Torna JazzMI, il festival che ogni anno trasforma Milano in una vera metropoli jazz. Con più di 190 eventi in cartellone, l’edizione 2019 porterà in città gli artisti che hanno fatto la storia del genere, i nuovi talenti più interessanti e tantissime attività parallele: mostre, incontri, feste, live itineranti e tanto altro. Orientarsi nell’enorme proposta del festival non è facile, ma non bisogna fare l’errore di fermarsi solo ai grandi nomi – peraltro quasi tutti sold out – come Herbie Hancock, Enrico Rava e Stefano Bollani. Per questo, e per aiutare i ritardatari, abbiamo scelto cinque alternative meno note ma altrettanto interessanti.
1ECM at 50
ECM, Edition of Contemporary Music, è una delle etichette discografiche fondamentali della storia del jazz. Fondata nel 1969 da Manfred Eicher, nel corso dei suoi 50 anni di attività ha pubblicato album di leggende come Pat Metheny, Bill Frisell, Jan Garbarek e Jon Surman, costruendo un catalogo straordinario, sempre attento alle contaminazioni e all’innovazione, che verrà celebrato da JazzMI con concerti, incontri, un documentario e una mostra con le copertine storiche e le fotografie di Luciano Rossetti. La lista completa degli eventi dedicati ai 50 anni di ECM, così come tutte le informazioni necessarie, è sul sito dedicato.
2British New Scene
Se volete scoprire chi sono gli artisti che hanno riportato il jazz nelle playlist Spotify e sui palchi dei festival di tutto il mondo, la nuova scena inglese è quello che fa per voi. Dopo aver presentato al pubblico italiano Shabaka Hutchings, anche quest’anno JazzMI ospiterà giovani musicisti della British New Scene: il collettivo afro-beat dei Kokoroko, con il loro mix tra Fela Kuti e Tony Allen, e Nubya Garcia, sassofonista capace di spaziare dal calypso al reggae, dal funky allo swing. I concerti saranno rispettivamente all’Arci BIKO (il 2 novembre alle 22,30) e alla Triennale (l’8 novembre alle 23,00).
3Jazz & Hip Hop
Da Flying Lotus a Thundercat, fino a Makaya McCraven e alle contaminazioni con il grime della scena inglese, la storia recente ha dimostrato che tra jazz e hip hop esiste un legame naturale e profondissimo. Entrambi i generi affondano le radici nella storia della musica americana, entrambi apprezzano l’improvvisazione e il groove, entrambi dimostrano un profondo senso di comunità. La storia di questo legame verrà raccontata in un incontro, il 9 novembre alla Triennale, a cui parteciperà Ashley Kahn, storico della musica e leggenda della critica jazz. L’evento è a ingresso libero fino ad esaurimento posti.
4La leggenda di Miles Davis
Il 2019 è un’annata importante per i fan e gli appassionati della musica di Miles Davis. Quest’anno, infatti, due dei suoi album più importanti, In a Silent Way e A Kind of Blue, compiono rispettivamente 50 e 60 anni. È l’occasione perfetta, quindi, per celebrare la leggenda di uno dei musicisti più importanti del Novecento. Si parte il 2 novembre con la proiezione del documentario Miles Davis: Birth of the cool, dedicato alla nascita del cool jazz; poi, il 3 novembre, We Want Miles, In a Silent Way, omaggio a Miles che unisce la sua musica e la danza contemporanea del Gruppo Nanou; infine la mostra Miles, Assolo a fumetti di Lucio Ruvidotti, che ha trasformato la carriera del trombettista in una graphic novel esposta al Blue Note di Milano.
5Jazz e arte
JazzMI è da sempre attento alle contaminazioni tra jazz e altre forme d’arte, e l’edizione di quest’anno non fa eccezione, con un cartellone ricco di proposte affascinanti. Oltre all’omaggio a Miles Davis del Gruppo Nanou e di Lucio Ruvidotti, il 9 novembre il Teatro Out Off ospiterà Porpora, il nuovo progetto del Teatro Valdoca che unirà la poesia di Mariangela Gualtieri con il pianoforte di Stefano Battaglia; infine, le icone jazz fotografate da Roberto Polillo e le copertine straordinarie di Guy Harloff.