«In breve, abbiamo dovuto fare l’impensabile», dice Bridges della crisi del coronavirus. «Abbiamo cancellato mesi di concerti, aiutato lo staff a chiedere la disoccupazione, avvertito i fornitori che saremo costretti a sospendere i servizi anche se sappiamo che sarà dura anche per loro, preparato i nostri bar per lunghi periodi di inattività, abbiamo svuotato la cassaforte, messo in sicurezza le finestre per prevenire atti di vandalismo».
Foto: Charles Reagan Hacklemann