“Blue Rev” Alvvays (7 ottobre)
Annunciato da Pharmacist (per molti una rivelazione), Easy on Your Own?, Belinda Says e Very Online Guy, Blue Rev è il disco che potrebbe far fare un ulteriore balzo in avanti al gruppo guitar rock canadese esploso a livello indie cinque anni fa con Antisocialites. Consigliato a chi ama l’abbinamento fra suoni fuzzy e melodie sognanti. In copertina, una foto di famiglia della cantante Molly Rankin.
“Coping Mechanism” Willow (7 ottobre)
A soli 22 anni, la figlia di Will Smith è già al quinto disco, che arriva a un anno di distanza dal fortunato Lately I Feel Everything, pop-punk benedetto delle collaborazioni di Travis Barker e Avril Lavigne. Chi come Rolling Stone US ha sentito in anteprima Coping Mechanism ne parla molto bene.
“Rolling Golden Holy” Bonny Light Horseman (7 ottobre)
Loro sono Anaïs Mitchell (ne abbiamo scritto qui), Josh Kaufman, Eric D. Johnson. Il loro album d’esordio aveva incantato gli amanti del folk americano con una serie di adattamenti contemporanei di antichi standard. Il materiale di Rolling Golden Holy è invece originale, anche se a giudicare dai primi estratti sembra senza tempo.
“Please Have a Seat” Nnamdï (7 ottobre)
Tenetelo d’occhio. Questo artista di Chicago è inclassificabile, è strambo (nel senso migliore del termine), fa tutto da solo, è stato in tour con gente strafiga come Wilco, Sleater-Kinney, Black Midi. L’album viene descritto come il frutto di un periodo di riflessione. «Mi sono reso conto che non mi prendo mai del tempo per sedermi e valutare la situazione in cui mi trovo. Volevo essere presente. Ogni canzone è nata da un momento di chiarezza».
“Cherry” Daphni (7 ottobre)
Il progetto più club di Dan Snaith, meglio conosciuto come Caribou, torna con il suo terzo disco. Cherry finora è stato anticipato da cinque brani, Arrow, Cherry, Cloudy, Clavice e Mania, cinque bombette da dancefloor con ampi rimani alla scena house. Lo balleremo parecchio.
“Ice, Death, Planets, Lungs, Mushrooms and Lava” King Gizzard & The Lizard Wizard (7 ottobre)
Siccome King Gizzard & The Lizard Wizard sono mezzi pazzi, nel mese di ottobre pubblicheranno ben tre album. Gli altri due si intitolano Laminated Denim (due pezzi da 15 minuti ciascuno, 12 ottobre) e Changes (sette canzoni le cui iniziali compongono il titolo del disco, 28 ottobre).
“Loose Future” Courtney Marie Andrews (7 ottobre)
Costretta per la prima volta in molti anni a stare a casa e non in tour, Courtney Marie Andrews ha scritto il suo primo libro di poesie, ha fatto la sua prima mostra di quadri e ha coronato questo periodo di riscoperta di sé con questo album. S’annuncia come il contrario del precedente Old Flowers, un disco sull’innamorarsi e non sul lasciarsi.
“Under the Midnight Sun” The Cult (7 ottobre)
Sì, sono i Cult di Ian Astbury e Billy Duffy che tornano a sei anni dall’ultimo album in studio. Si sono sentiti per ora due pezzi: A Cut Inside e Give Me Mercy.
“Cantera Machete Vol. II” AA.VV. (7 ottobre)
L’episodio 2 del format di Machete che punta a scovare i talenti emergenti della scena rap e trap torna con 11 nuovi artisti scovati attraverso Twitch e selezionati da Jack the Smoker e Charlie KDM. Troveremo qualcuno che ci stupirà?
“Ologenesi” Little Pieces of Marmelade (7 ottobre)
Anticipato dai singoli Canzone 7 e Canzone 10, il disco della band uscita da X Factor è prodotto da Manuel Agnelli. «È stato fondamentale, ha riordinato il nostro caos e ci ha incoraggiati a proseguire sulla nostra strada. Uscire dalla scatola magica della tv e ritrovarsi nel bel mezzo di una pandemia mondiale ci ha segnato. Quando finalmente potevamo correre, siamo rimasti fermi, come tutti. Senza soldi, ovviamente. Tra le due ondate, un tour. E se sei in giro scrivi poco. Quando siamo rientrati a casa volevamo solo scrivere e buttare fuori questo senso di oppressione».
“Magico” Mondo Marcio (7 ottobre)
«Parla del tenersi stretti la propria magia interiore», ha raccontato Mondo Marcio in questa intervista. «Scrivere questo disco mi ha insegnato ad apprezzare di più le piccole cose, e a esercitare la gratitudine, una cosa che quando sei ambizioso come me tendi a non considerare neanche».
“La paura va via da sé se i pensieri brillano” Nada (7 ottobre)
Prodotto da John Parish e registrato da Marco Tagliola ai Real World di Peter Gabriel, è un disco in puro stile Nada underground. «Come dice Leonida, la protagonista del mio romanzo del 2016, io non mi sono mai sentita giovane, per cui non posso sentirmi vecchia», ci ha detto in questa intervista.
“Scacco al maestro Volume II” Calibro 35 (14 ottobre)
Il secondo volume dell’omaggio a (anzi, della partita a scacchi con) Morricone contiene i feat di Joan As Police Woman (The Ballad Of Sacco And Vanzetti), Elisa (Ancora qui), Alessandro Cortini (synth in La tarantola dal ventre nero) e Roy Paci (tromba in Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più).
“Oltre la zona sicura” Alan Sorrenti (14 ottobre)
È uno dei ritorni dell’anno, nella musica italiana. Annunciato da un’apparizione al MiAmi e dal singolo Giovani per sempre (un titolo un programma), è il disco col quale l’uomo di Figli delle stesse rivendica l’attualità del suo linguaggio, con la complicità del produttore Ceri. Si sono ascoltate anche Oggi e Gli alti siamo noi.
“Confusional Quartet” Confusional Quartet (14 ottobre)
Riecco i marziani nella new wave italiana. Un nuovo album di inediti dopo 10 anni, tra no wave, jazz-rock, un po’ di prog, funk. Confusione creativa rivendicata come sinonimo di libertà.
“From the Rooftop 2” Coez (14 ottobre)
Una session acustica che conta sette canzoni, a sei anni dal primo volume. Pezzi rivisitati, Fuori orario di Guè, due ospiti, Frah Quintale (Nei treni la notte) e Ariete (Margherita).
“Pain” Vale Pain (14 ottobre)
“Cerco la felicità, mentre voi cercate di farcela”. Il nuovo album del membro del collettivo Seven 7oo è annunciato come un lavoro riflessivo, maturo e realista. Non contiene Senza Emotions con Anna e Te quiero, i suoi ultimi pezzi (su Spotify il rapper ha già ascoltatori mensili di Vasco Rossi).
“Diamanti” Ginevra (14 ottobre)
Nel pop italiano mancava una come Ginevra. Talentuosa, ricercata, a fuoco, l’artista torinese finora non ha sbagliato una mossa. Diamanti è la prova del nove. Potrebbe essere l’alba di un possibile nuovo – e migliore – pop nazionale.
“Homunculus” Capibara (14 ottobre)
Il più istrionico tra i producer italiani torna con un doppio disco per 30 tracce, un’opera sulla decostruzione sonora, una follia che si infila nei peggiori rabbit hole della musica elettronica e della internet culture con la folle grazia a cui Capibara ci ha abituati.
“Comalies XX” Lacuna Coil (14 ottobre)
Non è il nuovo album della band, ma una “decostruzione” del disco di vent’anni fa. «Per celebrare il ventesimo anniversario di Comalies abbiamo ritenuto che questo album speciale meritasse qualcosa di più di una semplice rimasterizzazione. Non gli abbiamo solo dato un nuovo vestito, abbiamo costruito un nuovo scheletro e gli abbiamo dato una nuova pelle e nuova vita. Comalies XX è vivo e cammina da solo, questo non è un remake o un reboot, è Comalies sotto steroidi».
“Return of the Dream Canteen” Red Hot Chili Peppers (14 ottobre)
Oltre ad essere il secondo album dei Peppers in un anno, è pure doppio (su LP). È stato registrato con Rick Rubin durante le session di Unlimited Love e a giudicare dai due pezzi ascoltati, Tippa My Tongue e l’omaggio a Van Halen Eddie, non dovrebbe discostarsene radicalmente.
“Being Funny in a Foreign Language” The 1975 (14 ottobre)
Uno dei dischi più attesi dell’anno per una delle band del momento. Being Funny in a Foreign Language è un ritorno agli strumenti, alle jam e al feeling suonato, ma mantiene quell’imprevedibilità senza generi marchio di fabbrica dei 1975. Si parla di cancel culture, fine del mondo e un po’ di gossip (chi vuole può trovarci qualcosa della relazione tra Matt Healy e FKA twigs), con quell’ironia tagliante in puro stile British, ma a dominare è il tema più universale di tutti: l’amore. «Parlare di nichilismo, dipendenze e sesso è cool quando hai vent’anni. Poi si cresce», ci ha raccontato il leader della band, Matt Healy.
“Apocalypse Love” Black Lips (14 ottobre)
«Uno strano disco dance», «la somma di tutte le nostre influenze», «come negli anni ’50 e ’60, una collezione di grandi singoli». Nemmeno i membri dei Black Lips riescono a definire la musica del loro nuovo album, una miscela eccitante di rock’n’roll, garage, punk-rock, vecchio country.
“Foreverandevernomore” Brian Eno (14 ottobre)
Il padre della musica ambient torna con un disco cantato. «La mia voce è cambiata, si è abbassata, è diventata una personalità diversa da cui posso cantare», ha detto Eno parlando di canzoni che sono «paesaggi ma questa volta con gli esseri umani». Ed è proprio questa l’idea che abbiamo avuto ascoltato i primi due estratti: We Let It In e There Were Bells.
“Space Force” Todd Rundgren (14 ottobre)
Annunciato come uno dei dischi più vari della carriera di Good Rundgren, Space Force si avvale delle collaborazioni di Rivers Cuomo (Weezer), Roots, Lemon Twigs, Sparks, Thomas Dolby, Steve Vai, Rick Nielsen (Cheap Trick), Neil Finn e altri. A questo link c’è Puzzle con Adrian Belew.
“Reality” Bill Callahan (14 ottobre)
«Sentivo la necessità di risvegliare le persone», dice Bill Callahan di Reality, «risvegliare il loro amore, la loro gentilezza, la loro rabbia, risvegliare qualsiasi cosa avessero. Far funzionare di nuovo i loro sensi. (…) Sembrava che stessimo uscendo da qualcosa, che ci stessimo liberando. Così mi immaginavo canzoni che avessero senso di fronte a pubblico in questo momento cruciale, in cui ci si avventurava e le cose potevano andare in un modo o nell’altro. Una reintroduzione alle basi della vita. Dell’interazione umana. Faccia a faccia. Una nuova visione chiara. Un nuovo modo. Che probabilmente è solo un vecchio modo che avevamo abbandonato».
“Dirt Femme” Tove Lo (14 ottobre)
È quasi una decina di anni che l’artista svedese sembra sul punto di esplodere e consacrarsi nel gotha del pop mondiale. E invece il botto non è ancora arrivato. Tove Lo ha un talento cristallino nella scrittura delle melodie, ma deve forse ancora fare un piccolo passo per convincerci tutti. Ce la farà con Dirt Femme?
“Playgirl” Lolo Zouaï (14 ottobre)
Dopo aver aperto il Future Nostalgia Tour di Dua Lipa, c’è attesa attorno al secondo album di Lolo, artista americana di origine francesi e algerine. La prima traccia estratta, l’omonima Playgirl è un’ambiziosa gemmetta hyperpop correlata a un’estetica internettiana da anni 2000 che fa ben sperare.
“Mata” M.I.A. (14 ottobre)
L’avevamo data per bollita e invece, con un colpo di coda e una conversazione al cristianesimo, l’artista srilankese ci ha piazzato tre singoletti mica male: The One, Popular, Beep. Agitatrice politica, musicista influente, popstar viziata: M.I.A. è ancora tutto questo, ma Mata potrebbe aiutarci a capire qualcosa di più di una delle musiciste più difficile da comprendere.
“Stay Close to Music” Mykki Blanco (14 ottobre)
A Mykki Blanco non piace l’etichetta di rapper e lo ribadisce con quest’album. Nato come costola del precedente Broken Hearts & Beauty Sleep, Stay Close to Music è un disco suonato e pieno di imprevedibili sfaccettature in cui troviamo collaborazioni con Michael Stipe, Anohni, Jonsi, Devendra Banhart. Dal queer rap al queer pop, Mykki rimane un personaggio unico nel panorama internazionale.
“It’s Only Me” Lil Baby (14 ottobre)
Lanciato da Detox, arriva dopo il documentario sul rapper Untrapped. Non si sa molto. Anzi, solo pochi giorni fa Lil Baby ha scritto sui social di avere chiuso il disco: “23 songs 7 features, no deluxe”.
“The Car” Arctic Monkeys (21 ottobre)
Dopo il viaggio fantascientifico di Tranquility Base Hotel & Casino, gli Arctic tornano con un disco che si preannuncia solido ed elegante come i primi due singoli estratti, There’d Better Be a Mirrorball e Body Paint, che hanno da subito chiarito l’intento cinematico dell’opera. Come se la band stesse musicando un film di James Bond.
“Midnights” Taylor Swift (21 ottobre)
No, non è una Taylor’s Version, ma un disco a tema per gente insonne, «una raccolta di pezzi scritti nel cuore della notte, un viaggio tra incubi e sogni». Per ora Taylor ha spoilerato ben poco e sta centellinando i titoli della tracklist. C’è da chiedersi: Midnights avrà brani scritti con penna d’oca, stilografica o glitterata?
“Stumpwork” Dry Cleaning (21 ottobre)
Dopo il boom del 2021 con New Long Leg, il debutto pieno di storie recitate da Florence Shaw su basi post rock, la band torna a collaborare con John Parish negli stessi studi e con lo stesso team del primo disco. «I testi surrealisti» promette un comunicato stampa «sono sempre in prima linea, ma ora c’è una sensibilità per i temi della famiglia, del denaro, della politica, dell’autoironia e della sensualità».
“The Loneliest Time” Carly Rae Jepsen (21 ottobre)
A dieci anni da Call My Maybe, Carly è tornata trasformando la solitudine in qualcosa di positivo. Ce lo ha raccontato in questa intervista.
“True North” A-ha (21 ottobre)
Sì, tornano gli A-ha, quelli di Take on Me. È il loro primo album di canzoni nuove dal 2015 ed è abbinato a un film che riprende la band durante le session del novembre 2021 con la Arctic Philharmonic Orchestra a Bodø. «È una lettera degli A-ha spedita dal Circolo Polare Artico, un poema dall’estremo nord della Norvegia».
“Direction of the Heart” Simple Minds (21 ottobre)
Dai Simple Minds non ci si aspetta oramai niente, se non di portare in giro i vecchi successi e non fare album scadenti. Nel 2022 si sono sentiti due pezzi nuovi, Vision Thing e First You Jump. Loro dicono che nell’album ci sono i «Simple Minds at their very best», a giudicare dai due pezzi sembra più «more of the same».
“Oxymore” Jean-Michel Jarre (21 ottobre)
Omaggio al compositore francese Pierre Henry, la cui vedova ha dato a Jarre alcune bozze di alcuni materiali, vuole essere un viaggio immersivo dal punto di vista sonoro. «È un tentativo di illustrare ed esplorare nuovi modi di collegare tecnologia e musica. All’ascoltatore offre l’esperienza di una modalità più fisica e naturale di sentire il suono e la musica. Nella vita reale la nostra percezione sonora è a 360 gradi e Oxymore è stato composto pensando specificamente all’esperienza con l’audio spaziale».
“Shufflemania!” Robyn Hitchcock (21 ottobre)
Il ritorno dell’antieroe del cantautorato pop-rock. A cinque anni dal disco precedente, «10 nuove canzoni di Robyn Hitchcock gloriosamente ingegnose, il tutto sotto i 40 minuti». Che cos’è la sufflemania? «È fare surf sul destino», risponde Hitchcock, «fidarsi del proprio intuito e fare la corrida col fato. È abbracciare il caso e ballare con esso, anche quando farebbe bene a lavarsi i denti».
“And I Have Been” Benjamin Clementine (28 ottobre)
Concepito durante il lockdown, è scritto, suonato, prodotto e persino mixato dallo stesso Clementine. Si sono ascoltate Delighted, Genesis («un pezzo sulla continua negazione delle mie radici»), Copening e Weakend. Nel 2023 dovrebbe uscire un altro album in qualche modo legato a questo.
“Actual Life 3” Fred Again (28 ottobre)
Nel grande revival della musica clubbing inglese degli anni ’90, Fred Again è l’espressione più sicura, efficace e a fuoco in circolazione. I suoi brani funzionano perfettamente sia sul dancefloor che nelle cuffiette, tra ritmi incalzanti e melodie zuccherine. Actual Life 3 continua questo percorso puntando a diventare un must dei club per questo autunno.
“Sentimental Fool” Lee Fields (28 ottobre)
«Volevo incidere un disco diverso e dare spazio alla voce di Lee», ha detto il produttore Gabriel Roth Roth della Daptone Records. «Ci siamo presi del tempo per esaminare ognuno di questi brani, riducendoli a puro sentimento. Lee potrebbe essere il più grande cantante vivente e non credo che abbia mai cantato meglio che in queste session».
“Duality” Dardust (28 ottobre)
Doppio album, doppia “anima”: da una parte i pezzi per pianoforte, dall’altra quelli elettronici. «La passione che coltivo per lo studio della psicologia umana mi ha aiutato a comprendere il dualismo da sempre presente nella mia espressione musicale. Negli album precedenti, il mondo emozionale del piano e il mondo più cognitivo dell’elettronica si sono sempre fusi creando nuove prospettive sonore e un crossover a cavallo tra neoclassica e pop con elementi magici che provengono dalle colonne sonore, da un certo mondo club, dai fantasy movie, dalla musica romantica. In questo step ho deciso invece di lavorare questi due aspetti come se fossero lavorati dai miei due emisferi separatamente. Bianco e Nero, Elettronica e Pianoforte. I due estremi del mio immaginario musicale e artistico come Dardust».