10. “I Never Knew the Meaning of Christmas” *NSync
E ora, bimbi, tutti attorno al camino: Justin, JC, Joey, Chris e Lance hanno una bella storia da raccontarvi sul significato delle feste. Era il 1998 e in piena epoca TRL gli *NSync entravano in classifica con Home for Christmas. I Never Knew the Meaning of Christmas (ovvero “non ho mai capito il significato del Natale… fino a quando non ti ho guardata negli occhi”) è la versione natalizia delle storie d’amore adolescenziali. “Ripensando all’infanzia, non posso credere quanto fossi stupido”, canta Justin Timberlake, che spiega poi che pensava che il Natale avesse a che fare con regali e negozi. Per fortuna ha incontrato una lei speciale che gli ha spiegato che c’entrano invece slitte e canti natalizi. Non risulta che Britney abbia commentato. R.S.
9. “Carol of the Bells” LeAnn Rimes
Prendete qualunque versione di questo finto classico natalizio e ascoltatela: è una tortura. Sono quattro note ripetute e ripetute, fino a metà gennaio. Ok, abbiamo capito che a Natale le campane fanno din-don: possiamo passare oltre? L’unico modo per interpretarla è in chiave metal (vedi i Metallica) perché se non altro è una scusa per fare headbanging, attività perfetta per il carattere ripetitivo e brutale del pezzo. LeAnn Rimes la canta con lo stupore di chi è stata rinchiusa in una torre campanaria troppo a lungo. R.S.
8. “Don’t Shoot Me Santa” The Killers
Ma chi è il matto che ha pensato che un terrorista e un Babbo Natale vendicatore fossero i protagonisti perfetti per una canzone natalizia? Quel matto a quanto pare è Brandon Flowers. Col suo wall of sound degno di A Christmas Gift for You e, va detto, con alcuni cambi di accordi interessanti, il singolo del 2007 dei Killers avrebbe potuto essere migliore. E invece la band l’ha trasformato in una tragedia in cui un Babbo Natale degno di Dexter vuole ammazzare il protagonista, un bravo tipetto che ammette di sparare ai ragazzi nel suo quartiere. Va bene che parte dei proventi andavano in beneficenza, ma è troppo. Sparagli, Santa. I proiettili li compriamo noi. K.G.
7. “Dominick the Donkey” Lou Monte
Elenco dei doni graditi che l’Italia ha fatto agli Stati Uniti: le Ferrari, Valentino, Ennio Morricone, il capocollo. Dominic the Donkey, una carola del 1969 cantata dall’italo-americano Lou Monte, non lo è. È un affronto al Padre, al Figlio e pure allo Spirito Santo. Imparentata alla Chicken Dance, è persino più irritante e completamente priva dello charme tipico del Vecchio Mondo. Il ritornello è a base di “I-ò i-ò” e di “la-la-la-la-la-la” che sembrano intonati dai Puffi. Dice la canzone che Babbo Natale usa “l’italico asino natalizio” per andare a trovare i “paesans” in Italia giacché le renne non sono in grado di affrontare le colline del bel paese. È l’equivalente natalizio di Shaddap You Face di Joe Dolce: la senti una volta e sei fregato. Happy holidays, amici. M.F.
6. “Santa Baby” The Pussycat Dolls
Ci sono voluti 2000 e passa anni di feste natalizie per arrivare a concepire canzoni sul mandare Babbo Natale in ospedale pur di avere dei regali. Anche no, grazie. Il grand’uomo è già sufficientemente impegnato a lubrificare la slitta, controllare le letterine e discutere con le renne. L’ultima cosa che gli serve sono le offerte delle cacciatrici di doti di Santa Baby. È stata Madonna a riesumare nel 1987 questo vecchio pezzo di Eartha Kitt, facendone un classico natalizio. Le Pussycat Dolls ci mettono un’interpretazione sopra le righe e tutto il loro charme per convincere il povero Babbo Natale a infilarsi giù per il camino. R.S.
5. “Grandma Got Run Over by a Reindeer” Elmo and Patsy
Cosa c’è di più natalizio di un bel nonnicidio? Questo di fine anni ’70 è uno dei pezzi natalizi più strani di sempre, con dettagli tipo “impronte di zoccoli sulla fronte” e “tracce incriminanti di Babbo Natale sulla schiena”. L’interpretazione vocale sbarazzina fa pensare a Halloween più che a Natale. È quella la festa giusta per rimuginare sulla morte. B.E.
4. “Baby, It’s Cold Outside” Seth MacFarlane & Sara Bareilles
Se prendete come metro di giudizio della bruttezza di una canzone la quantità di controversie online che genera, Baby, It’s Cold Outside è la peggiore canzone mai scritta. Mettiamo pure che non vediate nel testo di Frank Lesser il tema strisciante della molestia sessuale o addirittura dello stupro. Alcune parti sono comunque dure da mandar giù, a partire dal famigerato “cosa hai messo nel bicchiere?”. L’unico modo per far funzionare un pezzo del genere è cercare di emendare le vibrazioni inquietanti (anche se non intenzionali) creando una sensazione di calda intimità tra gli interpreti. Sensazione che la versione di Seth MacFarlane con la povera Sara Bareilles non offre. L’interpretazione alla Dean Martin di lui è rigida e un pochetto viscida, va oltre il disagio e la problematicità del testo per entrare nel territorio del vuoto da sociopatico. Mai stato così inquietante il paesaggio natalizio. J.D.
3. “Do They Know It’s Christmas?” Band Aid
Band Aid, cerotto, è effettivamente il nome giusto per un gruppo di celebrità per lo più bianche, per lo più ricche che intonano un testo colonialista, pieno di stereotipi razzisti e ignoranza della geografia al fine di “sfamare il mondo”. Dite che le intenzioni erano buone? Devono essere del tipo che lastrica la strada per l’inferno. La storia la conoscete di sicuro: Bob Geldof vede un documentario della BBC sulla fame in Etiopia e scrive un canzone con Midge Ure. Amici famosi come Sting, Bono, George Michael e Paul McCartney rispondono al suo appello e incidono Do They Know It’s Christmas?, che dal 1984 è in heavy rotation nel periodo delle feste. Lo so, ha tirato su milioni di dollari, ma persino Bob Geldof la considera una delle due canzoni peggiori della storia (l’altra è We Are the World). L.T.
2. “Happy Xmas (War Is Over)” Maroon 5
Domandina veloce: sei John Lennon? No. Sei Yoko Ono? Nemmeno. E allora, su quale strano pianeta hai le qualifiche necessarie per rifare il loro classico Happy Xmas (War Is Over)? Non su questo qui, Adam Levine. Il cantante dei Maroon 5 fa John e Yoko in un ego trip tipo Plastic Levine Band. Il risultato non è piacevole. Cantate con me, bambini: “And the worrrrld will suck as one!”. R.S.
1. “The Little Drummer Boy” Jessica Simpson feat. Ashlee Simpson
La guerra a Natale. Questo pezzo è l’equivalente musicale dell’affondamento del Lusitania, un’atrocità che giustifica un conflitto. The Little Drummer Boy meriterebbe di stare al numero uno in qualunque interpretazione, persino in quelle di leggende del calibro di Joan Jett o Bob Seger: è la peggiore delle canzoni natalizie. Ma Jessica e Ashlee Simpson ci mettono del loro. Sembrano dirci: «Pensate che non si possa fare di peggio? Aspettate di sentire la nostra versione». Ogni loro “pa-rum-pa pum-pum” è una goccia in un tremendo waterboarding musicale. E brave le sorelle Simpson che sono riuscite a far sembrare scialbe tutte le altre interpretazioni di Little Drummer Boy. Natale rosso sangue. R.S.
Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.