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In ‘La terza estate dell’amore’ Cosmo balla sulla carcassa della nostra società

Il musicista ha presentato su YouTube l'album che uscirà il 21 maggio, «un corpo pulsante che spruzza sudore sull’etica del lavoro, un corpo erotico sbattuto in faccia al gelo di morte del capitalismo»

Foto: Kimberley Ross

«Quando questa emergenza sarà passata dovremo essere pronti a riempire le strade di gioia. Ci vogliono nuove regole che favoriscano lo spirito di comunità e la cultura popolare. Riprendiamoci le strade, la vita, le città, Riprendiamoci il futuro tutte e tutti insieme». Poco meno di un anno fa, durante gli Stati Popolari, la manifestazione per i lavoratori precari, braccianti e rider, Cosmo chiudeva così un discorso, quasi un manifesto politico, in cui parlava di ossessione per il successo, politica, del ruolo della musica nel futuro post pandemia.

Quel discorso è anche l’unico contenuto rimasto sulla sua pagina Instagram dopo l’annuncio a sorpresa di stamattina, ed era impossibile non pensarci mentre assistevamo alla presentazione del suo nuovo album La terza estate dell’amore (uscirà il 21 maggio, vedi tracklist sotto) avvenuta in diretta streaming su YouTube. Una diretta particolare, che mostrava colonne di casse in diversi luoghi – un campo da basket, un prato, un palazzetto vuoto, un locale – e in diretta.

Il primo pezzo che abbiamo ascoltato sembra allacciarsi direttamente a quel discorso. “L’amore risale da sottoterra, ogni vicolo è già un campo di battaglia. Ho degli amici che è meglio che stai attento, se ti prendono ti abbracciano. Delle bestie che girano in libertà, piante rampicanti si riprendono la città e sventolano bandiere sulle macerie di quest’epoca stupida. E io ci godo un po’”, canta Cosmo.

È l’evoluzione naturale di un discorso iniziato con il tour di Cosmotronic. Nessuno più di Cosmo, in Italia, ha messo al centro della sua arte l’aggregazione del pubblico e con il pubblico, la dimensione collettiva della musica, l’importanza del corpo e dei corpi che si uniscono sotto un palco, la festa come esercizio di libertà. Lo stesso si può dire per l’arrangiamento, un’evoluzione dei suoni e delle atmosfere del disco del 2018: c’è il clubbing, c’è il cantautorato, ma anche qualche novità, soprattutto nell’uso dei cori e in certi suoni un po’ world. È musica meno da ballare e più da affogarci dentro, musica per lasciarsi andare.

Finito il primo pezzo, capiamo che la diretta durerà a lungo. Ascoltiamo il resto del disco, e nonostante qualche sbalzo di qualità audio tra una location e l’altra, ce lo godiamo tutto fino alla fine. Ci sarà tempo e modo per approfondire tutte le canzoni, ma dopo questo primo assaggio possiamo dirvi che ci sono brani più aggressivi e ballabili, altri più romantici, almeno una ballata davvero splendida, passaggi “da festa” e svolte mistiche, tonnellate di parole, idee, frasi, suoni inaspettati. È un flusso di musica continuo, senza interruzioni tra un pezzo e l’altro, in cui è facile (e bello) perdersi.

Nei testi ci sono riferimenti più o meno diretti alla pandemia, si parla di “piazza del silenzio”, di “musica illegale”, del “suono della gente che fa l’amore”, di “ballare sul disastro”, come se Cosmo volesse dirci: riprendiamoci le strade, facciamole suonare, perché altrimenti chissà come va a finire.

Stamattina Cosmo aveva indicato alcune coordinate geografiche che corrispondevano a luoghi di Milano e Roma. Lì sono stati distributi volantini con la tracklist (qui sopra) e un QR code che porta al sito laterzaestatedellamore dove si legge la dichiarazione d’intenti dell’artista.

«La terza estate dell’amore è un’invocazione, più che una realtà. È una possibilità, ma anche una necessità. Un qualcosa che deve accadere e che prima o poi succederà. La prima Summer of Love era legata al movimento hippy di fine anni Sessanta. La seconda al nascente movimento rave di fine anni Ottanta. Oggi la necessità di socialità e amore collettivo si fa sempre più forte. La pandemia e i provvedimenti per contrastarla hanno fatto a pezzi quelli che erano gli ultimi rimasugli di vita sociale, riducendola ai suoi minimi storici. Ormai è chiaro: stiamo camminando sulle rovine di un sistema di valori che ha fallito e che deve essere spazzato via: quello dell’individualismo, della competizione, della crescita illimitata e del conflitto. Ingiustizie, disuguaglianze, repressione e disastro ecologico sono i frutti di quel sistema».

«La terza estate dell’amore» continua il testo di Cosmo «è il manifesto di qualcosa che ancora non ha un nome. Un corpo pulsante e desiderante che spruzza il suo sudore sull’etica del lavoro. Un corpo erotico sbattuto in faccia al gelo di morte del capitalismo e della burocrazia, un ballo sulla carcassa di una società incapace di godere e di organizzarsi per essere felice. Una società che preferisce riempirsi di regole, leggi e divieti con lo scopo di individuare sempre un responsabile penale e parallelamente “mettersi in sicurezza”. Una società che mette il profitto davanti al coraggio e alla libertà e che ci vuole sempre più inoffensivi. Andrà tutto bene, purché non arrechi disturbo alcuno. La nuova dittatura passa attraverso questa ragionevolezza, e sta erodendo ogni piccolo spazio di autonomia».

«La terza estate dell’amore è una pernacchia in faccia a chi nega l’essenzialità della festa e dello spirito di comunità. Non ce ne facciamo niente delle città cadavere, luoghi di morte dell’anima e del corpo. Le vogliamo cambiare. Vada a farsi fottere il pil, si fotta la Borsa. Questo messaggio è dedicato a chiunque si sia visto rubare tutto il tempo migliore della propria vita, a chi crede nell’aggregazione e nello spirito di comunità, a chiunque voglia prendere questa grande macchina e sedersi accanto al pilota per farla rallentare, sostare, ripartire quando è il momento. Verso destinazioni ed esperienze altre. Verso il futuro».

Verso la fine dell’album, una tirata a base di cassa dritta lascia spazio a un pezzo dalle atmosfere delicate, contemplativo, pacificato, a cui abbandonarsi: “Appoggio il palmo della mano sul mondo. Sono l’alba. Sono un ramo. La radice che sprofonda. Sono donna. Sono un’ombra”, dice Cosmo, quasi a ricordarci che la musica può farti diventare qualsiasi cosa, può portarti ovunque, può essere lo strumento perfetto per ritrovarci quando non saremo più costretti ad allontanarci. “Sono luglio, l’inverno, la rotazione della terra. Sono un oceano scomparso su Marte. Vibro da ogni parte. Sono un mistero custodito nel bosco. Sono te. Che nemmeno ti conosco”.

La tracklist di La terza estate dell’amore:
Dum Dum
Antipop
La musica illegale
Fresca
Mango
La cattedrale
Puccy Bom
Fuori (feat. Silvia Konstance)
Gundala
Io ballo
Vele al vento
Noi

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