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Chi è Anitta e perché si parla tanto di lei

Da Rio al Coachella, storia della star brasiliana che fa pop per le masse mescolando suoni e culture e che parla senza filtri di tutto, dal sesso (che va sempre bene) a Bolsonaro (che va mandato a casa)

Foto: Sara De Santis per Rolling Stone US

Un giorno di marzo Anitta s’è svegliata coi postumi della festa della sera prima e ha scoperto d’essere diventata l’artista numero uno al mondo. La sua Envolver era infatti al primo posto della classifica di Spotify, un fatto storico e unico per un’artista solista brasiliana.

«Il cellulare era impazzito», ricorda ancora eccitata in collegamento Zoom da Rio. «Ne scrivevano tutti, ne parlavano in tv, la notizia era ovunque. L’intera nazione si era, tipo, fermata». Le toccava rimanere concentrata: la aspettavano le prove per il Coachella, dove avrebbe fatto nuovamente la storia in quanto prima artista brasiliana ad esibirsi sul mainstage, e la pubblicazione dell’album Versions of Me.

Ci sono voluti tre anni e più per mettere a punto la sintesi trilingue dei suoni del mondo che è l’album, che è assieme audace e divertente come la stessa Anitta. Si passa della dolcezza di Girl from Rio, dove si fa uso della classicissima The Girl from Ipanema, all’electro pop di Boys Don’t Cry nato dall’amore per i Panic! At the Disco, fino a Gata che gioca con il classico reggaeton Yo Tengo Una Gata, un po’ popeton e un po’ funk brasiliano.

La scelta dei featuring di Khalid, Saweetie e Myke Towers riflette il gusto musicale senza frontiere delle cantante. «Adoro mischiare le culture», spiega Anitta, «credo sia importante, spinge la gente a conoscere mondi differenti, cose nuove». Ricorda d’avere trattenuto a stento le lacrime quando s’è trovata in studio con Khalid e spiega che i proventi di Que Rabão, con Mr. Catra, andranno alla famiglia dell’artista brasiliano scomparso nel 2018.

Versions of Me segna un bel passo in avanti rispetto all’album di Anitta del 2019 Kisses. Quel disco è finito al numero quattro della classifica Latin Pop di Billboard e ha ottenuto una candidatura ai Latin Grammy. Alla cantante ricorda il duro viaggio che ha fatto per dimostrare di valere qualcosa, la sua missione personale dopo il boom della scena funk brasiliana nei primi anni ’10. In Kisses c’erano Becky G, Ludmilla, Snopp Dogg e il leggendario Caetano Veloso, ma se ha visto la luce è solo grazie alla forza di volontà della cantante e a mesi di duro lavoro. «Non ero sotto contratto con un’etichetta internazionale, non ero seguita da una management, non avevo un bel niente», ricorda. «Quell’album è stato il mio modo di dire alla gente dell’industria: ehi, sono capace di fare questa roba qui, possiamo lavorare assieme? Ci credete nel mio sogno e nel mio futuro?».

Ha funzionato e ha trasformato Anitta in una delle grandi pop star del mondo latin. L’obiettivo successivo è conquistare il resto del mondo con l’autoritratto fornito da Versions of Me. «Ho diverse personalità», dice ridendo. «I miei amici dicono che, dopo che mi sono svegliata, aspettano un quarto d’ora per capire chi sono quel giorno, se sexy o romantica o sportiva. E lo stesso vale per la musica».

Le canzoni del disco sono ispirate alle sue avventure – o forse sarebbe meglio dire disavventure – nei campi dell’amore e del sesso (attualmente ha una relazione aperta con un giocatore di football americano che vuole rimanere anonimo: «Può fare quel che vuole, io pure, è bello così»). Ogni volta che s’è trovata in studio ha messo i suoi pensieri e le sue esperienze nelle canzoni. «Mi piace scrivere di quel che mi passa per la testa in quel momento, e sono una che cambia più fidanzati che mutandine. Mi innamoro facilmente e li scordo altrettanto velocemente. Arrivo in una città, mi innamoro e lo metto in un pezzo. E magari la settimana dopo scrivo di quanto sono incazzata col mondo».

Uno dei momenti sessualmente più espliciti del disco è la divertente I’d Rather Have Sex. Anitta sorride quando ne parla. «Ci sono proprio io in quel pezzo. Non ho tempo per le stronzate. Non ho tempo per i rapporti che non mi danno il meglio. La canzone dice in modo divertente che preferisco fare sesso che litigare o perdere tempo».

La musica di Anitta ne riflette il carattere aperto e senza filtri, caratteristiche che l’hanno resa talmente popolare in Brasile da spingere i fan a chiederle di correre per la presidenza. Al di là del fatto che non avrebbe nemmeno l’età per candidarsi, durante la pandemia Anitta si è effettivamente immersa nella politica del suo Paese, ha ospitato workshop di politica su Instagram, si è espressa contro Jair Bolsonaro. Vorrebbe spingere i fan a fare la differenza. «Farò una campagna affinché i più giovani si registrino per votare. Solo così potremo togliere potere al quel cazzo di presidente. Non ce la meritiamo quella merda».

Anitta non usa mezzi termini ed è uno dei motivi che rende Versions of Me tanto liberatorio. «Ho realizzato l’album pensando solo a me stessa. Detesto creare aspettative, ho paura che le cose non vadano come mi aspetto, quindi non ci penso proprio. Amo il disco e mi basta. Non ho bisogno che anche altri lo amino».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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