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Le migliori canzoni brit pop

Dagli Oasis con ‘Wonderwall’ ai Blur con ‘Parklife’, i migliori dieci brani che definirono l'ultima grande epoca della musica inglese

Foto di Patrick Ford/Redferns

L’era del brit-pop è stata estremamente breve e, anche se nessuno è d’accordo sulla durata esatta, si tende ad accettare come inizio il 1991, con il picco del 1994 quando gli Oasis e i Blur pubblicarono i loro album più iconici, e la fine che coincide con la causa intentata dai Rolling Stones contro i Verve o l’entrata in scena delle Spice Girls. In tutto il brit-pop è durato circa cinque anni, anche se basta aprire una qualsiasi rivista musicale inglese per credere che non sia mai finito. Per cui, mentre Liam, Noel, Damon e Jarvis continuano a pubblicare nuovi album, Rolling Stone USA ha chiesto ai suoi lettori di votare la propria canzone brit-pop preferita. Questi sono i risultati.

10. “Coffee & TV” Blur

I Blur pubblicarono il loro sesto album, 13, in un periodo in cui il panorama musicale stava cambiando. Infatti, mentre Britney Spears o Eminem dominavano le classifica, il brit-pop sembrava ormai sul viale del tramonto. In quegli anni, inoltre, i Blur si stavano ormai disgregando, con Damon Albarn che già stava mettendo le basi per quello che sarebbe diventato uno dei side project più riusciti di sempre, i Gorillaz. Coffee & TV, infatti, fu scritta da Graham Coxon mentre combatteva la dipendenza da alcohol, guardando la televisione e bevendo litri di caffè. La canzone fu cantata poi dallo stesso Coxon, diventando una delle preferite dei fan grazie al suo suono che riportava i Blur alle loro composizioni di metà anni ’90. Per certi versi Coffee & TV può essere considerato anche come l’ultimo grande singolo dell’era brit-pop.

9. “Champagne Supernova” Oasis

Il brano finale di (What’s the Story) Morning Glory? è un capolavoro psichedelico di sette minuti diventato una delle canzoni marchio di fabbrica degli Oasis – nonostante non sia mai uscito come singolo in Inghilterra. Persino il suo autore, Noel Gallagher, ammise di non sapere cosa significasse il testo, dichiarando di aver scritto la canzone come fosse una raccolta di belle immagini poetiche. Tuttavia, ogni volta che i fan ubriachi alzano le braccia al cielo cantando in coro “Slowly walking down the hall/Faster than a cannonball/Where were you while we were getting high?” il testo diventa improvvisamente ricco di significato.

8. “Song 2” Blur

I Blur non hanno mai avuto un grosso impatto in America. Infatti, si trovarono davanti agli stessi problemi affrontati dai Kinks decenni prima: poche date negli Stati Uniti e un suono che, all’orecchio americano, risultava ‘troppo britannico’. Alcuni classici dei Blur, conosciuti praticamente da ogni cittadino britannico cresciuto negli anni ’90, sono pressoché sconosciuti alla maggior parte del pubblico americano. L’unica grande eccezione è la loro hit del 1997, Song 2. Infatti, anche davanti a qualcuno che non conosce i Blur, basta dire “la canzone che inizia con ‘woo-hoo’” e tutti sapranno di cosa state parlando.

7. “Wonderwall” Oasis

Il piazzamento di questa canzone è un po’ una sorpresa, ci aspettavamo una posizione più alta. Dopo tutto, quando le persone pensano agli Oasis li collegano immediatamente a Wonderwall. Chiamata come il lavoro solista di Georg Harrison del 1968, questa hit uscita nel 1995 riscosse grande successo in tutto il mondo. Mtv trasmetteva il video continuamente, lanciando i Gallagher in America. Oggi basta anche solo l’intro di questa canzone per scatenare una crisi isterica a qualunque concerto dei fratelli Gallagher.

6. “Parklife” Blur

Solitamente l’agosto 1994 è indicato come l’apice del brit-pop, periodo in cui gli Oasis pubblicarono Definitely Maybe e i Blur Parklife. Il singolo che diede il titolo all’album, tuttavia, sembrava fatto appositamente per piacere a un pubblico esclusivamente britannico. Ispirato ad Hyde Park, il brano includeva la performance di Phil Daniels – conosciuto al grande pubblico per il ruolo di Jimmy in Quadrophenia – con l’attore che recitava le strofe mentre il ritornello era cantato da Damon Albarn. Il brano fu anche ‘vittima’ del cartone Beavis and Butt-head per lo spiccato accento britannico con cui venne registrato.

5. “Girls and Boys” Blur

Il singolo principale di Parklife uscì a marzo 1994, guadagnandosi la quinta posizione nelle classifiche UK e dando il primo vero impulso all’anno d’oro del brit-pop. Il brano, con i suoi giri di basso trascinanti, diventò immediatamente il culmine per tutti i futuri concerti dei Blur. Erano tutti già pronti a scommettere che quello sarebbe stato l’anno dominato dalla band di Damon Albarn finché, qualche mese dopo, una nuova band chiamata Oasis pubblicò Supersonic, inaugurando una delle rivalità più famose della musica inglese.

4. “Live Forever” Oasis

Per certi aspetti, Live Forever è la canzone che ha dato il via agli Oasis. Noel Gallagher iniziò a lavorare sul brano nel 1991, nei giorni in cui lavorava per una società di costruzioni, ispirato da Shine a Light dei Rolling Stones. La canzone, infatti, fu la prima a venir registrata dalla band e aiutò gli Oasis a firmare il loro primo contratto discografico. Questo meraviglioso inno in crescendo fu scelto come terzo singolo estratto dal loro album di debutto, Definitely Maybe, regalando alla band il successo americano dopo la performance da David Letterman.

3. “Bitter Sweet Symphony” The Verve

Praticamente ogni gruppo rock sogna di scrivere una canzone epocale come Bitter Sweet Symphony, ma per i Verve quel sogno si trasformò presto in un incubo. La canzone è costruita infatti su un campione suonato dalla Andrew Oldham Orchestra per The Last Time, hit dei Rolling Stones datata 1965 e di proprietà della ABKCO, la compagnia di Allen Klein. Per questa ragione Klein fece causa ai Verve, pretendendo tutti i diritti del brano, con un lungo processo poi risolto definitivamente. «Queste sono stronzate da avvocati», disse Keith Richards nel 199. «Hanno scritto una bellissima canzone, possono tenersi tutti i soldi». Tuttavia i problemi legati a Bitter Sweet Symphony non aiutarono i rapporti tra i componenti della band, scioltasi nel 1999 con una breve reunion otto anni più tardi.

2. “Don’t Look Back In Anger” Oasis

Nel 1967 Bob Dylan era in tour con Don’t Look Back, dodici anni dopo David Bowie pubblicò il brano Look Back in Anger. Questi due titoli furono uniti per la prima canzone degli Oasis cantata da Noel, che ha sempre considerato il brano uno dei suoi lavori migliori, descrivendolo come un incrocio tra i Beatles e Bob Dylan. Durante i concerti degli Oasis la maggior parte delle canzoni erano cantate da Liam, ma il momento apice di ogni performance era sempre durante il brano cantato dal maggiore dei due Gallagher.

1. “Common People” Pulp

Nel 1988 Jarvis Cocker era uno studente alla Central Saint Martins di Londra quando conobbe una ricca ragazza greca che, testuali parole, aveva imparato a vivere “come la gente comune” – “like the “common people“, appunto. Quell’incontro, e quella frase, gli rimasero in testa ispirandolo a scrivere Common People, hit che conquistò immediatamente le classifiche inglesi, oscurando qualsiasi altra canzone mai scritta in carriera dai Pulp. Il brano riscosse talmente tanto successo che tante persone si misero sulle tracce della ragazza greca, in seguito individuata con Danae Stratou, moglie di un ex ministro greco. Le fonti, tuttavia, non sono d’accordo tra loro sull’identità della ragazza cantata da Cocker, con il mistero che rese questa canzone ancora più affascinante.

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