooza. Il debutto del 1987 Rhyme Pays è il primo album rap di rilievo a ricevere l’etichetta “parental advisory”. Nel 1989 risponde alle tensioni nate dal suo reality rap con The Iceberg/Freedom of Speech… Just Watch What You Say!. Ma è Cop Killer, una delle canzoni che Body Count fanno nel tour del 1991, a segnare un momento decisivo nella storia della musica. I sindacati della polizia protestano per il messaggio oltraggioso rivolto ai poliziotti corrotti e per il ritornello di Ice, “Tonight we’re gonna get even” (questa sera saremo pari). Il vicepresidente degli Stati Uniti Dan Quayle dice che «stanno facendo soldi con un disco che suggerisce che uccidere i poliziotti sia giusto». Time Warner continua a difendere il rapper di Los Angeles anche quando gli azionisti (come l’attore conservatore Charlton Heston) aumentano la pressione, prima che lo stesso Ice-T decida di rimuovere Cop Killer dal disco. L’anno dopo il rapper lascerà la Warner Bros. per le preoccupazioni legate al suo album solista Home Invasion.

3

Hard Core

Lil’ Kim

1996

È Lil’ Kim il prototipo della donna nera di strada i cui testi sono crudi quanto quelli dei colleghi uomini? Oppure rappresenta solo la fantasia di ogni uomo nero costruita dal suo mentore (presumibilmente violento) Notorious B.I.G.? Questa dicotomia conferisce ad Hard Core il potere unico di essere l’album che ha resettato, nel bene e nel male, le aspettative nei confronti delle rapper. Le femministe hanno discusso per anni sul significato della sessualità dichiarata di Lil’ Kim, compresa una famigerata storia di copertina del 2000 della rivista Essence intitolata “The Big Problem with Lil’ Kim”. Nel frattempo, lei diventava un’icona della cultura pop grazie a esibizioni esagerate e indimenticabili servizi fotografici. Oggi siamo tutti d’accordo sul fatto che Kim meriti un riconoscimento per essere stata la prima a parlare di piacere, ma alle sue condizioni, senza cercare l’approvazione di un uomo. Inoltre ha plasmato una generazione di artiste da Nicki Minaj a Ice Spice che devono ancora affrontare le stesse pressioni sociali e gli stessi giudizi misogini subiti da Kim.

2

As Nasty as They Wanna Be

2 Live Crew

1989

Nel momento stesso in cui pubblica l’album di debutto nel 1986 2 Live Is Who We Are, la band di Miami diventa oggetto di culto tra gli adolescenti di tutta la nazione, nonché un bersaglio delle autorità preoccupate del loro effetto sui giovani. Il conflitto tra i ragazzini che cantano “Ehi, vogliamo un po’ di figa!” nei cortili delle scuole e i procuratori distrettuali che prendono di mira i proprietari di negozi di dischi per aver venduto le cassette dei 2 Live Crew raggiunge il culmine con As Nasty as They Wanna Be. Nel 1990, un giudice della Florida stabilisce che l’album è da considerarsi osceno e il gruppo viene arrestato durante uno spettacolo. Nel frattempo, una parodia di Oh Pretty Woman di Roy Orbison contenuta nella versione “editata” dell’album, As Clean as They Wanna Be, è causa di una nuova disputa legale per il gruppo. Il caso Campbell contro Acuff-Rose Music Inc. arriva fino alla Corte Suprema dove, nel 1994, i giudici stabiliscono all’unanimità che la parodia dei 2 Live Crew non infrange nessuna legge. Queste battaglie legali trasformeranno brevemente i 2 Live Crew in eroi della libertà di parola tanto che Bruce Springsteen concederà a Campbell i diritti di prendere la sua Born in the U.S.A. e trasformarla in Banned in the U.S.A. del 1990.

1

Straight Outta Compton

N.W.A.

1991

Non è solo la famigerata lettera dell’FBI inviata in risposta a Fuck the Police a rendere Straight Outta Compton un importante momento di protesta hip hop contro le condizioni sociali di Los Angeles e la profilazione razziale attuata dalla polizia. È anche il modo in cui il gruppo ha sopportato i boicottaggi radiofonici e, durante il tour, le molestie delle forze dell’ordine. Critici e fan si sono scontrati su questa musica che celebrava la vita delle gang in un periodo in cui Crips e Bloods rappresentavano una crisi fin troppo reale nelle comunità nere, ma hanno trascurato il modo in cui Compton mescolava storie di strada con l’hip hop e il funk tipici della Juice Crew di Marley Marl. Straight Outta Compton merita di essere considerato uno degli album più importanti della storia americana. Gli N.W.A non sono stati i primi a parlarne senza freni della vita di strada, ma forse sono stati i migliori.

Da Rolling Stone US.

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