Da quando gli Slipknot sono in attività, il frontman Corey Taylor è diventato uno degli artisti più importanti della scena metal. Negli ultimi 10 anni, la sua presenza si è fatta sempre più costante. «Preparati, perché tutto quello che dirò verrà postato in un milione di siti di social media», dice prima di iniziare la nostra intervista sul decennio che sta per concludersi. «Sarà irritante».
Taylor ha parecchio da dire. L’ultimo decennio è stato per lui pieno di alti e bassi; è iniziato con la morte del bassista degli Slipknot Paul Gray, nel 2010, ed è continuato con l’addio del membro fondatore e batterista Joey Jordison. Tuttavia, i musicisti mascherati hanno pubblicato due album da primo posto in classifica, .5: The Gray Chapter nel 2014 e We Are Not Your Kind, uscito quest’anno, e Taylor è riuscito a fare anche altri quattro dischi – e qualche EP – con la sua band Stone Sour. Poi ci sono quattro libri, un’apparizione in Officer Downe, il film del collega Shawn “Clown” Crahan, e molti show da solista.
Ma guardando indietro, la cosa che lo preoccupa di più è il suo status di re della polemica metal. Alla fine dell’intervista mi dice: «Fammi sapere se metà della merda che ho detto ti mette nei casini. A questo punto, credo sia piuttosto scontato». Più avanti, quando Rolling Stone gli offre un’ultima chance per scagliarsi contro tutto quello che odia, ride. «Amico, io ho sempre un microfono davanti alla faccia, che mi piaccia o meno».
Il mio album preferito: Probabilmente è Pressure and Time dei Rival Sons. Contiene tutto quello in cui sono grandiosi. Alternano molti stili diversi e fanno funzionare tutto, sono una band molto organica. Forse la mia preferita degli ultimi 10 o 15 anni. Tutti si innamorano di queste band così derivative – non farò nomi, ma sai di chi sto parlando – ma i Rival Sons… la loro creatività, scrittura, tecnica musicale, stile, talento, è tutto fuori scala. E quell’album, per me in particolare, è davvero bello. Puoi sentirlo dall’inizio alla fine ed è sempre fantastico.
La mia canzone preferita: Elektra dei Refused. Aspettavo da tempo il loro ritorno, e quel pezzo era perfetto. Quell’album ha un sacco di belle canzoni. Sono indeciso con War on the Palaces, ma Elektra è davvero un concentrato di tre minuti di puri Refused. Quel riff si può suonare sei volte diverse e in sei modi diversi, ma non vi stancherà mai. È davvero fico.
L’artista con il miglior decennio: Sembrerò una puttana, ma dirò che siamo stati noi: gli Slipknot. Lo dico perché il decennio è iniziato nel peggiore dei modi, e adesso, dopo 20 anni, due album al numero uno, tour sold out in tutto il mondo, il nostro festival e il nostro whisky, non siamo mai stati meglio. In un certo senso, non sapevamo cosa saremmo potuti diventare. Non riesco a pensare a nessuno che sia riuscito a iniziare un decennio come abbiamo fatto noi e finirlo allo stesso modo.
La cosa più assurda che mi è successa: Sono diventato un meme. Non l’avevo realizzato fino a due anni fa. Non pensavo che avere opinioni fosse così polarizzante (ride). Ma tutta questa storia… “But what does Corey Taylor think?”, è divertente, cazzo. Per un po’ mi ha fatto incazzare. La solita roba dell’ego. Poi ho realizzato che è perché dico sempre quello che penso. Non faccio mica il discorso di Capodanno, in cui dico “questo fa schifo”, “vaffanculo” e vado via. Questa roba viene fuori nelle interviste. Non sono il tipo che dice la sua a tutti i costi. Comunque, mi farò una t-shirt con quella frase.
Il peggior trend musicale del decennio: Più o meno lo stesso degli anni ’80: brutto pop e hip hop. Non farò nomi perché non voglio fare favori alla stampa. Ma questa è gente che viene venduta come se fosse geniale, invece sono gli stessi tre ritornelli e gli stessi tre tipi di canzoni del cazzo che vengono scritte in quei generi. Siamo al punto in cui mi guardo intorno e penso: “Vi rendete conto di cosa cazzo ascoltate?”.
A volte, invece, ci ragiono su: “Forse è solo il modo con cui si sente la musica”. Di solito la gente normale accetta solo tre tipi di canzoni. Gli snob come il sottoscritto, invece, vogliono diversità; cambiamento; una connessione più profonda. Ora la vedo così: “Ehi, se vuoi la merda di McDonald’s, fai pure”. Ma non riesco a farmene una ragione, e non li rispetterò.
Il miglior concerto: I Guns N’ Roses alla T-Mobile Arena di Las Vegas, quando erano appena tornati insieme. Ho sempre pensato: “Non succederà mai”. Credo di averlo anche detto in pubblico. Alla fine erano in tre su cinque. Credo sia uno dei migliori show che abbia mai visto. Mi ha reso di nuovo un fan. Anche se la caviglia di Axl era rotta – ha cantato sul trono di Grohl – è ancora grandioso. Sono andato via prima della fine e avevano già suonato due ore e mezza. Ora dicono che ci potrebbe essere nuova musica, e posso dirti perché: la dinamica tra quei tre – anche solo quei tre, Duff e Slash sono miei amici e so quanto sono creativi – e il resto della band è fantastica. Sono eccitato. Quando uscirà l’album lo comprerò sicuramente.
Il miglior incontro con un altro artista: Al Rock in Rio del 2015 ho avuto l’occasione di parlare con Johnny Depp, che era lì per un concerto degli Hollywood Vampires. E onestamente, non ho avuto abbastanza tempo per dirgli quanto amo la sua musica, ma abbiamo parlato di cosa significa suonare di fronte a decine di migliaia di persone, ed è stato molto fico. Abbiamo amici in comune, ma non ci eravamo mai incontrati. Dieci anni fa, un mio amico mi ha procurato una copia di Paura e delirio a Las Vegas, autografata da Depp, per il mio compleanno. Fico, vero? Ma non l’avevo mai incontrato. Passare il tempo con lui, e rendermi conto che potevamo parlare di musica… è stato un momento surreale e ci penso ancora. Tipo: “Cazzo, è stato fico”.
La cosa più interessante che ho fatto ma che nessuno ha notato: È difficile da dire, perché sembra che tutti notino quello che faccio. Forse allontanarmi dai social media. In realtà ne hanno parlato tutti. Ma non si può avere a che fare con quella roba tossica per troppo tempo, a un certo punto pensi: “Sai che c’è? Non ci sono davvero buone ragioni perché io sia qui”. Non riesco a guardare la gente che si tratta di merda tutto il giorno, ogni giorno. E non ho intenzione di offrire una piattaforma a gente che si comporta così sotto ai miei post. La mancanza di ogni tipo di empatia è disturbante. E ho deciso che non ne avrei fatto parte. Quindi mi sono allontanato dai miei account personali. Ora pubblico solo cose promozionali. È stato difficile, perché mi piaceva fare alcune cose sui social, ma non più. Non so se qualcuno si sia accorto che quello non sono davvero io, ma non essere coinvolto personalmente è abbastanza.
La cosa più strana che hanno detto di me sui media: Cristo. Cosa non hanno detto? Forse chi ha messo in discussione la mia sobrietà. E va bene. Alla fine capisco. Alla fine, non ho bisogno che nessuno sappia che sono sobrio. Non ho bisogno che la gente sappia che alcuni giorni sono più difficili di altri. Ma credo sia uno dei motivi per cui i fan mi guardano le spalle.
Il momento che rappresenta meglio il decennio: Tutti questi fan del pop e dell’hip hop che dicono di amare gli Slipknot. È fottutamente divertente (ride). Tutti, da Gaga a Sheeran a Rihanna. È assurdo. Se ci penso mi dico: ma sul serio? Questa è roba da anni ’10. Mettiamola così. Chi ci avrebbe pensato? Di sicuro vorrei sapere cos’è che gli piace della nostra roba. È una conversazione che vorrei proprio fare.
La mia speranza per gli anni ’20: C’è un sacco di roba. Sto lavorando a un film. Ho finito la sceneggiatura e sono aggressivamente alla ricerca di investitori e produttori. Ho un sacco di roba che voglio buttare fuori. Forse scriverò un altro libro. Forse il romanzo con cui cazzeggio da un paio d’anni.
Quando finiremo il tour degli Slipknot, partirò con il mio progetto solista. Ho un po’ di canzoni, circa 26. Ho messo su una band con alcuni amici; gente che ha suonato con me negli ultimi 10 anni. E adesso stiamo lavorando agli arrangiamenti: quando sarà il momento, andremo in studio e registreremo un po’ di musica da mettere in giro. Quindi penso che il prossimo decennio inizierà così. È qualcosa che ho sempre detto di non voler fare, ma con il passare del tempo l’idea è tornata a perseguitarmi. Mi chiedo: come potrebbe suonare? Cosa sarebbe? Vedremo cosa succederà.