Enrico Nigiotti arriva negli uffici di Rolling Stone con un sorriso smagliante e uno zaino pieno di cose da raccontare. 30 anni, il successo ad Amici che arriva un decennio fa, quando lui non è pronto, quando “ero quello che mandava a fanculo tutti” e poi un buco nero di almeno 5 anni prima del terzo posto nell’ultima edizione di X Factor. E della ruota che ricomincia a girare.
Allora, che momento è della tua vita questo?
Beh, fino a un anno fa a quest’ora ero con mi’ nonno, nella sua terra a Riparbella vicino Cecina. Bene, direi.
Facevi il contadino?
Esaurito il momento di successo dopo Amici, io per vivere ho dovuto fare altro. Andavo a prendere mio nonno alle sei del mattino e si andava in campagna fino alle tre. E’ stato faticoso, ma bello. Parlavamo di tutto, della sua vita, le sue donne e nel frattempo facevamo vino, olio, ci occupavamo delle galline, coltivavamo pomodori.
Braccia rubate all’agricoltura che sono tornate all’agricoltura insomma.
Che poi però sono tornate alla scrittura. E non è neppure vero perché in realtà io ho continuato a scrivere sempre. Lavoravo e mi dicevo: ok, ora sono qui, ma io insisto, tanto nella vita avrò sempre tempo per fare un lavoro che non mi piace.
Che scuola hai fatto?
Il liceo classico. Non sono mai stato bocciato ma sono stato pure il primo credo in Italia a barare nei compiti in classe utilizzando il cellulare. La mia mamma prendeva le ferie per stare a casa e mandarmi le versioni in latino e greco via sms. Io le mandavo la prima frase e l’ultima, lei cercava la versione e me la rimandava tradotta.
Il tuo diploma è costato moltissimo in sms.
Sì! Ne ho fatte parecchie per diplomarmi senza studiare troppo. Ricordo che avevo un professore di greco cieco da un occhio. Quando mi interrogava mi mettevo sempre dal lato dove non vedeva, così guardavo gli appunti che avevo senza che lui se ne accorgesse. Col tempo che impiegavo per ingegnarmi a non studiare avrei potuto studiare tranquillamente.
Quindi hai una mamma complice.
Sì, se io sono innamorato delle donne è colpa di mia madre. Lei mi ha dato l’anima, è la parte buona di me. La amo, mi ha portato a idealizzare molto le donne. Per dire, avrei potuto avere mille avventure, qualcuna l’ho avuta, per carità, ma avrei potuto fare molto di più.
Sei davvero così integerrimo?
Non sono un santo ma le donne le rispetto tanto. Per me non sono solo un bel culo, vado molto oltre.
La tua sensibilità, nella musica, ti ha aiutato o ti ha creato più problemi?
Non lo so, non mi pongo questa domanda. Io mi sento più uomo che artista. Sono un impulsivo, non ho strategie. Sono di Livorno, mi sento figlio del vento. Le canzoni le scrivo sul tavolino, non A tavolino.
Hai sofferto nei cinque anni di buio?
Ho capito che oggi in questo lavoro hai tutto, domani magari nulla. In tanti, in quegli anni, mi hanno detto: il tuo treno è già passato, rassegnati. Ho avuto tanta paura, mi sono voluto poco bene.
Perché era svanito tutto?
A 20 anni mi è capitata un’occasione, pensavo che tutto mi fosse dovuto, poi ti arriva lo schiaffo dalla vita e prendi solo porte in faccia. Come quando vieni lasciato da chi ami, poi non fai che chiederti: incontrerò un’altra? Solo che innamorarsi di nuovo è più facile che tornare ad avere successo. Ho avuto momenti di disperazione.
Come si è tradotta questa disperazione?
Un po’ mi sono fatto male, però il lato buono è che nel frattempo ho cercato di migliorare quello che scrivevo. Ho imparato a strappare i fogli e a riscrivere tutto.
Hai avuto una responsabilità nel fallimento?
Sì. Ma rifarei tutto, sono qui a Rolling Stone, è quello che ho passato che mi ha portato qui oggi.
La porta in faccia che ha fatto più male?
Sai, quando mi arrivavano gli schiaffi pensavo: “Quando mi riprenderò quello che merito te la faccio pagare!”, invece oggi sono così in pace che non medito vendette nei confronti di niente e nessuno.
Questa fase come te la vivi, pensando a quello che hai passato?
Ho rivisto le foto di un anno fa. Avevo 7 chili di più di errori addosso.
Che errori?
Bevevo tanto.
Era di aiuto?
Boh, in quel momento andava bene. Il dolore era pure un po’ il mio cuscino, a tratti. Del resto facci caso: se uno pensa all’amore più importante della sua vita pensa a quello che lo ha fatto più soffrire. Ci crogioliamo anche un po’ nelle sofferenze. Io un anno fa non avevo nulla. Ora mi guardo e ho un contratto discografico, un disco di platino, un nuovo singolo che va benissimo, a giorni esce la Pausini con la canzone che ho scritto per lei.
Hai paura di tornare in campagna?
Sì, perché per natura vedo il bicchiere sempre vuoto. Dovrei sbocciare e festeggiare forse, ma sono prudente. Umile. So cosa ho passato in questi anni, se festeggiassi sarei poco rispettoso nei confronti del me che sono stato.
Vabbè, te la godrai ogni tanto.
Certo, però cerco di fare le cose per bene. Per dirti, in questo periodo avrei potuto fare il tour, cantare le cover di X Factor, ma io sono un cantautore. Voglio andare a suonare le canzoni mie.
Non sarai troppo in sbattimento?
No. Semplicemente non voglio essere scopato da questo successo, voglio scoparlo io. L’ho aspettato sei anni, figuriamoci se ora lo butto via.
Maria De Filippi che dice?
Io ad Amici voglio bene, mi ha insegnato tante cose. Maria è felice, le piacciono i miei pezzi.
A proposito. E’ appena uscita Nel silenzio di mille parole.
E’ nata nel periodo autolesionista. E’ una canzone che dice che teniamo dentro di noi troppe parole, mentre dovremmo lasciarci andare. Con questo brano chiudo col tema amore, nei prossimi pezzi parlerò d’altro.
Stai scrivendo canzoni anche per altri.
Già. Fino a ieri nessuno me le chiedeva, non le avrebbero volute manco se mi fossi offerto di cantargliele gratis al compleanno, invece adesso…
Com’è andata con la Pausini?
Le avevo mandato la canzone un anno fa, non sapevo neppure con certezza che l’avesse presa prima di iniziare X Factor.
Come hai saputo che l’aveva presa?
L’ho sospettato perché quando feci il provino di X Factor la Pausini mi commentò il video scrivendo “Top!”, ricordo che misi mille cuori.
Con la Siae dovresti sistemarti.
Speriamo…
Contano tanto i soldi per te?
Contano solo per la sicurezza, l’idea di famiglia, per il futuro. Se volessi fare tanti soldi ora direi molti sì. Però fino allo scorso anno non avevo un euro e non mi mancava nulla. Io sono quello di prima, la sera torno a Livorno, la mia vita non è cambiata.
Sicuro?
Per me è tutto come prima. Se un mio amico in fabbrica fa uno straordinario, non è che poi va a sbocciare. Perché io dovrei?
Quindi niente Ibiza e Formentera nella tua vita?
Ma va. D’estate vado nei paesini. Io sono uno da bar sport. Finito X Factor sono scappato a Stava, in Trentino, un paesino di 100 abitanti. Con i miei cani e la fidanzata.
Avete allargato la famiglia insomma.
Eccome. Ho adottato due cani femmine tramite un annuncio su internet. La prima, Aria, l’avevano trovata in un campo rom a Caserta, non la voleva nessuno perchè è brutta. Quando ho chiamato dicendo “Voglio quella lì!” il tizio al telefono mi ha risposto “Ma è sicuro?”. L’altra è stata trovata a Napoli, dentro una tanica di vernice, aveva la cucciolata morta, lei era in fin di vita. L’ho chiamata Pinta.
I Maneskin oggi hanno il successo e l’età che avevi tu quando è arrivato 10 anni fa. Che consigli gli daresti?
Il successo a quell’età è complesso ma noi veniamo da ambienti diversi, è difficile dare consigli. Pochi giorni fa Damiano suonava a Livorno, mi ha invitato al concerto, è stato carino. Non sono andato solo perché ero a Milano. Io a loro voglio bene. Gli direi solo di continuare a frequentare gli stessi posti, di non perdere il contatto con la realtà, però sai, io sono di Livorno, loro di Monteverde, veniamo da due mondi diversi.
Se ti chiedessi dove ti vedi tra un anno?
Se me l’avessi chiesto un anno fa ti avrei detto “In rehab!” (ride). Tu pensa che io prima di X Factor stavo per andare a vivere alle Canarie, magari a Lanzarote. Cerco sempre posti simili, aspri, isolati, col mare. Anche la Sardegna, per dire, mi fa impazzire. Conto di traferirmi in un posto così per un po’ prossimamente.
La tua fidanzata e i cani ti seguiranno?
Lei è indipendente, ha una scuola di danza, ma credo che per qualche mese verrebbe con me, sì.
Da quanto state insieme?
Da 5 anni. Lei mi ha preso che ero un relitto, mi ha molto calmato, mi ha dato delle regole. Non beve, abbiamo preso due cani, mi ha regalato il senso di responsabilità. Mi mancano perfino i cani adesso quando sono fuori.
So che ami la Nannini, Vasco Rossi e Cremonini. Che canzone ruberesti a loro tre?
A Vasco Anima fragile, alla Nannini Un giorno disumano, a Cremonini nulla.
Perché?
E’ il più bravo dei cantautori moderni ma Vasco e Gianna sono Dio e la Madonna. La Nannini è Vasco femmina, la gente non lo capisce e io credo che sia perché è una donna. Brutto da dire, ma è vero.
Sei stato con lei in tournée. Le aprivi il tour.
Gianna mi ha insegnato tutto. Io aprivo il suo concerto, dovevo quasi scusarmi col suo pubblico, ero lì piccolo piccolo con la mia chitarra acustica a suonare le mie canzoni. E’ stata una grande esperienza.
Vi siete rivisti?
A Sanremo, sì. Quando la incontro lei mi bacia, mi adora. Se mi chiede di sposarla io la sposo. Al concerto ci ho anche duettato, è stato un duetto non deciso dalle case discografiche, ma un duetto di rispetto, nell’ultima data. E’ il ricordo più bello che ho. Anzi no.
No?
Forse il più bello è stato quando alla finale di X Factor ero incazzato nero perché non mi avevano fatto cantare il mio inedito ma avevamo duettato con gli ospiti.
Ah, il famoso momento “Inglesi pezzi di merda?”.
(ride) Io non l’ho detto… Comunque, lì ho utilizzato un suggerimento che mi ha dato la De Filippi ai tempi di Amici, ovvero “Ricordati che in diretta puoi chiedere qualunque cosa, te la faranno fare!”. Quindi ho chiesto a Cattelan di farmi suonare la mia canzone e non mi ha potuto dire di no. E’ stata un’emozione, ho finito X Factor come l’ho iniziato, con la stessa canzone. Solo che al provino cantavo solo io, alla finale la cantava tutto il forum di Assago.
Chi ti piace in un panorama musicale meno simile al tuo?
Mi piace Ghali, è un ragazzo pulito, mi sembra simile a me, credo che a cena insieme ci divertiremmo. Poi sono cresciuto con Fibra, per me nel rap è il migliore. Lo ascoltavo a 17 anni nei parcheggi con gli amici mentre facevo cose poco legali… Passando ad altri generi amo Niccolò Fabi, Calcutta è bravo. Mi piace tantissimo Frah Quintale.
Cosa farai oggi quando vai via di qui?
Vado in Sony e poi vado a Livorno. Te l’ho detto che quando posso io torno a casa.