L’eco del featuring di Iggy Pop in I Wanna Be Your Slave dei Måneskin ancora rimbalza tra addetti ai lavori e pubblico, soprattutto spaccando gli estimatori del vecchio rocker. Alcuni vogliono per forza fare i gggiovani plaudendo all’operazione e comprando addirittura il vinile, altri pensano che l’operazione gridi vendetta, altri ancora cercano a mente fredda di analizzare il fenomeno. Fenomeno, quello dei featuring internazionali, che in Italia c’è sempre stato. A volte con alchimie incredibili dovute a incontri imprevisti e spontanei, a volte per una telefonata di produttori, a volte per la semplice legge del portafoglio che, diciamocelo, tutto può.
Ecco 10 esempi di come spesso cose inconciliabili possano, se non andare a nozze, se non altro lasciare di stucco positivamente o negativamente, motivo per cui comunque si resta nella storia.
1Zucchero & Miles Davis
Fra le collaborazioni storiche tra italiani e star straniere pochi ricordano della alleanza tra la Rettore e Elton John. Una grande amicizia (anzi, la Rettore ne era pure innamorata ma come dire, viste le tendenze di Elton non v’era trippa per gatti) nata negli studi televisivi europei, dove la Rettore era solita promuovere la sua musica, e probabilmente per le stesse passioni glam. Ma intesa talmente solida da fare in modo che Elton la porti a frequentare la scuola di mimo di Peter Brook. Cosa più importante, regalò a Donatella un brano inedito, con i testi del fido Bernie Taupin: Remember. Il brano era stato in realtà scritto per Frank Sinatra, che non lo inciderà mai ufficialmente poiché non soddisfatto: lo canterà comunque dal vivo un po’ di volte. Sicuro è che l’incisione di Remember della Rettore è l’unica ufficiale ed è una medaglia al valore per la nostra rocker.
5Teresa De Sio & Brian Eno
Come è possibile che uno come Jon Hassell, compianto pioniere dell’ambient del “quarto mondo” e collaboratore di mezzo pianeta avanguardista, da Terry Riley ai Talking Heads, fosse coinvolto in un disco del burbero e indifferente cantautore bolognese? Meriti del produttore del disco Stanze di vita quotidiana, Pier Farri, all’ epoca in fissa con esotismi e trattamenti post world nei suoni di un disco singolare e altamente sperimentale nella discografia di Guccini. Hassell imprime una marcia in più al lavoro, ad esempio impreziosisce con la tromba una delle poche canzoni che Guccini suona ancora live di questo disco particolarissimo, ovvero Canzone delle osterie di fuori porta. Era il 1974, poco tempo dopo, al ritorno in patria, Hassell collaborerà con gente come La Monte Young, iniziando a tutti gli effetti la sua luminosa carriera: l’ombroso Francesco gli porterà senza dubbio fortuna (infatti, più tardi, collaborerà anche con Alice).
10Jovanotti & Keith Emerson
La collaborazione più imbarazzante del lotto è probabilmente quella di Keith Emerson con Jovanotti. Il tastierista del trio ELP parteciperà infatti con i suoi piano honky tonky e le sue tastiere Hammond nel disco più assurdista di Cherubini, ovvero il neo hippie Giovani Jovanotti. L’album del 1990 vede un altro featuring che non ti aspetti, quello di Billy Preston in Gente della notte, però in quel caso ci si ferma ad una traccia. Emerson no, ne suona ben TRE e la terza, Sceriffo e bandito, lascia davvero interdetti. Che Keith fosse davvero entusiasta del disco di Lorenzo? Non lo sappiamo, sicuramente era entusiasta del cachet e poi comunque lo vediamo divertito a suonare con Jova a Fantastico 11, senza alcun problema etico/estetico. Jovanotti poi ha proseguito in questa “campagna acquisti”: ricordiamo Rick Rubin a produrre il suo ultimo lavoro, Oh, vita!, col risultato di renderlo il suo prodotto peggiore. Probabilmente la questione Måneskin-Iggy Pop ha lo stesso sapore: sta alle nostre orecchie capire quando se ne può fare bellamente a meno oppure no. In ogni caso, materia da raccontare ai nipoti se non altro per farsi due grasse risate alla faccia del music business.