La settimana della musica di Milano – Milano Music Week, appunto – è tornata, con una casa nuova (fungeranno soprattutto gli spazi di Torneria Tortona, nel distretto del design del capoluogo lombardo) e un programma di talk, concerti ed eventi che prevede la partecipazione, tra gli altri, di Manuel Agnelli, Ariete, Alfa, Angelina Mango, Tommaso Paradiso, Motta, Yendry, Aka 7even, Thru Collected e Devendra Banhart.
A dare il calcio d’inizio alla manifestazione promossa da Comune di Milano, Assoconcerti, Assomusica, FIMI, Nuovo IMAIE e SIAE (con il patrocinio del Ministero della Cultura) è stato, insieme ad altri eventi, anche il panel “Musica & Intelligenza Artificiale: cosa cambierà con il primo AI Act europeo”, moderato dal CEO di FIMI Enzo Mazza e con Brando Benifei (Eurodeputato e Co-relatore AI Act), Simona Lavagnini (Presidente AIPPI, Partner LGV Avvocati), Antonella Marra (Business & Legal Affairs Deputy Director Universal Music Italia) e Guido Scorza (The Italian Data Protection Authority) nei posti dei relatori.
«L’AI Act nasce dalla volontà del Parlamento Europeo di regolare le attività dell’Intelligenza Artificiale e svolte a mezzo dell’Intelligenza Artificiale, ed è il risultato di una serie di riflessioni avviate nel 2022 e che mettono al centro il principio della trasparenza, sia nell’utilizzo che nell’addestramento dell’AI», così Mazza. Intenzioni confermate da Benifei, impegnato in questi giorni a seguire i lavori del Parlamento Europeo in materia di AI e diritto d’autore.
«Ci sono varie tematiche da tenere in conto per stilare un AI Act comprensivo e funzionale», spiega Benifei. «Innanzitutto, bisogna ragionare sul creare norme che possano valere non solo all’interno dell’Unione Europea, ma anche al di fuori, o meglio, anche per tutti quegli attori internazionali che vogliano immettere tecnologie sviluppate all’estero nel mercato italiano. Quando parliamo di AI Act parliamo infatti di un accordo di mercato che sta cercando un equilibrio tra normatività e ispirazione ai valori, come appunto quello della trasparenza. Il tutto senza penalizzare gli artisti europei o contrastare lo sviluppo di nuove modalità di fruizione e produzione artistica».
Punto sul quale concorda Antonella Marra. Secondo la Business & Legal Affairs Deputy Director di Universal Music Italia, «Siamo divisi tra due istinti, ma potremmo dire anche strategie. Da un lato c’è la necessità di fermarsi e di riflettere prima di inserirsi in un gioco di cui non conosciamo le regole. Dall’altro, proprio perché l’AI è l’area di sviluppo del momento è imperativo far sentire da subito la propria voce, sia a livello delle corporate che degli artisti».
A questo si aggiunge la necessità di trovare risposta a una domanda non nuova nell’ambiente online, ma che, con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale Generativa, richiede soluzione a voce ancora maggiore. Come ricorda Simona Lavagnini, «Di chi è quello che si trova su internet? Come se ne dimostra la proprietà?»
Domanda che, secondo Guido Scorza, ci porta a parlare di diritti fondamentali come quello alla privacy. «Non ritengo improbabile, né controproducente, che il diritto d’autore e il diritto alla privacy possano unirsi in modo inedito di fronte alle sfide che l’AI pone a entrambi. All’inizio i questa trasformazione non siamo riusciti a immaginare dove ci avrebbe portato, ma ora abbiamo l’opportunità di agire. Anche perché non si può pensare che il processo di creazione artistica si basi solamente sulla cannibalizzazione delle opere di altri. La strada non sarà breve, ma possiamo impostarne fin da ora la direzione».
La Milano Music Week continua fino al 26/11. Consulta il programma completo qui.