Questa lista è stata fatta da Rolling Stone con tanto amore per i papà e le mamme che non ne possono più di doversi ascoltare tutti i giorni Bing Bong Boo di Peppa Pig. Per tutti i genitori che si farebbero asportare più volentieri i lobi auricolari piuttosto che sottoporsi ancora una volta alla Ninna Nanna Rock di Masha e Orso, che di rock non ha proprio un bel niente.
Siccome quindi i bimbi sono importanti tanto quanto la sanità mentale dei genitori, perché non venirci in contro con una bella playlist di brani 100% adatti ai bambini, ma di band decisamente interessanti come i Radiohead o addirittura gli Smashing Pumpkins? Proprio così, la band di quel mattacchione di Billy Corgan. Vabbè, insomma: eccole.
“Wouldn’t It Be Nice” di Beach Boys (1966)
Uno dei pezzi più famosi dei Beach Boys parla di una coppia di giovanissimi amanti appena adolescenti che sognano di sposarsi, ma sono troppo giovani per farlo. Per fortuna, i pargoli non capiranno una sola parola dell’inglese di Brian Wilson, quindi non si faranno venire idee altrettanto precipitose.
“Daughter” di Four Tet (2017)
Kieran Hebden ha sempre avuto un vizietto, campionare qualunque cosa gli passasse davanti, figlia neonata compresa. Daughter, infatti, oltre ad essere il brano più intimo dell’intera produzione di Four Tet, diventa anche un’ottimo ipnotico per cullare la prole, tra il binomio kick/rullante e un loop di vocals che fa da sfondo a una litania di pianoforte.
“Sunday Morning” di Velvet Underground & Nico (1967)
Noi adulti sappiamo che un capolavoro di pace e placidità sonora come Sunday Morning parla in realtà di cose brutte come la paranoia. Ma alle orecchie di un bambino, la celesta che sembra quasi un carillon e la voce sussurrata di Lou Reed hanno un potere rilassante, forse una delle ninna nanne più potenti.
“No Surprises” di Radiohead (1998)
Non è detto che sia giusto rivelare subito ai piccoli ciò che sarà la loro vita: un lavoro mediocre, cuore infranto, apatia. Ma questa ninna-nanna esistenzialista, con i suoi tocchi di vibrafono, è così efficace per i vostri scopi (fare addormentare i pupi del sonno più nero possibile) che vale il rischio. No alarms and no surprises: se avete culo è ciò che otterrete, almeno per qualche ora.
“Yellow Submarine” di Beatles (1966)
«Stavo a letto nella soffitta degli Asher [la famiglia della ragazza di McCartney all’epoca]. Pensavo a una canzone per Ringo», ha detto Paul McCartney sulla famosa filastrocca cantilenante cantata dal batterista dei Beatles, «così ho scritto un pezzo non troppo difficile da cantare, la storia di una vecchio marinaio che racconta ai bambini dove ha vissuto.»
“We Only Come Out at Night” di Smashing Pumpkins (1995)
Billy Corgan qui immagina di essere una specie di vampiro asociale, ma il bello dei bimbi è che accettano risposte vaghe. La melodia è perfetta per cullare le vostre creature, mentre la base appiccicosa ricorda un rospo che saltella in un pantano – ma in senso buono. Se la cantate, occhio a non prenderla troppo alta, o nel ritornello il vostro piccolo verrà turbato dagli ultrasuoni.
“Wishlist” di Pearl Jam (1998)
Qui il testo è tenero tanto quanto la melodia, con Eddie Vedder che immagina di reincarnarsi in oggetti che proteggono e rendono felice la persona amata, e di sicuro si applica anche alla prole. Il pericolo è che, quando arriva lo struggente assolo di Mike McCready, lasciate cadere la creatura per fare l’air guitar. Se supera il trauma (cranico) un giorno capirà.
“Avril 14th” di Aphex Twin (2001)
Qui ci troviamo davanti a un’ arma a doppio taglio. Perché se certamente non c’è nessuno meglio di RDJ per preparare il pargolo ai futuri “lo ascoltavo prima di te”, d’altra parte il rischio di traumatizzare il lattante è a un passo. 14th April è una dolce nènia per addormentarsi, ma attenzione al resto dell’album, non propriamente consigliato per la culla.
“Summer Teeth” di Wilco (1999)
La melodia più solare si scontra con un testo tristissimo, un vecchio espediente del rock che funziona sempre. I vostri piccoli si lasceranno ipnotizzare dal delizioso lick di chitarra che percorre tutta la canzone, mentre Jeff Tweedy racconta di una persona che ormai trova serenità solo nella sua immaginazione. “He hits snooze twice before he dies” descrive bene quello che vi attende domani, al risveglio. Quindi godetevi il presente, andate a dormire subito.
“Close Your Eyes” di Chemical Brothers (2005)
Fra i brani più zuccherini dei Chems, questo è di certo il più adatto al pupo. Niente codazzo psichedelico come Where Do I Begins o Dream on, per cui è fugato il rischio che il primo vagito sia “Madchester” o “Haçienda”. Il testo, tuttavia, racconta di un’amore finito: ma se insieme all’omogeneizzato il bebè ancora non mastica l’inglese, non abbiate paura di una prematura scelta tra mamma o papà.
Per comodità abbiamo raggruppato i 10 brani anche nella playlist Spotify: