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070 Shake, la pupilla di Kanye West innamorata dei Pink Floyd

Dopo l’esordio in ‘ye’, la cantante ha scritto un disco ispirato al rap e a ‘Dark Side of the Moon’, che ascolta ogni mattina. Adesso, durante l’isolamento, si prepara a «esplorare tutti i mondi musicali possibili»

Foto: Dan Regan

Ogni mattina, precisamente alle 11:30, 070 Shake mette The Dark Side of the Moon sul giradischi dello studio dove lavora, nel New Jersey. «Tutti i giorni, alla stessa ora», conferma la cantante, 22 anni. Shake fa parte del roster di G.O.O.D. Music di Kanye West e Def Jam, una delle etichette più importanti della storia dell’hip hop, e perciò sono molti i produttori che lavorano con lei e che si fanno un’impressione sbagliata. Dark Side of the Moon la aiuta a far capire che cosa vuole veramente. «Tutte le session dovrebbero essere aperte, non voglio essere incasellata», dice. «Se mai dovesse succedere, farò di tutto per uscirne».

Shake ha scoperto che molti dei produttori con cui ha lavorato sono ricettivi riguardo alle sue idee poco convenzionali. «Non vogliono passare tutto il giorno a fare beat trap. Magari vorrebbero suonare synth pop anni ’80, ma non hanno nessuno con cui farlo. Tutte le volte che incontro un produttore diventiamo una specie di band». Modus Vivendi, l’indefinibile album di debutto che ha pubblicato all’inizio dell’anno, è una dimostrazione pratica di questa filosofia. «Sono pronta a entrare in tutti i mondi musicali possibili».

Shake è stata ingaggiata da Kanye due anni fa, appena sei mesi dopo aver scritto e registrato la sua prima canzone. «Mi rendo conto che è successo tutto molto velocemente», dice. «Di solito bisogna lavorare per anni… Io ho fatto il mio primo pezzo, e sei mesi dopo sono stata contattata dall’uomo che all’epoca era la mia più grande fonte di ispirazione».

Nonostante tutto sia avvenuto in fretta, Shake sostiene che niente l’ha davvero sorpresa. «Non vedo il tempo come gli altri», dice. «Niente mi sorprende. Tutto è fatto di momenti, tutto è vicino».

Poco dopo la firma, Shake ha debuttato in Ghost Town, il pezzo di Kanye del 2018, e ha rubato la scena con un veloce ed elettrizzante cameo che ha finito di registrare il giorno stesso in cui è uscita la canzone. «Mi sembra di parlare di un’altra persona», ha detto all’epoca, «poi capisco che sono io e penso che è assurdo».

Per la maggior parte degli artisti, un feat con Kanye West rappresenta il picco di tutta la carriera. Shake, invece, ha continuato a lavorare duramente. Il viaggio in Wyoming, poi, aveva un altro grande beneficio: conoscere Mike Dean, lo storico collaboratore e produttore di Kanye. «Mike!», esclama Shake quando faccio il suo nome. «Non è solo una persona con cui lavoro, è anche un amico. Mi ispira molto, e la mia ragazza ha una cotta per lui».

Insieme, Shake e Dean hanno iniziato ad approfondire le rispettive influenze psichedeliche, muovendosi in un territorio musicale difficile da definire. Le canzoni a cui lavorano sembrano ispirate al prog più che all’hip hop. «C’era telepatia», dice della svolta stilistica. «Sentivamo una vibrazione, eravamo liberi».

Adesso questo misticismo la aiuta a continuare la sua vita musicale nonostante l’isolamento. Shake e il suo produttore sono separati, quindi sta cercando altri modi per scrivere nuovo materiale. «Per colpa del virus è come se stessi cercando di proiettarmi nella musica», dice. «Sto raccogliendo pensieri, idee e riferimenti. Gli studi sono chiusi e quindi mi sto facendo un mood board in testa. Sto raccogliendo le idee».

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