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Johnny Cash: 10 cose che non sapevate su di lui

Non sempre diceva la verità, non sempre credeva in se stesso ma era un uomo eccentrico, brillante e pragmatico. Il 12 settembre 2003 ci lasciava l'unico, vero "Man in Black"

Foto: Globe Photos/Mediapunch/REX/Shutterstock (10192318a)

Sedici anni dopo la morte, la leggenda di Johnny Cash incombe ancora gigantesca: dalla Sun Records e il live alla Folsom Prison a Rick Rubin, da I Walk The Line e Ring Of Fire a A Boy Named Sue, dalle sue autobiografie Man in Black e Cash alla versione hollywoodiana della sua vita con protagonista Joaquin Phoenix.

I fan delle avvincenti storie di peccato e redenzione del Man in Black, catturate fedelmente nel box set di tre dischi del 2000 (Love, God, Murder), sicuramente sapranno molto della storia del cantante: dalla tragica morte del fratello maggiore Jack, alla lotta epica di Cash contro la dipendenza da anfetamine e la sua rinascita in età avanzata dopo lungo periodo di creatività selvaggia.

Ma quando l’ex critico del Los Angeles Times Robert Hilburn parò per primo con lo storico manager di Cash, Lou Robin, riguardo alla possibilità di scrivere una biografia, si sentì rispondere che l’80% della vita di Cash doveva ancora essere ancora raccontato. Queste 10 perle sono tratte da Johnny Cash: The Life, pubblicato a dieci anni dalla morte, nel 2013.

1.Empatizzava con un mostro
Da ragazzo, Cash rimase affascinato dal film originale di Frankenstein. Per lui, il mostro era un personaggio empatico, qualcuno “creato con parti pessime ma che provava a essere buono”.

2.Ha dovuto mettere da parte il suo integralismo
Fu Cash a dare l’idea a Carl Perkins per il suo classico rock and roll Blue Suede Shoes, ispirato al guardaroba scintillante di un collega afroamericano dell’Air Force stazionato in Germania. Cash, conosciuto per le sue idee sulle minoranze (specialmente i nativi americani), fu coinvolto in un incidente per aver insultato un soldato di colore che camminava per strada con una donna bianca. Più tardi, diede la colpa sull’intolleranza dell’Arkansas rurale, posto in cui è cresciuto. Disse allora a un amico: «Non ho mai, mai odiato i neri».

3.Era un uomo eccentrico
Lui e la sua prima moglie Vivian chiamarono la prima figlia Rosanne, in onore del soprannome che Cash aveva dato alle tette di Vivian: Rose e Anne.

4.Era scaltro
La prima hit di Cash, I Walk The Line, universalmente interpretata come un omaggio alla giovane moglie, aveva un doppio significato per lui. È anche un occhiolino strizzato a Dio nella sua musica, fatto in maniera furtiva perché Sam Philips della Sun Records gli disse di non voler registrare canzoni spirituali.

5.Era pragmatico
Nonostante Cash scrisse l’iconica canzone Man in Black per spiegare la coscienza sociale dietro alle sue scelte del guardaroba (“Giusto per ricordarci di tutti di quelli che sono nascosti”), di fatto scelse il nero perché era più facile da tenere pulito nei lunghi tour. All’inizio della carriera, le band prima di lui lo presentavano sul palco come “Il becchino”.

6.Il suo matrimonio da favola con June non è stato poi tanto da favola
Per quanto il matrimonio di Cash e June Carter sia stato dipinto come idilliaco, quando iniziarono a frequentarsi (quando Cash era ancora sposato con Vivian), alcuni amici videro June come una manipolatrice: “una versione country e ante litteram di Yoko Ono con John Lennon”, come scrive Hilburn.

7.Spesso nascondeva la verità
Per anni Cash raccontò di aver smesso con le pillole dopo essersi infilato a gattoni nel profondo di una grotta del fiume Tennesse e di essersi messo giù in attesa di morire. Invocando l’aiuto di Dio, ritrovò poi la via dell’uscita, dove June e la madre di Cash lo stavano aspettando con un cesto pieno di cibo. Lì, giurò di che non avrebbe mai più preso anfetamine. Ma come fa notare Hilburn, la caverna che Cash citava sempre sarebbe stata sommersa dall’acqua nel giorno indicato dal cantante, che oltretutto avrebbe continuato con le pillole ancora per molto.

8.Una volta fu tentato di iniziare una sommossa
Nel secondo concerto in una prigione statale, San Quintino nel 1969, presentò due versioni di una canzone intitolata come il carcere. Il testo aspro, scritto dal punto di vista dei detenuti (“San Quintino, odio ogni tuo centimetro quadrato”) finì quasi per scatenare un’insurrezione, e Cash stesso fu tentato: «Si rese conto che doveva soltanto dire: “Forza!” e ci sarebbe stata una sommossa gigantesca» dice il produttore Bob Johnston.

9.Non era lì quando Kris Kristofferson atterrò con l’elicottero a casa sua
Un’altra leggenda vede un giovane Kris Kristofferson, allora solo un autore di canzoni in erba, atterrare con un elicottero nella proprietà di Cash con una birra in una mano e nell’altra una demo di Sunday Mornin’ Comin’ Down. ma Kristofferson stesso conferma che non aveva una birra in mano, che la canzone non era quella e che Cash non è mai uscito da casa per salutarlo.

10.Pensava che a nessuno importasse più di lui
Prima che iniziasse a lavorare con Rick Rubin nei desolati album American che avrebbero poi fatto risorgere negli anni Novanta lo splendore degli inizi di carriera, Cash era così sconfortato da credere che a nessuno sarebbe importato della sua musica dopo la sua morte. “Rick mi ha fatto pensare che dopotutto avrei potuto concedermi un lascito” disse a Hilburn.

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