Brat
Charli XCX
7 giugnoL’abbiamo vista dominare il palco del Primavera Sound, tirare su una festa last minute sulle spiagge di Barcellona e tirar su la Boiler Room con più RSVP di sempre. È una Charli XCX in piena quella di questi giorni, una popstar tridimensionale che punta a conquistare radio, classifiche, club. Il disco, con direzione artistica A. G. Cook (intervista qui), si preannuncia una mina da club, mischiando il passato rave di Charli alle sue idee futuristiche.
I Hear You
Peggy Gou
7 giugnoCosa significa arrivare al primo album dopo essere diventata una delle dj più richieste al mondo? Peggy Goy – certo dj, ma anche e soprattutto hitmaker – è qui chiamata alla prova di maturità: riuscirà a dare un calcio definitivo a tutte le critiche di questi anni e consacrarsi definitivamente anche alle orecchie dei più scettici? Ti ascoltiamo.
Timeless
Kaytranada
7 giugnoSono passati cinque anni da Bubba, l’ultimo album di Kaytranada. In mezzo c’è stata l’esperienza Kaytraminé con Aminé dello scorso anno e produzioni per Kanye West, Victoria Monét, PinkPantheress. Timeless – che uscirà in due dischi per un totale di 21 tracce – vanta tantissime collaborazioni tra le cui spiccano Childish Gambino, Thundercat, Anderson .Paak, Channel Tres e PinkPantheress. Tutto da ballare.
Forever
Bon Jovi
7 giugnoI Bon Jovi tornano dopo il documentario Thank You, Goodnight, in cui Jon Bon Jovi ha mostrato anche le sue fragilità di cantante. Lo fanno con un album annunciato da una copertina che cita quella di New Jersey dell’88 e con pezzi come Legendary (coro alla Springsteen) e Living Proof (titolo alla Springsteen). «Eravamo tutti molto determinati nel fare un disco che trasmettesse gioia», ci ha detto Bon Jovi. «This House Is Not for Sale era una sorta di pacca sulla spalla, 2020 un album pieno di storie dure da raccontare. Forever è la conseguenza felice di avere recuperato perfettamente dall’intervento alle corde vocali e celebra la gioia di tornare a suonare insieme come band».
Eels Time!
Eels
7 giugnoMr. E non molla e pubblica altre 12 canzoni che, a giudicare dai primi estratti Time, Goldy e If I’m Gonna Go Anywhere, seguono il classico stile della band, forse senza l’intensità dei tempi belli. Ma siamo affezionati a questi freak. Come hanno scritto loro ironicamente su Instagram: «Still OG. Still Beautiful. Still Freaky».
Keep Me on Your Mind/See You Free
Bonny Light Horseman
7 giugnoDopo il notevole Rolling Golden Holy (leggi qui), torna il trio formato da Anaïs Mitchell, Eric D. Johnson (Fruit Bats, Shins) e Josh Kaufman (National, Hiss Golden Messenger). Keep Me on Your Mind/See You Free sono due album in uno di gran musica folk di marca anglo-americana, canzoni elettro-acustiche su amore e perdita, tempo e imperfezione, speranza e tristezza registrate in parte nel retro di un pub in Irlanda e in parte a New York. Non fanno grandi numeri, ma sono notevoli.
Dirty Disco
Nikka Costa
7 giugnoSe siete over qualcosa (tanto over), è l’ex bimba prodigio di On My Own, figlia di Don Costa. Se siete un po’ più giovani, è la cantante di Everybody Got Their Something, dove tra le altre cose c’era la mano di Mark Ronson prima del boom di Back to Black. Dirty Disco, dice lei, «è un riflesso del mio attuale stato d’animo e del mio desiderio di contrastare la pesantezza del mondo con un po’ di gioia». Ovvero: altro retro funk-soul.
Radiosoul
Alfie Templeman
7 giugnoUn invito a intraprendere un viaggio, incoraggiando le persone che ascoltano a staccarsi dai telefoni e a godersi le piccole gioie della vita: è questo lo scopo di Radiosoul, nuovo disco del cantautore britannico Alfie Templeman, classe 2003. L’album, ispirato all’impatto profondo dei social media, include una collaborazione con Nile Rodgers in Just a Dance. Il disco, il terzo (escludendo diversi EP), viene descritto come un misto di sonorità e influenze diverse, da Dua Lipa ai Talking Heads.
Dio lo sa
Geolier
7 giugnoÈ passato poco più di un anno da Il coraggio dei bambini, il secondo album di Geolier capace di consacrarlo a livello nazionale tanto da diventare il disco più ascoltato su Spotify in Italia nel 2023. Ora dopo un Sanremo memorabile, il nuovo Maradona del rap italiano vuole subito cercare di ripetersi. I bookmaker sono dalla sua, noi pure.
Deserti
Piero Pelù
7 giugnoIl disco per i ragazzacci (è ovviamente una cit.), seconda parte della «trilogia del disagio» iniziata quattro anni fa con Pugili fragili. Oltre ai singoli Novichok e Maledetto cuore, contiene una versione unplugged di Il mio nome è mai più per il 25ennale del pezzo pubblicato con Jovanotti e Ligabue ai tempi dell’intervento della Nato nella guerra in Kosovo.
Long Story Short
Laila Al Habash
7 giugnoHa 25 anni, ma suona da almeno dieci. La cantautrice italo-palestinese Laila Al Habash pubblica due anni dopo Mystic Motel il nuovo EP Long Story Short. «Per farla breve, quando breve non è». Un viaggio personale che esplora alcune forme di relazione. Lei dice: «Ci ho messo il cuore, il tormento e il groove». Siamo curiosi.
Always Centered at Night
Moby
14 giugnoNon deve essere facile essere Moby. Odiato, amato, sopravvalutato, sottovalutato, apprezzato, disprezzato. Arrivato alla soglia dei 60 anni, il producer e dj americano divide il pubblico come non mai. Il suo 22imo (!) album in studio sarà composto da 13 tracce arricchite da altrettante collaborazioni (tra cui Serpentwithfeet e Lady Blackbird).
As It Ever Was, So It Will Be Again
The Decemberists
14 giugnoNono album in studio, il primo in sei anni, nonché «il primo intenzionalmente doppio» come hanno scherzato su Instagram presentando il singolo Joan in the Garden lungo ben 19 minuti. La formula della band di Portland rimane quella che da sempre la contraddistingue: anima folk, sferzate indie rock, ottimo songwriting.
Bow to Love
Isobel Campbell
14 giugnoA inizio millennio Isobel Campbell era la voce su cui tutti avrebbero puntato. Quattro dischi solidi, poi le collaborazioni con Bill Wells e soprattutto quelle con Mark Lanegan con cui pubblica tre album. Poi dieci anni di silenzio prima del ritorno, nel 2020, con There Is No Other. «L’album parla di ciò in cui ci troviamo tutti in questo momento, della vita di ognuno come microcosmo all’’interno di un sistema infinitamente più grande», ha spiegato.
One Hand Clapping
Paul McCartney & Wings
14 giugnoRegistrato 50 anni fa agli Abbey Road Studios, unisce hit dei Wings a cover e rivisitazioni dei classici dei Beatles. Per i collezionisti anche cinque brani suonati solamente da Paul nel cortile degli studio. Imperdibile.
Fine Art
Kneecap
14 giugnoUna delle novità più interessanti del rap europeo: vengono da Belfast, rappano in irlandese, fanno hip hop con l’energia caotica della musica tradizionale, sono contro ogni settarismo, suscitano un sacco di polemiche. A questo link profilo e intervista.
Poptical Illusion
John Cale
14 giugnoPoco più di un anno dopo Mercy, l’82enne John Cale pubblica un altro disco. Viene presentato come un album di «sentimenti di rabbia feroce e inquisitoria», nonostante il titolo giocoso. Si sono già sentite How We See the Light e Shark-Shark.
V
Black Country Communion
14 giugnoVi siete dimenticati di loro? Ripassino: i Black Country Communion sono la band formata dal cantante Glenn Hughes (Deep Purple e non solo) col fenomenale chitarrista rock-blues Joe Bonamassa, il batterista e figlio-di Jason Bonham e Derek Sherinian (ex Dream Theater). Sì, fanno la musica che v’aspettate anche solo leggendo i nomi dei musicisti. Qui ad esempio c’è Stay Free.
Vagabonds, Virgins & Misfits
Mike Campbell & The Dirty Knobs
14 giugnoÈ una storia triste e bella allo stesso tempo. Triste perché Mike Campbell era il chitarrista e una delle menti musicali degli Heartbreakers, la band storica del compianto Tom Petty. Bella perché per incidere il terzo disco coi Dirty Knobs (sua definizione: «just a boogie rock band») il chitarrista è tornato dopo mezzo secolo nello studio a Tulsa, Oklahoma dove aveva registrato il primo demo con Petty. Tra gli ospiti di Vagabonds, Virgins & Misfits (bel titolo), Lucinda Williams, Graham Nash, Chris Stapleton e l’amico Benmont Tench.
The Art of the Lie
John Grant
14 giugnoProdotto da John Grant con Ivor Guest, nel nuovo disco del cantautore ci sono anche il chitarrista Dave Okumu, il batterista Seb Rochford e il bassista Robin Mullarkey. Una mega band che potete già assaggiare nel primo singolo super funky It’s a Bitch: «È stato fantastico realizzare questo brano che consiste semplicemente nel divertirsi con parole, sintetizzatori, ritmi e linee di basso. E anche nel prendere in giro questo malessere post Covid». Ce n’è bisogno come il pane.
Dopamine
Normani
14 giugnoA giugno sarà “guerra” tra due ex membri delle Fifth Harmony: Normani e Camila Cabello. E se per la seconda c’è una carriera solista già rodata, Normani debutta col suo primo, attesissimo album. Sono passati sei anni dalla fine della sua vita precedente, in mezzo ci sono stati singoli e collaborazioni ma ora è il momento della prova del fuoco.
Éxodo
Peso Pluma
20 giugnoIl 2023 per Peso Pluma ha significato un Grammy per Genesis, oltre a tour mondiali e numeri da record. Per il suo nuovo lavoro, il Mick Jagger messicano ha dovuto affrontare la fama, le pressioni e alcuni problemi con il narcotraffico (tra cui minacce di morte). Lui con Éxodo ha però un solo obiettivo: portare la música mexicana in cima alle classifiche.
Petty Country
AA.VV.
21 giugnoUn tributo country alla musica di Tom Petty curato da amici e collaboratori del musicista tra cui George Drakoulias. Ci sono Dolly Parton, Chris Stapleton, Lady A, Thomas Rhett, Willie Nelson & Lukas Nelson, Dierks Bentley, Luke Combs e altri.
9 Sad Symphonies
Kate Nash
21 giugnoEra la next big thing della musica alternativa inglese, con due album (Made of Bricks e My Best Friend Is You) capaci di conquistarsi un pubblico globale grazie a quel taglio indie pop e quell’autoironia unica. Poi qualcosa da quel 2010 si è rotto. Solo due album (Girl Talk e Yesterday Was Forever), intervallati dalla carriera d’attrice (l’avete vista nella serie Neftflix Glow). Riuscirà a tornare ai fasti degli esordi?
Proxy Music
Linda Thompson
21 giugnoLinda Thompson ha 76 anni e Proxy Music è il suo primo album in dieci e passa anni. Essendo affetta da disfonia spasmodica, ha affidato l’interpretazione delle canzoni che ha scritto ad amici e famigliari, gente di talento s’intende, da cui il titolo Proxy Music. Parliamo di Rufus e Martha Wainwright, John Grant, le Unthanks, Eliza Carthy, i Proclaimers, i figli Kami e Teddy Thompson. Bella la copertina che cita quella del primo dei Roxy Music.
D
Daryl Hall
21 giugnoNegli ultimi mesi si è parlato di Daryl Hall soprattutto per il brutto modo in cui sta finendo il sodalizio con John Oates (se non avete mai sentito I Can’t Go for That (No Can Do), Maneater o Out of Touch, andate a ripassare). Questo è il sesto album di una carriera solista parallela iniziata nel 1980 ed è scritto in buona parte e prodotto con Dave Stewart degli Eurythmics. Non ci si aspetta chissà che, come dimostra il primo singolo Can’t Say No to You.
The Secret of Us
Gracie Abrams
21 giugnoProtetta di Taylor Swift, di cui ha aperto qualcosa come 31 concerti, la cantautrice classe 1999 torna con The Secret of Us, album che contiene anche un duetto proprio con Taylor. «Ho guardato tutti i suoi spettacoli che ho avuto la fortuna di aprire cercando di capire come è in grado di fare quello che fa». Se è vero che si impara dai maestri…
Early Daze
Neil Young with Crazy Horse
28 giugno«Early Daze racchiude lo stile unico della band all’inizio degli anni ’60, e mostra l’essenza delle loro performance dal vivo e il loro contributo all’evoluzione del rock’n’roll». Così viene presentato l’album di archivio contenente registrazioni coi Crazy Horse datate 1969.
Songwriter
Johnny Cash
28 giugnoLa nostalgia non dorme mai, il mercato degli “inediti” neppure. Songwriter contiene 11 pezzi autografi incisi nel 1993 dal gigante della musica americana. È prodotto dal figlio John Carter Cash con David “Fergie” Ferguson che hanno arricchito i demo dell’epoca con l’accompagnamento di una band e gli interventi di ospiti che vanno da Dan Auerbach dei Black Keys a Vince Gill. Quelle del ’93 sono, per intenderci, le session poi abbandonate per dedicarsi con Rick Rubin al progetto American Recordings che ha rilanciato alla grande la carriera di Johnny Cash.
Love Changes Everything
Dirty Three
28 giugnoSei pezzi intitolati tutti Love Changes Everything seguiti da un numero romano da I a VI. Si ripresenta così il trio formato da Warren Ellis (da tempo braccio destro di Nick Cave), Mick Harvey e Jim White. Violino (o viola), chitarra, batteria e zero storie. Un primo (anche nel senso di I) assaggio è a questo link.
Love Heart Cheat Code
Hiatus Kaiyote
28 giugnoLa band australiana di jazz-funk-soul futuristico è roba da cultori della musica nera e delle sue rivisitazioni sofisticate, un po’ giocose e un po’ serissime. «Sono una massimalista che finisce per complicare ogni cosa, maledizione», ha detto Nai Palm a proposito del disco, «ma più fai esperienze di vita e più diventi rilassata e disinibita». Ovvero: puoi essere sia profonda che comunicativa, e questa volta «niente complessità se la canzone non lo richiede». I primi estratti (qui ad esempio la title track) promettono bene.
Mega
Megan Thee Stallion
28 giugnoSe i colleghi maschi lottano su chi fa parte dei Big Three, tra le donne il podio sembra ben saldo nelle mani di Nicki Minaj, Cardi B e Megan Thee Stallion. La rapper texana negli ultimi anni ha fatto tutto bene, dai singoli alle ospitate televisive, e con questo terzo album vorrebbe distanziare le rivali (in particolare l’odiata Nicki Minaj, dissata in Hiss, uno dei singoli dell’album). Le chance sono dalla sua.
C, XOXO
Camila Cabello
28 giugnoAltra ex Fifth Harmony, questa volta con diversi album all’attivo, Camila Cabello torna rivoluzionando il suo pop, che da latino passa a sonorità più da club. Abbiamo avuto il primo criticatissimo singolo I Luv It e il secondo col feat. di Lil Nas X. Capelli decolorati e nuova era, come si dice ora. Nel disco ci sarà anche Drake. Let the new era begin.
God Said No
Omar Apollo
28 giugnoDue anni dopo aver debuttato con l’acclamato Ivory, è tempo di conferme per il cantautore messicano Omar Apollo che pubblica il secondo disco a cui ha lavorato agli Abbey Road Studios di Londra. Un titolo ispirato dalla valutazione di un amico sulla sua relazione recentemente finita: «Ho dato tutto e Dio ha detto no». Dopo aver pubblicato il singolo Spite, Apollo ha raccontato a Rolling Stone di essersi ispirato a Kate Bush, Giorgio Moroder, Labi Siffre, Jeff Buckley, Lana Del Rey e Beyoncé.