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David Guetta non ha tempo di annoiarsi

A una manciata di mesi dai 50 anni, il DJ francese si sente come se avesse appena iniziato. L'abbiamo incontrato (chiedendogli anche di sua sorella, la perpetua di Don Matteo)
Foto di Ellen Von Unwerth

Foto di Ellen Von Unwerth

Con il video di 2U uscito qualche giorno fa, Justin Bieber è tornato a macinare milioni di views su YouTube. Molte di queste arrivano dalla sua sconfinata fanbase, altre da chi è interessato solo alle modelle di Victoria’s Secret che ci mettono il bel visino e moltissime altre ancora da chi, come me, era solo curioso di sentire il nuovo pezzo di David Guetta.

C’è in cantiere un nuovo disco che sembra voler prendere le distanze dal carrozzone EDM degli scorsi anni, motivo in più per il DJ e produttore francese di chiedere al principino del pop di cantare sopra al primo singolo, rigorosamente senza cassa dritta. A una manciata di mesi dal suo cinquantesimo compleanno, David sembra aver trovato nel pop un terreno su cui espandersi ancora, non bastassero i Grammy, gli MTV EMA e i World Music Award che gli stanno gli scaffali in salotto.

Nel frattempo David continua a fare ciò che ha sempre fatto, cioè mettere dischi davanti a folle immense e dietro a schermi led colorati, proprio come succederà il 28 luglio al Postepay Sound all’Arena Live Ex Foro Boario di Padova.

Come stai, David?
Sono in formissima!

Dove ti trovi in questo momento?
Sono a Londra. Vivo un po’ qui, un po’ a Los Angeles, un po’ a Parigi. Vivo un po’ ovunque, se devo essere sincero.

E saranno decenni ormai che non ti fermi un attimo. Prendi aerei per mettere dischi in tutto il mondo, ogni settimana, ogni giorno addirittura. Ma non ti annoi mai?
Ma va, è l’opposto! Io sogno di annoiarmi ma non succede mai. Te lo giuro, è stranissimo che tu me l’abbia chiesto perché è uno dei miei sogni più ricorrenti. Non mi annoio mai, sono sempre mega impegnato. Non ho proprio il tempo materiale per farlo. Penso spesso a questa cosa. Ormai faccio questo lavoro da molti anni ma mi sembra di avere iniziato ieri, quindi mi ritrovo a pensare: ‘OK, questo è inquietante’. Un giorno mi alzerò dal letto e mi renderò conto che la mia vita è alla fine ma non ho visto nulla perché ero troppo impegnato a correre di qua e di là. Mi sveglio ogni giorno in una città diversa, faccio concerti, lavoro in studio, vado in tour, metto dischi nei club, incontro persone, faccio interviste. Pensa che ho finito la mia stagione a Ibiza l’anno scorso ma mi sento come se l’avessi finita due mesi fa. Penso che vorrei più tempo per annoiarmi ma soprattutto per vedere il tempo passare. Mi manca annoiarmi.

Quale altra attività o passione ti manca?
Sono una persona molto curiosa, sempre in cerca di qualcosa da imparare. Potrei fare tante cose, mi limito alla musica perché è quello che mi riesce meglio. Se vado in vacanza e faccio immersioni, immediatamente penso che potrei fare l’istruttore. Se vado a sciare, stessa cosa. Penso che potrei sciare ogni giorno e magari guadagnarmi da vivere con le lezioni. Sono una persona…

Direi entusiasta.
Bravo.

Torniamo alla musica. Due anni fa è uscito un tuo pezzo intitolato The Death Of EDM. Era uno scherzo o l’EDM è davvero morta?
Prendilo come uno scherzo a metà. Penso che la dance ci sarà fin tanto che esisteranno gli esseri umani. Abbiamo bisogno di mangiare, di dormire ma anche di essere intrattenuti e di ballare. Quel particolare termine di EDM è stato coniato in America e corrisponde a un sound particolare che mi aveva già stancato ancora prima che avesse stancato tutti. Di solito quando mi annoio io di un certo stile, poco dopo arriveranno anche tutti gli altri. Non per chissà quale motivo, eh, ma solo perché faccio queste cose ogni giorno. Mi entusiasmo per un sound e mi stanco prima che gli altri lo facciano. Se ascolti il pezzo, The Death Of EDM, noterai che è per davvero un brano diverso nella produzione, nello stile, in tutto. All’epoca ho pensato che la scena EDM si meritasse un nuovo stile ma nessuno mi ha preso sul serio e in parte è perché il pezzo è uscito poco dopo Bad, che è stato un successo ma decisamente EDM. La scena aveva raggiunto livelli imbarazzanti. Ogni DJ suonava uguale gli altri e chi ha originato la dance e la house—penso a Frankie Knuckles, Lil Louie Vega, David Morales, DJ Pierre—non voleva di certo che questa musica obbedisse a un format, a canoni ferrei. È uno dei motivi per cui anche io mi sono avvicinato a questa musica e poi sono diventato DJ. Invece, a un certo punto, l’EDM è diventata più standardizzata del pop, perciò aveva bisogno di essere reinventata. Ed è successo: artisti come i Chainsmokers, DJ Snake eccetera hanno dato un nuovo sound alla stessa comunità che prima ascoltava EDM.  

È la stessa cosa che hai voluto fare tu con il tuo nuovo singolo con Justin Bieber?
Sì, è molto diverso da quello che ho sempre fatto. È un singolo pazzo, anche azzardato se vuoi. Penso di aver trovato il mio nuovo stile proprio come Chainsmokers e Snake. Non so se funzionerà o meno, ma quel che è sicuro è che la gente vuole nuovi suoni, ne ha bisogno. È il momento di sperimentare. Io poi ho avuto la fortuna farlo con la più grande popstar del pianeta. Abbiamo registrato questo pezzo un anno fa, quindi immaginati come dev’essere stato difficile per me mantenere il segreto per tutto questo tempo. Ho un grande rispetto per Justin perché è incredibile il successo che ha raggiunto da così giovane. In più lui ha questa doppia carriera che nessuno ha mai avuto: è nato come l’idolo dei teenager ma ha anche saputo reinventarsi completamente con Where are u now, che è il disco più cool degli ultimi anni. È l’artista che può permettersi di sperimentare di più nel pop, riscuotendo successi uno dopo l’altro. Assurdo.

Prima mi dicevi che la gente avrà sempre bisogno di ballare, ma secondo te avrà bisogno anche delle discoteche per farlo? Dico così perché a Milano ne stanno chiudendo molti. Sembrano non funzionare più.
Penso che ciò di cui parli succede perché, insieme all’esplosione dell’EDM a livello mondiale, sono esplosi anche i festival come format di evento. E questo suono duro, gigante, epico, è adatto a grandi spazi e grandi folle. C’è stato un momento in cui i club non hanno saputo dare ai giovani la musica che volevano né la quantità di artisti che volevano sentire in una serata. Quindi ecco che la gente ha preferito i festival. Poi c’è un altro fenomeno che sto notando ultimamente, specie ora che ho ricominciato la stagione al Pacha e all’Ushuaia a Ibiza. La musica underground sta tornando tantissimo negli ultimi due anni. Musica che non è da festival ma da club: techhouse, deep house, eccetera. Le discoteche hanno una seconda possibilità. Voglio dire, cinque anni fa Solomun non avrebbe mai avuto una delle serate più grandi di Ibiza.

Non è che magari il tempo è ciclico e la gente magari vuole qualcosa di più suonato? Con gli strumenti veri intendo.
Eppure come ti dicevo l’underground, anche quello puramente elettronico, è più in salute che mai. Ci sarà sempre uno spazio per la musica acustica tipo Bruno Mars o le band rock, ma in ogni caso c’è una mostruosa richiesta di produzioni dance. In tutto il pop c’è una commistione fra elettronica e acustica. Quindi non credo che in generale se c’è una non ci possa essere l’altra.

Tu ci hai mai suonato in una band?
No, mai. Ma perché non mi sono mai interessato. Ho sempre voluto fare il DJ fin da bambino. Ho iniziato come tutti mettendo dischi nella mia stanza. Avevo dodici anni. Passavo tutti i giorni a esercitarmi con il mixer e con i cambi fra un pezzo e l’altro, anche nel weekend. Non uscivo molto, non giocavo a calcio come gli altri.

Lo sai che tua sorella è più famosa di te fra le mamme italiane? Recita in una fiction con Terence Hill e fa il ruolo della perpetua del parroco protagonista.
[ride, nda] Beh, è divertente perché la gente rimane sempre stupita quando scopre che siamo fratelli. Non ci assomigliamo per nulla! Ma, sì, sono molto fiero di lei e di quello che fa. È uno spasso non solo nei film, ridiamo sempre molto quando ci vediamo.

Avete mai pensato di scambiarvi i lavori per una volta?
Oh, no. Sono scarsissimo a recitare, sono il peggiore. Mi hanno proposto tante volte di recitare nei film ma sono semplicemente negato. Perché dovrei portare via il lavoro a qualcuno con del talento? E dall’altra parte dubito che mia sorella sia brava a mettere dischi.

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