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I progetti extramusicali più strani di Iggy Pop

Vi ha impressionato sentirlo cantare coi Måneskin? E allora guardatelo con le orecchie a punta in ‘Star Trek’, mentre fa pubblicità a un monopattino, nei panni dell’ambassador di un profumo

Foto: Loic Venance/AFP via Getty Images

Il featuring di Iggy Pop nel singolo dei Måneskin I Wanna Be Your Slave ha fatto discutere ampiamente, ma Iggy ha fatto veramente di tutto nella sua vita, anche in campo extramusicale: ecco le sue principali apparizioni nel mondo della moda, in film, serie tv, cartoni animati, documentari e spot.

Iggy il fashionista

Nel 2014 Iggy collabora con la Sailor Jerry (azienda che produce abbigliamento, nata dalla legacy di Norman “Sailor Jerry” Collins, il padre del tatuaggio old school made in USA). Si occupa di curare e ideare il design di tre capi per la Flash Collection 2014 (una cintura di cuoio, un giubbotto di denim ricamato e una serie di toppe) e fa anche da testimonial per il lancio. A quanto pare, a fornirgli l’aggancio è stato l’amico Matt Sorum (Cult, Guns N’ Roses, Velvet Revoler) e a convincerlo è stato il fatto che il suo predecessore è stato Paul Simonon (Clash).

Un anno dopo il padrino del punk si accorda con H&M per essere uno dei testimonial di una campagna di sensibilizzazione del marchio volta a promuovere il riciclo dei vestiti per combattere l’impatto sull’ambiente della cosiddetta fast fashion, ossia la moda usa & getta, che produce grandi quantità di rifiuti. Iggy è voce narrante e presta anche la propria immagine per lo spot.

Nel 2012, è invece l’ambassador maschile del nuovo profumo dello spagnolo Paco Rabanne battezzato Black XS L’Excès: presta voce e immagine alla campagna di lancio. Tre anni dopo viene affiancato dalla conturbante Debbie Harry, testimonial della versione femminile della fragranza.

Nel dicembre 2017 viene lanciata dalla Billabong (azienda australiana di abbigliamento per surfisti) la Iggy Pop x Billabong LAB Collection. Protagonista della campagna è ovviamente Mr. Pop, che ha collaborato con il brand per creare una collezione punk di abbigliamento e accessori da surf per la stagione primavera/estate 2018.

Nell’ottobre del 2020 è il turno di una campagna griffata Gucci: Iggy e il suo fedele pappagallo Biggy affiancano altri pezzi da novanta come A$AP Rocky e Tyler, The Creator per promuovere la linea di look disegnati da Alessandro Michele composti da abiti doppiopetto e tessuti jacquard. La regia degli spot promozionali è di Harmony Korine e il direttore artistico era Christopher Simmonds.

È tutto un cinema

Sono ben noti i camei e i ruoli attoriali di Iggy. A parte il megaclassico Coffee & Cigarettes di Jarmusch (in cui è se stesso), lo troviamo nella pellicola tipicamente anni ‘80 con Tom Cruise Il colore dei soldi, dove interpreta un giocatore di biliardo secchissimo.

Nel punk movie Sid & Nancy (1986), per la regia di Alex Cox, fa una piccolissima apparizione nei panni di un misterioso personaggio biancovestito, ospite del Chelsea Hotel. In Dead Man (1995, ancora di Jarmusch) è invece Salvatore “Sally” Jenko, mentre in Tank Girl (del 1996, tratto dall’omonimo fumetto) interpreta Rat Face. Lo troviamo anche in Il corvo II (nei panni di Curve), ne Il coraggioso (dove è un tizio che si mangia la zampa di un volatile), in Asthma (2014) nel ruolo di un ubriacone e nel recente (del 2019) zombie movie di Jarmusch I morti non muoiono.

TV, ultima frontiera

Il piccolo schermo non è stato risparmiato dalle incursioni di Iggy che, da vero istrione, non si è mai precluso alcuna strada anche se le sue apparizioni non sono memorabili, constando soprattutto di piccoli camei in qualche serie e diversi impegni come “prestatore di voce” a personaggi di cartoni animati.

A livello di telefilm, le “ospitate” principali riguardano un episodio della serie crime-action Fastlane (il primo della sesta stagione, trasmesso per la prima volta nel 2002) e il ruolo di Yelgrun nella puntata di Star Trek: Deep Space Nine intitolato “I magnifici Ferengi” (è il decimo della sesta stagione, in onda per la prima volta nel 1997).

A queste si aggiungono cinque puntate (fra il 1994 e il 1996) della serie USA per ragazzi – mai trasmessa in Italia – The Adventures of Pete & Pete, in cui interpreta il personaggio di James Mecklenberg; un cameo nei panni di se stesso nell’episodio “Le voci dentro” (1990) della serie horror I racconti della cripta; infine un piccolo ruolo nella serie legal Shannon’s Deal (nessuna traccia di una versione italiana), nei panni di Danny Axton, nella puntata “Words to Music” (1990).

Si è cimentato anche nel mondo dei cartoon, prestando la voce ad alcuni personaggi di serie animate. Lo troviamo in American Dad! (doppia Jerry in “La fabbrica del sogno americano”, puntata 11 della stagione 2), nel cartone satirico Lil’ Bush (fa parlare Lil’ Rummy in ben 18 episodi, sfortunatamente non esiste la versione italiana) e in Callie sceriffa del west (dà voce a Sneaky Silverado nell’episodio 9 della seconda stagione).

Tratti da una storia vera

Restando fedeli alla premessa extramusicale di questo excursus, andiamo ora a indagare sulle partecipazioni di Jim Osterberg a film documentari, che sono decisamente intriganti. Partiamo dalla più recente, ossia la parte che l’Iguana ha nel documentario Roadrunner: A Film about Anthony Bourdain (2021) dedicato allo chef statunitense, di cui Iggy era amico. Nella sequenza i due sono a un tavolo e Bourdain intervista Iggy che snocciola perle di saggezza su vita, amore e filosofia di fronte a un interlocutore che in più passaggi sembra quasi scettico, perso in una sorta di nichilismo totalizzante.

Nel 2017 Pop si è prestato a essere voce narrante del documentario In Praise of Nothing, diretto dal regista serbo Boris Mitić. Iggy è Nothing, il protagonista, che arriva sulla Terra e la osserva facendo commenti e riflessioni… un’avventura lunga un weekend durante la quale Nothing descrive tutto ciò che vede, col suo personale punto di vista, profondo e irriverente.

È del 2016 invece il documentario Restare vivi – Un metodo, una sorta di manifesto del pensiero di Michel Houellebecq: Iggy qui legge e recita l’opera dell’autore che dà il titolo al film. Alla fine i due si incontrano e dialogano, parlando delle rispettive esperienze di vita.

Nel 2008 è voce narrante di L’uomo che rubò Banksy, di Marco Proserpio, che racconta le vicende di un controverso murales di Banksy (il titolo dell’opera è “L’asino e il soldato”) in terra palestinese.

È invece annunciato (ma non potevamo non accennarlo) un documentario incentrato sulla figura di Tutankhamon, il mitico faraone egizio, in cui Jim Osterberg sarà sempre voce narrante per la versione inglese, mentre per quella italiana ci sarà Manuel Agnelli (degli Afterhours, ovviamente). Il titolo dovrebbe essere Tutankhamun: The Last Exhibition e dovrebbe giungere nei prossimi mesi.

E adesso la pubblicità

Per chiudere, passiamo al campo degli spot pubblicitari non legati al mondo della moda: sostanzialmente i più degni di nota nella carriera di Iggy sono tre. Iniziamo con la campagna del 2009 per le assicurazioni online Swiftcover, da cui scaturì un discreto pasticcio. Iggy nella pubblicità alludeva, infatti, all’essere egli stesso un cliente dell’assicurazione, ma su segnalazione di alcuni utenti l’autorità inglese che vigila sulla pubblicità bandì gli spot (giudicati ingannevoli) perché Iggy in realtà non avrebbe potuto – stando al regolamento dell’azienda – essere un cliente, in quanto una clausola specifica escludeva dai benefici del piano assicurativo chi lavorasse nel settore dell’intrattenimento.

Lo scorso anno Mr. Pop è stato il volto di una campagna britannica per l’agenzia di viaggi On The Beach: lo spot parla di come, dopo il lockdown del 2020, nell’anno seguente si sperava di tornare a fare vacanze come prima.

Per finire, l’exploit più recente di Iggy: la pubblicità per una ditta che produce scooter e monopattini (la Unagi). Qui fa da testimonial, tessendo le lodi del monopattino in fase di lancio… l’effetto, a dirla tutta, è piuttosto straniante. Ma, come sempre, this is showbiz e Iggy Pop non si tira certo indietro.

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