È nata la radio di Fabri Fibra, Marracash, Clementino, Gué Pequeno, Salmo, Ensi | Rolling Stone Italia
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È nata la radio di Fabri Fibra, Marracash, Clementino, Gué Pequeno, Salmo, Ensi

Le grandi emittenti non trasmettono rap? I rapper italiani si fanno la loro radio. Si chiama TRX, dietro c’è Paola Zukar, vuole raccontare la musica urban e dintorni senza controversie, provocazioni, polemiche

È nata la radio di Fabri Fibra, Marracash, Clementino, Gué Pequeno, Salmo, Ensi

Da sinistra, Ensi, Gué Pequeno, Paola Zukar, Fabri Fibra, Salmo, Clementino, Marracash

Foto: Andrea Bianchera

Fino a qualche anno fa, sbarcare in radio per i rapper italiani non era un sogno: era proprio un’eventualità impossibile. I programmatori, molto semplicemente, non avevano interesse a inserirli in rotazione, perché era considerato un genere non adatto a quel tipo di mezzo. Oggi le cose sono un po’ cambiate, ma sicuramente non abbastanza, perché se ogni settimana escono almeno una mezza dozzina di album urban, tra produzioni mainstream e underground, gli spazi disponibili nei grandi network restano comunque pochissimi, e la maggior parte di essi vengono confinati in programmi o fasce orarie dove non danno fastidio agli ascoltatori più anziani e conservatori. Il che è un paradosso, perché nelle playlist dei servizi di streaming il rap spopola come nessun altro genere. All’estero esistono delle radio urban specializzate – da Hot 97 in America a Skyrock in Francia – che macinano un successo dietro l’altro, ma dalle nostre parti, nonostante i presupposti per fare altrettanto ci sarebbero tutti, nessuno ci aveva provato. Non ancora, almeno.

Per arrivare a un esperimento del genere ci sono volute lunghe riflessioni e la mente di Paola Zukar, manager ed eminenza grigia dell’hip hop italiano, che ha messo insieme un consorzio di soci eccellenti per tentare l’impresa: a unire le forze con lei sono stati Fabri Fibra, Marracash, Clementino, Gué Pequeno, Salmo ed Ensi. Il risultato è TRX, una radio che trasmette gratuitamente via app ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette, concentrandosi su tutte le sfumature e le declinazioni possibili della musica urban. Dopo un annetto di rodaggio e numeri impressionanti (al suo debutto, la app aveva totalizzato circa 70.000 download in 24 ore), TRX ha finalmente trovato una casa stabile: grazie alla costruzione di alcuni studi ad hoc all’interno della sede di Radio Italia, inaugurati ieri sera, questa squadra di bomber si prepara a fare le cose ancora più in grande. “Radio Italia è il nostro partner industriale, mentre io e gli artisti che partecipano a questo progetto siamo gli editori e i curatori della radio, e collaboriamo attivamente per dettare la linea e deciderne i contenuti”, racconta Zukar alla vigilia della presentazione. “Oggi il rap permea la cultura, la cronaca, la moda, i trend, ha ricadute economiche importanti. Ha bisogno di essere raccontato degnamente e quotidianamente dai suoi protagonisti e da chi lo capisce perché, se non riusciamo a farci conoscere, il rischio è non riuscire a farci capire e a doverci difendere continuamente da attacchi, giudizi e provocazioni”.

Il fattore umano è fondamentale: a scegliere cosa va in onda non è un algoritmo, ma un gruppo di artisti ed esperti del settore, che consigliano e condividono i loro brani preferiti e le loro idee con gli ascoltatori. L’idea nasce guardando all’estero, e neanche troppo lontano. “A ispirarci, in particolare, è stato il progetto di Booba, un gigante del rap francese, che ha fondato una radio online, OKLM. Ascoltandola abbiamo capito che il progetto era tecnologicamente possibile, e anche finanziariamente sostenibile”. La maggior parte dei ragazzi che lavorano alla macchina operativa di TRX sono under 25, e anche gli sviluppatori della app sono due giovanissimi freelance, Francesco Zerbinati e Francesco Prisco, così come il programmatore, Lorenzo Ferri. “Finora si lavorava molto a distanza, con riunioni di redazione portate avanti su chat di gruppo di WhatsApp e interviste registrate nei backstage dei concerti o negli uffici delle case discografiche. Ora che finalmente avremo una redazione fisica e degli studi veri e propri, speriamo di riuscire a produrre sempre più contenuti”, spiega Zukar.

L’intenzione non è predicare ai convertiti, ma essere il più aperti e inclusivi possibile. Nonostante l’affiliazione con Radio Italia, inoltre, TRX continuerà a trasmettere musica da tutto il mondo: “Abbiamo un’autonomia del 110%”, afferma, “e pian piano cominceremo a implementare sempre più contenuti, programmi e podcast. Non vogliamo mettere il carro davanti ai buoi, quindi non partiremo inaugurando dal nulla un intero palinsesto: costruiremo un pezzettino per volta, badando alla qualità, e puntando soprattutto sulla musica”.

In un mare di proposte e nuove uscite, insomma, questa nuova realtà si propone di fare da guida e da appoggio a chi vuole saperne di più. “E soprattutto, a chi vuole andare più in profondità. Vogliamo dare uno spessore e una tridimensionalità al fenomeno, quella che spesso nelle semplici piattaforme di streaming non esiste”. Preparatevi a mirabolanti effetti speciali.