I migliori album italiani del 2024 (fino a oggi) | Rolling Stone Italia
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I migliori album italiani del 2024 (fino a oggi)

Il meglio di questi primi sei mesi di musica italiana: segni di vita dalla canzone d’autore e dal rock anni ’90, un rapper che canta di diavoli e Ilva, il prototipo della nuova popstar, musiciste italiane che per fortuna non lo sembrano, Napoli città futura, dischi sghembi e smattate pop

I migliori album italiani del 2024 (fino a oggi)

Mace, Anna, Angelina Mango, Rose Villain, Cosmo, Geolier, Mahmood

Foto: Dubitante (1), Andrea Ariano (2), press (3), Federico Earth (4), Nicholas Garlisi (5), Vittorio Cioffi (6), Giulia Bersani (7). Artwork: Stefania Magli

Realtà aumentata

Subsonica

12 gennaio 2024

Lo sappiamo tutti e lo sanno anche loro che questo non è l’album migliore dei Subsonica. Ma è il suono di un gruppo in cui il tutto eccede la somma delle parti, musicisti che si sono guardati in faccia e si sono domandati: vale la pena continuare? La risposta è sì, vale la pena. Magari usando uno stile consolidato, che nel 2024 diamo per scontato se non superato, per mettere in musica due o tre cose sul mondo in cui viviamo. Tra mestiere e “magia”, continuano ad essere una bella anomalia.

Stillness, Stop: You Have a Right to Remember

Any Other

26 gennaio 2024

Una delle cose belle di Stillness, Stop: You Have a Right to Remember è l’equilibrio tra la pulizia e la delicatezza di certi arrangiamenti, anche vocali, e il fatto che si canti con sensibilità di cercare di mettere in ordine la vita che, come per tutti, è incasinata. Un’altra cosa bella: non sembra nemmeno un disco italiano. Non che i dischi italiani siano mediocri per definizione, ma è evidente che Any Other è fuori da ogni categoria del nostro pop e s’inserisce in una apprezzata tradizione di cantautorato anglosassone underground.

Nei letti degli altri

Mahmood

16 febbraio 2024

A volte si può vincere perdendo. È quello che è successo a Mahmood quest’anno a Sanremo. Non avrà vinto ma la sua Tuta Gold l’ha fatto riesplodere. Il pezzo però era solo l’anticipo di un disco solido, maturo, il terzo. Nei letti degli altri è la sua conferma e ci fa capire che in un Paese che storicamente fatica a costruire popstar esportabili, lui è l’eccezione.

Città futura

Bassolino

1 marzo 2024

Napoli è una città futura, ma anche retrofuturistica in questo EP, è una città reimmaginata da gente che conosce la storia della scena musicale locale negli anni ’70. È una città in cui non ci sono solo i concerti dei rapper al Maradona, ma anche session di musicisti veri (scusate) per i quali il funk, il soul, il jazz, il pop sono la stessa cosa, sono musica. E allora, vota Dario Bassolino sindaco del newpolitan power.

I nomi del Diavolo

Kid Yugi

1 marzo 2024

Per anni ci siamo lamentati che la nuova generazione urban non avesse testi e profondità. Che non desse peso a tutto questo. Poi è arrivato Kid Yugi, non a caso il giovane più amato dalla vecchia generazione (di lui hanno parlato benissimo Salmo, Noyz Narcos e molti altri storici della scena), a riportare la scrittura e lo storytelling al centro della musica. Ispirato al Signore delle mosche di William Golding, mischia letteratura e videogame, grandi featuring e una certa intelligenza nella scelta dei temi da trattare dal mal di vivere all’Ilva di Taranto. Teniamolo d’occhio.

Radio Sakura

Rose Villain

8 marzo 2024

È il sequel ideale di Radio Gotham, ma arriva dopo il successo sanremese, un rollercoaster da cui ne esce, almeno in queste tracce, con canzoni più intime. Dentro questo disco ci sono pop, rap, elettronica, latin. Se Gotham era una città scura, qui Rose ha spazzato via la notte. Let the sunshine in.

Sulle ali del cavallo bianco

Cosmo

15 marzo 2024

Dopo un disco coraggioso ma non perfettamente a fuoco come La terza estate dell’amore, Cosmo ha deciso di riabbracciare con più fiducia la forma canzone anche grazie alla collaborazione, in fase di produzione, di Not Waving. Per arrivarci c’è stato bisogno di un viaggio interiore e psichedelico, come ci raccontava qui. Il risultato è un pop alieno che ci regala alcune delle canzoni italiane più esaltanti di questi primi sei mesi.

Un segno di vita

Vasco Brondi

15 marzo 2024

Amore e altri disastri, privati e collettivi. Stai a vedere che facendo un disco più lineare, semplice, al tempo stesse pop e impopolare, a suo modo “classico”, Vasco Brondi ha trovato la strada giusta per mettersi alle spalle le canzoni imperfette ma folgoranti delle Luci della Centrale Elettrica. Senza rinnegare quel linguaggio, ma abbracciando più calorosamente i suoi personaggi, quasi confortando loro e noi, come nel caso di Sara, che crede in chi grida nei dischi. Canzoni cantabili in coro, per niente facile per uno come Brondi.

Icon

Tony Effe

15 marzo 2024

Il nostro sbruffone preferito: l’ex Dark Polo Gang fa il bad boy ma, in alcune tracce, mette in mostra anche il suo lato più sensibile (se possiamo chiamarlo così). Le produzioni di Drillionaire funzionano e Tony Effe fa esattamente Tony Effe, tra hit radiofoniche (Miu Miu), spacconeria e riferimenti alla cultura hip hop. Divertente.

Popolari

Rhove

29 marzo 2024

Rhove non è come credete. Dopo una serie di singoli di successo (chi non conosce Shakerando?) il rapper di Rho ha pubblicato un disco che dà l’idea di essere costruito molto meno in vitro rispetto a parecchi dischi di colleghi dello stesso settore merceologico. Rhove dice di averci messo dentro tutto se stesso, senza farsi teleguidare da nessuno. Buona la prima, anzi buono il primo (disco).

Māyā

Mace

5 aprile 2024

Il passo fuori dal mucchio che Mace ha compiuto negli ultimi tre anni, da quel fortunatissimo Obe del 2021 seguito l’anno successivo dall’ancora più azzeccato Oltre, è stato esaltante. In questa tripletta Māyā è probabilmente è l’album meno riuscito, ma resta comunque due spanne sopra la maggior parte dei dischi dei colleghi. Non tutti i featuring funzionano, ma quando gli incastri girano è tutto un piacere. Immaginare un altro mainstream è possibile.

Closer

Maria Chiara Argirò

16 aprile 2024

Che bello sapere che c’è tutta una schiera di talentuose musiciste italiane capaci di essere apprezzate non solo nel nostro Paese, ma anche all’estero. Tra queste una segnalazione d’onore va a Maria Chiara Argirò e al suo quarto album in studio, Closer, pubblicato dall’etichetta losangelina Innovative Leisure. Dopo aver calcato i palchi del SXSW in Texas o del Glastonbury in Inghilterra, e dopo essere finita tra gli ascolti consigliati di Four Tet e nella serie Netflix Élite, il nuovo capitolo della carriera della musicista italiana è una piacere per le orecchie, un avant pop capace di flirtare con elettronica, jazz, avanguardia.

Acqua

Ele A

10 maggio 2024

Fa strano constatare che ci stupiamo ancora quando una donna che rappa in italiano spacca. Ma forse qualcosa sta finalmente cambiando, o almeno è quello che speriamo. La svizzera Ele A in questo senso è una boccata d’aria fresca di cui avevamo bisogno in una scena – quella rap e trap – in cui il testosterone si assesta ancora a dei livelli preoccupanti. Lei scrive e rappa bene, che è tutto ciò di cui avevamo bisogno, e in soli sette brani (sì, Acqua è a tutti gli effetti un EP lungo).

Nevermind the Tempo

I Hate My Village

17 maggio 2024

Dicono: è un manualetto per sbagliare. Sicuramente è un bell’esempio su come non fare un disco nel 2024 se si vuole andare in classifica. Loro l’han fatto comunque ed è strambo, allucinato, stranamente seducente, un album di canzoni scritte per essere tali, a differenza dell’esordio, ma comunque talmente sghembe da restare oggetti sonori da decifrare. Loro sono Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Fabio Rondanini (Calibro 35), Marco Fasolo (Jennifer Gentle), Alberto Ferrari (Verdena) e si sente, nel senso che è uno di quegli album in cui senti musicisti dialogare, prendersi rischi, metterci tutta la fantasia che hanno. Nevermind the Tempo è l’album che metti su quando leggi la classifica FIMI e ti deprimi.

Poké melodrama

Angelina Mango

31 maggio 2024

La bella confusione di Angelina Mango, talento in ascesa del nostro pop. Poké melodrama è un romanzetto di formazione ballabile, autobiografia colorata, mai malmostosa, intensa il giusto d’una ragazza cresciuta a Lagonegro, in Basilicata, con un padre morto quando lei aveva 13 anni, un fratello con cui immaginare d’essere nelle Cronache di Narnia, i casini nella testa tipici delle adolescenti, una vita da capire e da inventare. È un mix di festa di piazza e aspirazioni internazionali che funziona soprattutto nei pezzi autobiografici intensi e nelle smattate in cui Mango balla sui traumi.

Dio lo sa

Geolier

7 giugno 2024

È da un anno che Geolier è il Manu de oro della musica italiana,ma Dio Lo Sa – che arriva dopo un Sanremo andato al di là di ogni aspettativa – conferma quanto di buono era stato dimostrato e raccontato ne Il coraggio dei bambini. C’è una differenza tra il disco di chi comanda la scena e quelli degli altri: l’impegno che ci mettono i featuring. Ascoltate qui Guè, Sfera Ebbasta, Lazza (che attacca con una citazione di un classico del rap italiano come Giorni matti di Bassi Maestro), la stella argentina Maria Becerra, e capirete di cosa parliamo. Geolier ha messo il talento in cassaforte: per Napoli, e l’Italia, il futuro del rap è salvo.

Vera baddie

Anna

28 giugno 2024

A quattro anni da Bando e dopo aver collaborato con tutta la scena italiana, Anna ha pubblicato il suo primo album e si è presa senza troppi giri la corona di rapper italiana del momento. Vera baddie è il disco che devi fare se hai 20 anni e sei Anna: divertente, cool, veramente baddie. 18 tracce, molti feat (da Sfera a Capo Plaza e molti altri) e molto materiale tiktokkabile. Piacerà a quelli più giovani, sì, ma diamole tempo. Siamo sicuri che è solo l’inizio.