Se Elvis fosse ancora vivo, a gennaio avrebbe compiuto 84 anni. È difficile immaginare un suo concerto nel 2019, ma sono molti gli artisti che hanno continuato a suonare a più di 80 anni: Leonard Cohen restava sul palco per più di tre ore senza battere ciglio; diavolo, Chuck Berry suonava alla soglia dei 90. Se Elvis avesse perso peso, se si fosse rimesso in salute, non c’è ragione per cui non avrebbe continuato a muovere i fianchi sul palco. Purtroppo, la sua vita ha preso una strada diversa. Ma è ancora il Re del rock & roll, e per celebrare la sua leggenda Rolling Stone USA ha chiesto ai suoi lettori di scegliere le canzoni più belle della sua discografia. Ecco com’è andata.
10. “Mystery Train”
Pochi mesi prima che Sam Philips e Tom Parker vendessero il contratto di Elvis alla RCA, il Re tornò nei Sun Studios e registrò questa cover di un brano di Junior Parker del 1953. Accompagnato dal chitarrista Scotty Moore, dal bassista Bill Black e dal batterista Johnny Bernero, Presley accelerò il blues originale. La nuova versione arrivò all’undicesima posizione della classifica Billboard Country, ma pochi mesi dopo RCA pubblicò Heartbreak Hotel, che eclisserà tutta la precedente produzione di Elvis. Tuttavia, Mystery Train rimane una delle sue canzoni più amate.
9. “Kentucky Rain”
Gli anni ’70 di Elvis iniziarono con il piede giusto con Kentucky Rain, un brano di Eddie Rabbit e Dick Heard pubblicato come singolo a gennaio 1970. Il brano arrivò al 16° posto della Billboard Hot 100 e vendette più di 100 milioni di copie, ma restò nella scaletta dei concerti di Elvis solo per poche settimane.
8. “An American Trilogy”
La guerra di secessione era finita da più di 100 anni quando Elvis iniziò a cantare An American Trilogy, ma le ferite lasciate sugli americani erano ancora profonde. Il brano era opera del maestro di Nashville Mickey Newbury, che cercò di unire il paese mescolando Dixie, The Battle Hymn of the Republic e All My Trials in un grande medley patriottico. In qualche modo riuscì a farlo in appena quattro minuti e mezzo, e il brano diventò uno dei momenti più importanti dei concerti suonati durante gli ultimi cinque anni di vita di Elvis.
7. “Heartbreak Hotel”
Molti americani hanno sentito per la prima volta la voce di Elvis quando Heartbreak Hotel passò in radio all’inizio del 1956. I suoi successi precedenti erano ancora regionali, ma con l’aiuto della nuova etichetta RCA, Elvis registrò un brano che restò in cima alla Hot 100 per sette settimane consecutive. Gli fruttò anche l’invito in tv che farà esplodere l’Elvismania in tutto il paese, un’isteria che non si è ancora esaurita del tutto.
6. “Love Me Tender”
Sono pochi gli artisti ad aver vissuto un anno così intenso come il 1956 di Elvis. Un singolo dopo l’altro, il Re arrivò in cima a tutte le classifiche, folle di ragazzine urlanti lo seguivano ovunque andasse, e i genitori si convinsero che la sua musica corrompeva i più giovani. Love Me Tender, una ballata scritta da Ken Darby, fu l’ultima “numero uno” pubblicata quell’anno. Elvis la suonò all’Ed Sullivan Show poco prima che il film omonimo arrivasse nelle sale.
5. “Can’t Help Falling in Love”
I fan accorsi ad ascoltare gli ultimi concerti di Elvis sapevano che le prime note di Can’t Help Falling in Love erano il segnale che era arrivato il momento di andare. Questa canzone sognante, scritta per il film del 1961 Blue Hawaii, chiudeva tutti i concerti successivi al suo ritorno. Il brano, un inno al vero amore, era perfetto per concludere la serata. Da allora l’hanno suonato tutti, da Bob Dylan agli U2 fino agli UB40, che ne hanno fatto una hit nel 1993.
4. “Jailhouse Rock”
Jerry Leiber e Mike Stoller scrissero Jailhouse Rock appositamente per l’omonimo film del 1957. Non è chiaro se Elvis capisse il significato di versi come “You’re the cutest jailbird I ever did see/I sure would be delighted with your company”, ma i riferimenti a un amore sbocciato dentro il carcere conquistarono la maggior parte del pubblico, e il brano scavalcò Wake Up Little Susie in cima alle classifiche.
3. “In the Ghetto”
Mentre Bob Dylan e i Beatles lo facevano suonare vecchio, Elvis passò gran parte degli anni ’60 a sfornare colonne sonore stucchevoli e prive di vita per B-Movie sdolcinati. Il suo geniale comeback special del 1968 lo riportò in prima linea, e il Re sfruttò questa nuova energia in studio per registrare In the Ghetto. È una canzone che parla del circolo vizioso di povertà e alienazione in cui erano avvolte alcune città americane, e arrivò al terzo posto in classifica: la conferma che Elvis era tornato.
2. “If I Can Dream”
Due mesi dopo l’assassinio di Martin Luther King Jr., Elvis entrò in studio per registrare il suo commovente tributo all’eroe delle battaglie per i diritti civili. Era il climax del suo comeback special, e lo cantò con una passione incredibile. La canzone arrivò al 12° posto della Hot 100, e sono in molti oggi a considerarla come una delle performance vocali più incredibili della sua carriera.
1. “Suspicious Minds”
Quando registrò Suspicious Minds, Elvis era sposato con Priscilla da solo due anni, ma il loro matrimonio stava già cadendo a pezzi. Oggi è chiaro che la delusione, soprattutto per i suoi fallimenti cone marito, finì nella canzone. Scritta da Mark James, diventò la prima canzone a raggiungere il primo posto dopo sette anni di assenza dal podio delle classifiche e diventò subito uno dei momenti più attesi dei suoi concerti.