Rolling Stone Italia

Ecco come i Matia Bazar hanno influenzato il nuovo album di Caroline Polachek

La star dell’avant pop racconta in esclusiva a Rolling la nascita di ‘Desire, I Want to Turn into You’, che uscirà a febbraio. C’entrano il Covid, un tour con Dua Lipa, il ripensamento del ciclo disco-promozione e la voce di Antonella Ruggiero in ‘Ti sento’

T-shirt De Pino. Vintage Glasses & Bracelet. Foto: Nedda Afsari per Rolling Stone US

Caroline Polachek era a una festa in casa, a Roma, quando le è capitato di ascoltare in cucina una canzone che l’ha colpita profondamente. Era Ti sento, il singolo del 1985 dei Matia Bazar, uno dei punti più alti dell’Europop kitsch anni ’80: synth-pop e una voce potente e operistica.

Polachek adora le dive (le piace tantissimo Céline Dion «perché vive da icona ed è una cosa pura, confortante e rassicurante») e la performance di Antonella Ruggiero è diventata per lei un punto di riferimento. «Dà tutto, e intanto il brano sale sempre più di tonalità», spiega Polachek. «Cominci a pensare che gli occhi le stiano per schizzare fuori dalle orbite: è una performance incredibilmente intensa. È come prendere la scossa. Quella canzone è diventata una specie di faro che mi indicava dove andare e cosa provare a fare».

Polachek spera di vivere il proprio momento da diva, diciamo così, grazie all’album Desire, I Want to Turn into You, che uscirà il 14 febbraio 2023. Ha cercato di creare musica fisica, pezzi da sentire con il corpo che facciano sperimentare quel che ha provato lei quando ha ascoltato i Matia Bazar a Roma. «Voglio reagire all’effimero», dice.

L’album è il terzo (e probabilmente migliore) atto della carriera di Polachek. Nel 2008 lei e i Chairlift hanno vinto la lotteria dell’indie pop quando Bruises è stata utilizzata in uno spot della Apple. Da solista, Polachek è passata da esperimenti cerebrali alle collaborazioni con star come Beyoncé. Il primo album – Pang, del 2019 – è il suo lavoro più amato. Per produrlo ha collaborato con Danny L Harle, uno dei primi a essere messi sotto contratto dalla PC Music. Mentre la label diventava la casa degli anticonformisti del pop, Harle diventava famoso per le produzioni di Charli XCX e Carly Rae Jepsen. Con Harle, Polachek s’è spinta ai confini del pop che andava di moda, abbinando la sua estensione vocale quasi operistica a giri orecchiabili e produzione sperimentale.

Pang ha quasi rischiato di finire nel nulla: è uscito alla fine del 2019 e Polachek stava iniziando il tour quand’è scoppiata la pandemia. L’11 marzo 2020 ha tenuto quello che sarebbe stato il suo ultimo concerto per un bel po’ di tempo, all’Heaven di Londra. «Due giorni dopo, prima ancora che iniziasse il lockdown, avevo il Covid. Quando mi sono ripresa, viaggiare era diventato impossibile».

Bodysuit Maroskee Peech. Scarpe vintage. Abito Lucky Jewel. Foto: Nedda Afsari per Rolling Stone US

Polachek e il suo compagno, l’artista Matt Copson, hanno vissuto a Londra per un anno e mezzo. La fortuna ha voluto che anche Harle stesse lì. Polachek considera Desire, I Want to Turn into You una collaborazione anzitutto con Harle, e difatti c’è spazio per pochi altri ospiti. «Ho capito subito che tutto ciò che serviva eravamo lui ed io».

I problemi non erano finiti. A metà del 2021 il legale che si occupava delle sue pratiche di immigrazione l’ha chiamata avvisandola che rischiava di violare i termini massimi di soggiorno consentiti nel Regno Unito. Polachek ha risolto il problema trasferendosi in Spagna con Harle e il produttore scoto-irlandese Sega Bodega. Hanno registrato in uno studio che lei già conosceva, tuffandosi nell’«atmosfera incredibile» di un Paese che aveva appena abbandonato le restrizioni anti Covid. Ha anche fatto amicizia con Arca, l’artista sperimentale di stanza a Barcellona che ha lavorato con Kanye West, FKA twigs, Rosalía e The Weeknd. Arca e Polachek sono andate insieme a dei rave. «All’improvviso, il mondo della musica era divenuto un tutt’uno con la mia realtà».

Il nuovo universo musicale che Polachek stava creando era soprattutto incentrato sui sentimenti. Il titolo Desire, I Want to Turn into You ha un doppio significato. «Può riferirsi a un “tu” inteso come un’altra persona. Conosciamo tutti la sensazione di innamorarsi, di volere ossessivamente imparare da qualcuno e trasformarsi in questa persona. Ma può riferirsi anche al fatto di volersi trasformare nel desiderio stesso».

Per un po’ Pang e Desire hanno convissuto. Pang è uscito da tre anni e più, ma ha avuto una lunga vita ed è stato molto amato dalla fanbase sempre più folta di Polachek, tant’è che quand’è tornata in tour, nell’autunno del 2021, si è trovata ad esibirsi in locali capienti il doppio rispetto a quelli originariamente previsti. So Hot You’re Hurting My Feelings è diventata una hit a scoppio ritardato grazie ai video di TikTok in cui i fan ricreavano la coreografia del video. «Durante la pandemia sono entrata in connessione profonda con gli ascoltatori, ma non saprei dire il motivo», commenta Polachek. «È come se in quel momento fosse scattato qualcosa».

Polachek ha pubblicato il primo singolo del nuovo album, Bunny Is a Rider, a luglio del 2021, prima ancora d’iniziare il tour promozionale di Pang. Sexy, patinato e divertente, il pezzo è diventato uno dei preferiti dai fan. Sono poi uscite Billions e la stupefacente Sunset, ispirata al flamenco. In inverno, nelle sei settimane in cui ha aperto per Dua Lipa, Polachek e Harle hanno lavorato in vari studi. Iniziavano a incidere verso le 9 del mattino e andavano avanti fino a quando doveva salire sul palco. «La cosa buffa è che sul momento non sapevo se la roba che stavamo facendo era buona, non sapevo nemmeno se c’entrasse col disco, ma alla fine è diventato il materiale che preferisco».

Polachek aveva una serie di date programmate per quest’autunno. Le ha rimandate per concentrarsi sulle fasi finali della realizzazione dell’album. Prima della nostra intervista serale ha passato tutta la giornata con la band e il giorno prima ha fatto le prove costume per il tour. Due giorni prima era impegnata in una session di mixaggio. «È come essere in un vortice. Sento di non essermi mai fermata nell’ultimo anno».

Polachek ha scritto la trionfale Welcome to My Island con Dan Nigro (co-autore di gran parte di Sour di Olivia Rodrigo) verso il termine delle session di Pang: è il pezzo più vecchio di tutto il disco. Polachek l’ha lasciato fuori dall’album precedente perché introduceva un lato completamente nuovo («sfacciato, impertinente, divertente, caotico e maniacale») che solo ora si sente di mostrare.

Welcome to My Island ha posto fine alla sovrapposizione tra l’era di Pang e quella di Desire. Per Polachek è stata un’esperienza formativa, che le ha fatto scoprire nuove potenzialità creative. «È un modo più contemporaneo di lavorare. Invece di scomparire, sei sempre presente e fai partecipare la gente alla tua evoluzione».

***

Crediti:

Direttrice della fotografia: Emma Reeves
Producer: Joe Rodriguez
Acconciatura: Anthony V Ronquillo
Makeup: Leo Chaparro
Stylist: Kat Typaldos
Assistente alla stylist: Ashley Weiler Sandoval

Tradotto da Rolling Stone US

Iscriviti