Bionda, età non specificata – ho chiesto comunque perché sono maleducato, ma senza ottenere risposta – è nata in Virginia e ha un taglio di capelli che ti puoi permettere solo fai la popstar: Ava Max è la stellina del momento, e la sua Sweet But Psycho è tipo la canzone più passata dalle radio del globo terracqueo. Una brano che le ha cambiato la vita: «Sono in giro da un sacco, tornerò a casa tra almeno un paio di settimane. Ma sono felice», ci racconta negli studi di Radio Deejay, a Milano.
Sweet But Psycho ha avuto un successo enorme soprattutto qui, in Europa, che tra l’altro è da dove arriva la sua famiglia: «I miei genitori hanno lasciato l’Albania poco prima che nascessi. Sono andati in Francia, poi in Usa. Sono cresciuta in Virginia, ma mi sento cittadina del mondo».
Come spesso capita, Ava si appassiona alla musica tra le mura di casa. La madre, cantante lirica non professionista, le fa studiare pianoforte. Ava si appassiona e continua: «Ho partecipato a tantissimi concorsi, e ho capito che il segreto è non mollare mai». E così, passo dopo passo, inizia a scrivere le sue prime canzoni, riuscendo a farle arrivare alle orecchie giuste, come quelle di David Guetta che l’ha voluta nel suo disco: «Gli ho fatto sentire Let It Be Me che era solo una ballad piano e voce. Lui gli ha dato vita».
Poi, nel 2018 il debutto ufficiale con My Way. Pochi mesi dopo esce Sweet But Psycho e succede un vero casino. Il pezzo entra nelle viral chart di Spotify ed esplode letteralmente. Numeri uno in decine di paesi, un successo planetario che non tende a diminuire. «È assurdo. La notte prima che uscisse ho pregato tantissimo. Piangevo, avevo questa canzone da un anno e mezzo, ero felice uscisse. Sentivo che sarebbe successo qualcosa di speciale, sentivo una strana energia». E sentiva bene la cara Ava, dato che il pezzo, a oggi, conta più di 200 milioni di views su YouTube.
Tutti la paragonano alla prima Lady Gaga, un po’ per le sonorità, un po’ per quel “I’m-ma-ma-ma” che ricorda tantissimo “Po-po-poker face”, un po’ per le coreografie robotiche: «Per me è un enorme complimento. Poi abbiamo entrambe origine europee. La grande differenza è che lei cambia sempre, è il suo punto di forza. Io sono più tranquilla, diciamo».
Tranquilla o no, Ava questo successo lo cercava da tempo: «Ci provo da dieci anni, non è facile. Ho capito che qualcosa stava cambiando quando ho firmato il mio primo contratto discografico. Quello era già la realizzazione di un sogno». E, per una che si è allenata tutta la vita nel seminterrato di casa cantando e ballando le canzoni di Gwen Stefani, Mariah Carey e Whitney Houston, scusate se è poco: «La mia più grande ispirazione sono sempre state le grandi voci, Mariah su tutte. Passavo le ore ad ascoltare Vision of Love, cercando di capire come potesse cantare così. Abbiamo anche la stessa voglia sulla pancia. È destino!».
Ora che è cresciuta, nel cuore di Ava, oltre a Mariah c’è posto anche per Rosalía, SZA, Khalid: «Amo le persone che fanno la differenza». Non resta che capire se la differenza riuscirà a farla anche lei, con il suo primo disco in uscita quest’anno. Le premesse ci sono tutte: «Voglio fare casino, far ballare le persone». Mentre aspettiamo, possiamo consolarci guardandola mentre si esibisce sui palchi di tutto il mondo con addosso una giacca che, oltre che a Gaga, secondo noi non starebbe male neanche anche a Ivana Spagna in pieno periodo Easy Lady. Che poi anche quella è una superhit, provate a negarlo.