Fermo immobile sulla 405, pronto a inforcare la 101 North che passa da Hollywood, il tutto per uscire dal traffico congestionato di LA, gioie e dolori della mia esistenza californiana. Sono appena stato alla premiere e all’attività stampa del Re Leone (senza sua Maestà Beyoncè) quando suona il telefono… Niente squillo, ma solo il ding-whoop del classico messaggio su Whatsapp. Guardo il mittente (visto che sono fermo immobile) e con mia grande sorpresa scopro che è Fabio Rovazzi, conosciuto un paio di mesi prima in quel di Chicago, grazie alla sua smisurata passione (assoluta conoscenza o nerdaggine) per tutto ciò che riguarda Guerre Stellari. Nel messaggio c’era scritto: “Sono agli Universal Studios, sto girando il video di Senza Pensieri, vuoi venire sul set…?”. Why not, sono imbottigliato. E poi sono curioso di vederlo all’opera. Confesso che non lo conoscevo, non sapevo nulla dei suoi tormentoni estivi, ma dalle nostre chiacchiere a Chicago, Mr. Rovazzi non mi era sembrato un pirla, anzi, è un tipo per bene, iper-creativo, divertente, sagace, più grande degli anni che ha, lungimirante, simpatico, diligente, razionalissimo, manipolatore quel tanto che basta, ottimo conoscitore di Star Wars, Gremlins… e tutto ciò che ha a che fare con i videogame (da piccolo il preferito era Hitman, adesso è Call of Duty).
Detto fatto, eccoci ai famosissimi Universal Studios, sede delle mia memorie cinematografiche (Psycho, Lo Squalo, Fuoco assassino, per non parlare di Jurassic Park, la CourtHouse Square, la piazza di Hill Valley in Ritorno al Futuro con tanto di distributore Texaco, Soda Pop, Palace Saloon e così via). Non faccio in tempo a scendere ed ecco Fabio che arriva a prelevarmi con addosso un costume grigio futuristico, creato nientepopodimeno che dal nostro Christian Cordella, costume concept artist di Hunger Games, Avengers, Ant-Man, Alita, Captain Marvel, Avatar 2. Arriviamo sul set mentre il regista Mauro Russo (Calibro 9, vi dice qualcosa?) è intento a dirigere attori e comparse.
«L’art design della cover mi ricordava la piazza di Ritorno al Futuro. L’ho scelta perché stiamo parlando di una città futuristica e poi, onestamente, perché il video è mio e me lo scrivo e giro dove voglio. E visto che adoro questo film, sono venuto qui a girarlo!», mi ha spiegato subito Rovazzi.
Raccontaci della nuova canzone, come si chiama?
Senza pensieri, e il video ovviamente si chiama come la canzone. Quindi è… sempre Senza Pensieri.
A cosa ti sei ispirato?
Nasce da un ragionamento sulla mia profonda invidia nei confronti delle persone ingenue e non consapevoli, quelle che vivono la vita molto meglio di me. Il video parla di un laboratorio segreto sopra alle nuvole in questa città futuristica finta dove alle persone viene tolto il pensiero, subiscono una sorta di lobotomizzazione. Lì studiano diversi modi per distrarci dai problemi reali. È un’allusione al mondo di oggi, dove la gente è abituata a essere distratta da cagate incredibili e non si rende conto delle possibili azioni collettive per sistemare emergenze vere (rifiuti, riscaldamento globale…). Ci sono anche dei riferimenti al fatto che la continua esposizione a contenuti giornalieri a questa velocità crea seri problemi al cervello, che non si abitua più al ricordo nel modo corretto. Le persone quindi hanno meno ricordi. Lo considero un aspetto negativo delle nostre vite, che ci porterà inevitabilmente a un appiattimento generale.
A questo proposito, come giudichi il rapporto fra adolescenti e social network?
Ci sono aspetti bellissimi e bruttissimi, secondo me siamo ancora allo stato embrionale. I giovani non hanno un’esperienza tale da sviluppare un senso di responsabilità che permetta loro di capire cos’è giusto e cos’è sbagliato. E questo è un problema. Possiamo dire che abbiamo di fronte una collettività di persone perse, vuote, senza responsabilità, e senza la conoscenza reale di quello che poi è il peso del contenuto che fai e manipoli. Lavori in corso non solo fra social e giovani, ma anche per le piattaforme… come il video del terrorista in Nuova Zelanda che ha ammazzato la gente nella moschea: non doveva essere online, neanche per un secondo. Invece è girato in rete. Tocca a loro, alle piattaforme, creare un team che possa evitare certe cose e non lo stanno facendo. Lo trovo scorretto, sbagliato.
Due parole sulla narrativa di Senza Pensieri?
Due parole e basta. Ci sono cavie e addetti ai lavori. Le cavie sono tutte vestite di grigio, e fra queste ci sono persone che hanno dato fastidio, tipo io e J-Ax. Mi prendono e mi sistemano in un laboratorio dove rimango per 10 anni. Poi, nel futuro, scopriamo che il mondo vero ha avuto un collasso totale e quindi è il caos. E poi c’è Loredana (Bertè), una di questi addetti ai lavori e… mica posso dirti tutto. C’e’ anche un piccolo cameo di Fazio che interpreta un bancario. E c’è pure Max Biaggi.
Perché J-Ax e Loredana?
I miei featuring, così come i camei, sono il risultato di simpatie, momenti di feeling che poi mi portano verso determinate persone. Loredana l’ho vista ad Amici, le voglio bene e ho pensato a lei! Con Ax siamo amici dai tempi di Sorci Verdi.
Parlando di ritorno agli anni ’80: Stranger Things ha fatto da apripista.
Si, feticismo totale per gli anni 80. Ritorno al Futuro è la mia infanzia, papà mi ha regalato il cofanetto DVD… E anzi, dovevamo avere il cameo di Doc…
Che cosa ascoltavi e che film guardavi da piccolo?
La mia droga erano Elio e le Storie Tese, ero malatissimo. Poi Who, Frank Zappa, Depeche Mode… E per i film, li guardavo tutti. Mio papà Stefano mi ha fatto vedere di ogni sin da ragazzino, da Arancia Meccanica a Mars Attacks!, pensa che volevo diventare un mago grazie a tutti gli Harry Potter: ho visto roba impegnata a cagate pazzesche. Sono convinto del fatto che ci siano film che la gente, i più giovani soprattutto, devono assolutamente vedere, non si può avere un buco culturale ed emotivo tipo su Guerre Stellari. Non puoi, ecco perché recentemente ho fatto una maratona con Karen (la sua compagna, nda) su Star Wars. Deve vederli, sapere di cosa parlano…
Chi sono state le donne più importanti e significative del tuo cinema?
Sharon Stone in Basic Instinct, Emma Watson in Harry Potter e Carrie Fisher, la Principessa Leila, una rock star vera in tutto e per tutto.
La cosa più brutta di Hollywood?
La prima volta che siamo venuti qui ci hanno rubato i passaporti… ricordo bruttissimo.
La cosa più bella?
Puoi andare al mare alla mattina e a sciare il pomeriggio. Oceano e montagna. Ci sono delle cose che mi fanno capire che qui sono più avanti rispetto a noi.
La cosa più enigmatica?
Mai dire, dopo solo 5 giorni, che Los Angeles è bella o brutta: è un’esperienza da vivere.
Una cosa che hai imparato qui a Hollywood?
Che la mia abilità nelle pubbliche relazioni mi ha portato ad avere, ogni volta che vengo qui, un contatto diverso, mi fa fare un passo verso quella che potrebbe essere la mia speranza di crescita. Sono orgoglioso di questo.
La cosa più buona che hai mangiato?
Senza dubbio gli hamburger di In & Out.