Sanremo ha un problema: è la serata delle cover e dei duetti. È diventata un mix di celebrazione del proprio repertorio (no, non sono cover), medley insensati, ospiti che si prendono la scena facendo sparire i concorrenti. Non sembra neanche Sanremo, ma un po’ serata speciale di X Factor, un po’ serale di Amici e un po’ festa di piazza. Alcuni duetti sembrano improvvisati: rileggere canzoni altrui non era un’arte?
Ariete con Sangiovanni
Centro di gravità permanente (Franco Battiato)
4,5
Centro di gravità permanente è un pezzo gigantesco, dice Ariete. Giusto. Lei e Sangiovanni però non trovano la chiave vocale per rifarla in modo convincente e ci portano tutti in un simpatico karaoke. Bello però che due ragazzi tanto giovani vogliano confrontarsi con Battiato.
Will con Michele Zarrillo
Cinque giorni (Michele Zarrillo)
5,5
Che Will fosse un giovane vecchio l’avevamo capito. Per ribadire il concetto, riporta a Sanremo Michele Zarrillo, rappresentante d’un Festival che dopo la svolta, ehm, indie si pensava fosse alle spalle. Paradossalmente funzionicchia: a volte è meglio fare una cosa con professionalità e senza strafare che infilarsi in imprese al di fuori della propria portata.
Elodie con BigMama
American Woman (The Guess Who)
6
Con American Woman (che è nel suo repertorio concertistico) Elodie prova a sparigliare le carte, ma qui a furia di fare il giro si rischia di finire fuori pista. BigMama prova a salvare la situazione italianizzando il pezzo, ma l’operazione lascia un grande punto interrogativo.
Olly con Lorella Cuccarini
La notte vola (Lorella Cuccarini)
5
E improvvisamente siamo ad Amici, la puntata del serale in cui il concorrente ha la possibilità di esibirsi con uno dei professori.
Ultimo con Eros Ramazzotti
Medley di Eros Ramazzotti
5,5
Il merito di Ultimo in questo Sanremo è di averci ricordato che Ramazzotti ha dei pezzoni, anche se a volte nemmeno lui rammenta le parole. È subito festa di piazza.
Lazza con Emma e Laura Marzadori
La fine (Nesli)
5,5
Un rapper, una cantante pop che interpreta ogni sillaba come se fosse l’ultima della sua vita e la prima violinista della Scala: poteva andare peggio, poteva andare meglio.
Tananai con Don Joe e Biagio Antonacci
Vorrei cantare come Biagio (Simone Cristicchi) / Medley di Biagio Antonacci
5
Fare i piacioni, lezione breve e intergenerazionale con introduzione LOL nel nome di Cristicchi.
Shari con Salmo
Hai scelto il diavolo in me (medley di Zucchero)
4,5
Inizio diciamo così zoppicante di Shari, poi arriva Salmo che imita Zucchero, mentre lei cerca di fare Christina Aguilera. Salmo è uno bravo, le cover sono una trappola. Siamo sicuri di voler tenere questa serata? Amadeus, parliamone.
Gianluca Grignani con Arisa
Destinazione paradiso (Gianluca Grignani)
8
The gospel according to Gianluca Grignani. In ogni sua esibizione cammina sul confine sottile che separa il disastro dal trionfo. Stasera li sperimenta entrambi. “Abbiamo fatto casino”, dice Arisa alla fine di questa Destinazione paradiso che è sì incasinata, però viva, a tratti improvvisata, in certi passaggi decisamente scoordinata, in altri messa gospel officiata anche da Padre Vessicchio.
Leo Gassmann con Edoardo Bennato e Quartetto Flegreo
Medley di Edoardo Bennato
5
Un concertino di Bennato, che evidentemente non soddisfatto della presenza di un’orchestra di 600 elementi porta il Quartetto Flegreo. E così, Gassmann diventa ospite di Bennato, non viceversa. E poi: quant’erano kitsch i riff rock di chitarra con gli archi?
Articolo 31 con Fedez
Medley Articolo 31
6,5
Gli Articolo in versione Run-DMC, Fedez nel ruolo di Machine Gun Kelly (ma vestito da adulto) tra pop, rap e pop-punk, e poi chitarre, scratch, breakdance. Tutto un po’ fuori tempo massimo anche per un medley nostalgico con Domani smetto, Gente che spera, Spirale ovale, Italiano medio, Il funkytarro, Ohi Maria, Un urlo, Volume e Tranqi funky. E quell’invito: «Giorgia, legalizzala!».
Giorgia con Elisa
“Luce (Tramonti a nord est) (Elisa) / Di sole e d’azzurro (Giorgia)
9
Nel 2001 “rivali” a Sanremo (una prima, l’altra seconda), nel 2023 sullo stesso palco perché a Giorgia piace vincere facile. Cantano assieme i pezzi di allora e chiaramente viene giù tutto. Finalmente un duetto vero, una dentro la canzone dell’altra, tanta classe e talento.
Colapesce Dimartino con Carla Bruni
Azzurro (Adriano Celentano)
9
Quelqu’un m’a dit di mettere un po’ di musica leggera, anzi leggerissima, e Carlà lo fa, scivolando sulle scale dell’Ariston e di Conte/Celentano. Sospira “qui” invece che “qua”, e Colapesce sorride compiaciuto. È Toy Boy Season 2 (senza offesa per nessuno) ma anche White Lotus in crociera: loro si annoiano a Panamà perché la vita è un baccarà, e Madame Bruni Sarkozy è maestra d’ennui. Finisce con lei mollata da sola sul palco della nave, i due fra le poltrone à la Benigni, è uno storytelling, anzi loro tre son troppo eleganti per questa brutta parola.
Cugini di Campagna con Paolo Vallesi
La forza della vita (Paolo Vallesi) / Anima mia (Cugini di Campagna)
5
Nella serata delle canzoni scontate, alcune nel senso del discount, arriva Vallesi che fa La forza della vita e i Cugini Anima mia. Anche per oggi non si vola.
Marco Mengoni con Kingdom Choir
Let It Be (The Beatles)
5
Mengoni vuole continuamente ricordarci che sa cantare. Marco, lo sappiamo. Prendere i Beatles, reinterpretarne la melodia in un inglese smangiucchiato è un po’ troppo. E poi, se fai Let It Be in chiave gospel, non sei Ray Charles e vuoi strafare, rischi di trasformare un capolavoro di canzone in un luogo comune.
gIANMARIA con Manuel Agnelli
Quello che non c’è (Afterhours)
7
All’inizio ti chiedi: perché gIANMARIA urla? Quello che non c’è è un pezzo che deve crescere in modo lento e “naturale”. Poi capisci che è proprio il contrasto tra l’interpretazione matura di Agnelli e quella giovanile e sopra le righe di gIANMARIA ad aggiungere qualcosa al pezzo degli Afterhours, che diventa meno riflessivo e vagamente disperato.
Mr. Rain con Fasma
Qualcosa di grande (Lùnapop)
4
Qualcosa di grande era la conferma, dopo 50 Special, del talento dei Lùnapop capace di lanciare Cesare Cremonini verso una carriera incredibile. Possiamo facilmente dire che questa versione di Mr. Rain e Fasma non avrà la stessa fortuna. Cacofonia di AutoTune.
Madame con Izi
Via del Campo (Fabrizio De André)
7
Madame, in bianco, è accompagnata da Izi, che è cresciuto dalle parti di Genova e quindi è qui in quota ligure. Lei ne esce bene, anche quando declama la sua aggiunta al testo sacro di De André. Lui invece non aggiunge, toglie. Con tutto il rispetto per lui e la sua storia: questa Via del Campo, che si collega concettualmente a Il bene nel male, sarebbe venuta meglio con la sola Madame.
Coma Cose con Baustelle
Sarà perché ti amo (Ricchi e Poveri)
5
I Coma Cose sono dotati d’una loro incantata leggerezza. I Baustelle hanno dimostrato di sapere mettere nella loro musica persino Viola Valentino. Ma questa Sarà perché ti amo è inutilmente appesantita e un po’ slegata, come se non fosse stata provata abbastanza (una sensazione ricorrente stasera). Si può dare di più (non la canzone, è il giudizio).
Rosa Chemical con Rose Villain
America (Gianna Nannini)
6,5
Gianna Nannini in chiave Marilyn Manson (nelle chitarre) con tanto sesso («Viva l’amore, viva il sesso!», dice Chemical) condito di bdsm e feticismi vari. La prima declinazione punta sul lato hot, ma la situazione rimane un po’ lì, finché Rosa non lecca lo stivale di Rose. Non hanno scoperto l’America, ma vanno bene così.
Modà con Le Vibrazioni
Vieni da me (Le Vibrazioni)
5
Non avremmo mai pensato di sentire Kekko urlare Vieni da me in faccia a Francesco Sarcina, con quello che gli risponde gridando “poesia”. Karaoke del pubblico, rock made in Italy, «viva le band», sinfonia rock di occasioni perdute.
Levante con Renzo Rubino
Vivere (Vasco Rossi)
6
Vivo, poi Vivere. Abbiamo capito che Levante è tornata in vita, ma ripeterlo per cinque giorni rischia di diventare ridondante. Rubino aggiunge poco e nulla, lei canta bene ma manca di misura e sembra che non voglia interpretare, ma impressionare.
Anna Oxa con Iljard Shaba
Un’emozione da poco (Anna Oxa)
7
Un’emozione da poco è la canzone con la quale Anna Oxa s’è presentata per la prima volta a Sanremo nel 1978. Impetuosa e modernissima allora, classica e matura oggi. L’ospite c’è ma si vede solo nel finale: dopo un numero da prestigiatore, suona il violoncello, sapendo d’essere superfluo (questa è peffòmans).
Sethu con Bnkr44
Charlie fa surf (Baustelle)
7
Il riscatto di Sethu: la sua versione di Charlie fa surf dei Baustelle con i Bnkr44 è uno dei momenti più divertenti della serata. A metà tra i Backstreet Boys che ballano sulle sedie e YungBlud. Il bello di essere giovani.
LDA con Alex Britti
Oggi sono io (Alex Britti)
6
Non inizia bene, la chitarra di Alex Britti non si sente granché, forse c’è qualche problema. Dopo la metà i due ingranano e con un pezzo solido anche LDA ne esce bene.
Mara Sattei con Noemi
L’amour toujours (Gigi D’Agostino)
4
Portare Gigi D’Agostino a Sanremo era sulla carta un’idea geniale. Arrangiare L’amour toujours togliendogli la tamaraggine è stato un errore. Affidarsi alla voce, ehm, rock di Noemi un altro. Aggiungere parti un altro ancora. Partita bene con il vocoder, la performance precipita ben presto. Mara, divertiti, abbraccia le tua età, smettila di invecchiare precocemente. Salvati!
Paola & Chiara con Merk & Kremont
Medley di Paola e Chiara
6
Paola & Chiara di hit ne hanno, ma il medley non rende loro giustizia. Forse colpa degli arrangiamenti “nuovi” e dei tanti cambi. Si poteva spaccare di più facendo di meno.
Colla Zio con Ditonellapiaga
Salirò (Daniele Silvestri)
6,5
Tra Colla Zio e Ditonellapiaga c’è chimica, ma lei è a un altro livello rispetto ai pinguini tattici urbani. Il pezzo di Silvestri è di per sé irresistibile così come il balletto originale qui ripreso. Son giovani, son presi bene. Va bene chiudere così. Almeno non si prendono sul serio.