FOTO
Simone Bianchi è un disegnatore e illustratore di fama mondiale. Nella sua carriera ha collaborato con Marvel, Disney e Sergio Bonelli Editore, diventando uno degli artisti più riconosciuti del mondo del fumetto. Bianchi ha però anche un grande amore per la musica che negli anni si è palesato in poster, copertine e videoclip, tanto da ricevere richieste da band come i Tool e recentemente dagli Smashing Pumpkins. Ci siamo fatti raccontare le sue opere più significative.
«Prima dell'estate ricevo un'email dal manager che si occupa dell'immagine degli Smashing Pumpkins in tour. Aveva visto il poster che avevo realizzato per i Tool e voleva che ne realizzassi uno anche per loro. Mi hanno lasciato libertà assoluta sulle tematiche e sui colori da utilizzare, allora mi sono rifatto all'iconografica delle loro copertine e al tipo di immagine che avevano negli anni 90. Per realizzare questa illustrazione ho preso spunto da Moebius. Il protagonista non vede, i suoi occhi sono esterni al suo corpo. Sono dietro, sullo sfondo e riescono ad avere una visione a tutto tondo del mondo. La band ha molto apprezzato e senza modifiche alcune è diventato il poster della data di Denver».
«Adam Jones, chitarrista della band mi contatta in privato su Instagram. Adam non è nuovo nel mondo dell'illustrazione, in passato ha lavorato agli effetti speciali di Tim Burton e la moglie di Adam, Korin Faught, è una bravissima pittrice. Mi scrive chiedendomi di realizzare un'immagine visionaria ed evocativa per la loro data del 10 febbraio a Miami. L'illustrazione rende omaggio sia a Salvador Dalì con l'orologio e la persistenza del tempo in primo piano che a Damien Hirst per i centauri sullo sfondo. Il tema è quello della macchina e dell' uomo. Alla fine l'intelligenza artificiale ci salverà, anche e soprattutto da noi stessi. Il centauro tiene in mano una primordiale Eva».
«Ho avuto occasione di conoscere Michele durante una puntata di 'E poi c'è Cattelan' dove entrambi eravamo ospiti. Tra di noi è nata subito una grande amicizia. Da quell'incontro si sviluppa il progetto legato alla variant cover dell'ultimo album di Caparezza 'Exuvia''. Abbiamo messo le idee per il concept insieme e poi ho realizzato 4 diverse versioni. Anche se a Capa piacevano tutte, decidiamo di tenere il simbolo della cover originale, ma dandogli una dimensione nuova, di trasformazione. Ed ecco che la spirale diventa fatta da rovi come un rito di passaggio dal vecchio al nuovo. Poi decidiamo di aggiungere il suo profilo come lo vedo io. L’unica richiesta fatta da Michele era il colore giallo/ verdognolo, stessa componente di colore che si trova nella cover iniziale».
«Nato insieme alla variante cover, Michele voleva che rappresentassi i personaggi principali raccontati nel concept album 'Exuvia' ovvero: il Cappellaio matto, Beethoven, il babbo, il nonno e Michele stesso in versione creatura della foresta che cresce, ma anche come moderno Dante dal mantello rosso realmente posseduto dal cantautore. L’elefante è un mio omaggio al barrito iniziale che si sente nella canzone 'Such a Shame' dei Talk Talk. Ovviamente nella trasposizione a pop up, il dipinto originale è stato modificato per ragioni di ingegneria cartacea».
«Il Direct 2 Brain, lo studio che si occupava di realizzare il video di 'Stop that train', mi contattò dopo aver visto il mio primo Art Book, perché avevano bisogno di un illustratore che desse una visione più fantasy, più cartoon alla band. Il brano che fecero, omaggio all’omonima canzone di Bob Marley and the Wailer, era musicalmente più leggero e volevano mantenere questa scelta anche per il video. Realizzai sia o personaggi, che le scenografie e il treno. Ricordo ancora la riunione che ebbi con loro a Latina in cui mi chiesero come avrebbero voluto essere rappresentati. Meg mi disse: "Vorrei essere un Elfo con le orecchie a punta"».
«Sono un illustratore con la passione per la musica, si sarà capito. In casa ho librerie piene di fumetti e di CD/vinili. La musica mi aiuta a disegnare. Studio la batteria perché capisco meglio l’armonia dei vuoti e dei pieni, del chiaro e dello scuro nell’illustrazione. Ho iniziato quando avevo 16 anni. Ho smesso per qualche anno a causa degli impegni lavorativi, ma ho ripreso da 7 anni e domani per esempio non dipingo, ma vado a lezione dal batterista della mia generazione che ammiro di più».
Restiamo
in contatto
Ti promettiamo uno sguardo curioso e attento sul mondo della musica e dell'intrattenimento, incursioni di politica e attualità, sicuramente niente spam.