I Pink Floyd non ci hanno mai suonato, ma per via dell’associazione tra le Piramidi e il prisma sulla copertina di The Dark Side of the Moon fecero scattare delle fotografie in Egitto dal loro team per l’interno dell’album. Storm Thorgerson venne fermato da alcuni soldati e dovette corromperli per continuare a fare foto. Pochi anni dopo ci andarono i Grateful Dead per tre concerti pionieristici, con problemi di alimentazione elettrica e di trasporto dell’attrezzatura nel deserto. Era il 1978.
Da allora, molte star occidentali si sono esibite di fronte alle Piramidi di Giza e alla Sfinge, dove il 28 luglio Travis Scott terrà il suo concerto in livestream legato a Utopia. Il trapper arriva dopo una lunga serie di artisti: da Louis Armstrong ai Black Eyed Peas, passando per Scorpions, Mariah Carey, Andrea Bocelli (due volte, nel 2003 e nel 2010) Kylie Minogue, Armin Van Burren, Craig David, Julio Iglesias (nel 1980 e nel 2010), Shirley Bassett, Shakira, Yanni e altri.
Grateful Dead
14, 15 e 16 settembre 1978Catapultati nell’eternità, come ha detto Bob Weir. Dopo i viaggi in Egitto di Phil Lesh, nasce l’idea di suonare in un luogo «dove è conservata la forza del mondo antico». L’impianto viene preso in affitto dagli Who, il trasporto sulla sabbia è difficoltoso. La band suona per tre sere (nell’ultima si verifica un’eclissi di luna) nel teatro all’aperto a fianco della Sfinge, il Sound & Light Theatre. Lesh ricorda i beduini che arrivano durante il concerto per ascoltare quella strana musica occidentale. L’incasso va al Dipartimento delle antichità egizie. Le serate sono però tormentate da problemi tecnici e anche il tentativo di usare la Camera del Re nella Grande Piramide come camera d’eco non funziona. Il giorno dopo vengono siglati gli accordi di Camp David tra Sadat e Begin. L’album dal vivo Rocking the Cradle: Egypt 1978 uscirà per il trentennale dell’evento senza le pessime registrazioni del primo show.
Frank Sinatra
27 settembre 1979Dopo gli accordi di Camp David, Frank Sinatra scrive all’ambasciata egiziana ngli Stati Uniti e si offre di esibirsi nel Paese in un concerto di beneficenza. «Quale migliore pubblicità per il nostro Paese di Sinatra che canta di fronte alle Piramidi?», scrive nell’autobiografia la first lady Jihan Sadat. Prezzo dei biglietti per il gala: 2500 dollari per gli stranieri, compreso l’alloggio al Cairo, 150 per gli egiziani, in tutto circa 800 persone. La moglie del cantante Barbara Sinatra lo ricorda come «il concerto che Sadat ha organizzato per sua moglie, un incredibile regalo di compleanno» e descrive i tavoli apparecchiati «su tappeti sopra la sabbia» con gli ospiti che cenano con astice e carne di vitello. Alla fine del concerto il cantante disse che era stato «il posto più grande in cui mi sono esibito», ma anche, riferendosi alle piramidi, che «se le avessero costruite gli italiani, non sarebbero mai state finite».
Jean-Michel Jarre
31 dicembre 1999I tempi in cui l’attrezzatura dei Grateful Dead si perdeva nel deserto sono finiti. Costato quasi 10 milioni di dollari, lo spettacolo (è il caso di dirlo) faraonico di Jean-Michel Jarre festeggia l’arrivo del nuovo millennio. Dopo le stragi terroristiche del 1997 a Luxor, il concerto multimediale viene organizzato dall’Unesco e dallo Stato egiziano per rilanciare il turismo. Si parla di un cast di mille persone e 120 mila spettatori, con la parte scenografica curata da Mark Fisher, l’architetto dei grandi palchi di Pink Floyd, Rolling Stones, U2.
Sting
25 aprile 2001Sting si esibisce davanti a circa 10 mila persone presso le piramidi durante il tour mondiale di Brand New Day e devolve parte degli incassi a favore di Medical Aid for Palestinians. Lo show, con ospite l’algerino Cheb Mami, è ricordato per la polemica del cantante egiziano Hakim. Convinto di diversi esibire nello stesso orario dell’ex Police, sale sul palco e dice: «Può restare chi è disposto ad accettare l’insulto di un egiziano in Egitto. Addio!». Non solo: alcuni archeologi protestano temondo che il concerto possa danneggiare il sito. «Disturba i sentimenti dei faraoni e i loro valori spirituali», disse l’egittologo e archeologo Zahi Hawass, Segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egizie.
Red Hot Chili Peppers
15 marzo 2019Dopo le rivolte del 2011 che hanno messo fine alla presidenza di Hosni Mubarak e dopo l’attentato del dicembre 2018 non lontano da Giza che costa la vita a tre turisti, il concerto dei Red Hot Chili Peppers è presentato come un’occasione per far sì che le piramidi tornino ad essere la sede di grandi concerti internazionali. «La violenza c’è in tutto il mondo», dice Flea. Tra le canzoni suonate sotto un impianto luci a forma piramidale, c’è Pyramid Song dei Radiohead. Lo show viene trasmesso in streaming e si tiene di fronte a 10 mila persone provenienti secondo gli organizzatori da 67 diversi Paesi del mondo.