Aveva voglia di divertirsi, Ernia. Se in 68 si era impegnato parecchio, tirando fuori un lavoro che lo avvicinava al cantautorato, in questo disco di sette pezzi – come dobbiamo chiamarlo? – 68 (Till the End) punta quasi solo sul cazzeggio. C’è Phi, un decalogo cazzaro su come conquistare una donna, la sfacciata Mr Bamboo, con Chadia Rodriguez, Il mondo chico, singolo spaccone con Lazza. Insomma, ci si diverte parecchio.
Ernia ci aspetta, sorridente come sempre, in una sala riunioni, poche ore prima dell’uscita dell’album. Ha voglia di farlo uscire e di raccontarci un po’ di cose del dietro le quinte di questo disco.
Com’è nata idea di fare una seconda parte di 68?
Mi serviva avere un contenitore all’interno del quale pubblicare queste sette tracce: sono di passaggio, non sono fortemente legate a 68, non sono legate assolutamente al prossimo album. Mi serviva qualcosa per tenermi allenato, diciamo.
Beh, anche per chiudere un ciclo.
Sì, è una quadrilogia. Nasce dalla saga di Come uccidere un usignolo (il primo album in studio di Ernia, del 2017, nda) e mi serviva qualcosa per chiudere tutto quello che avevo lasciato in sospeso. In più, sono molto contento di com’è andato 68, mi ha fatto girare molto, sempre facendo quello che volevo io. Non ho direzioni artistiche, non ho troppi featuring…
La tua generazione fa già parte di quelli che non hanno problemi con le etichette…
Finalmente! Soprattutto nel nostro genere, è l’online che risponde: se si parla di te online, se l’etichetta capisce che sei arrivato fino a un certo punto solo con le tue gambe, è difficile che poi non ti lascino lavorare in libertà. Ti danno i mezzi, ma non interferiscono con te. Anche Universal non ha detto nulla al primo ascolto: avevo portato 68 con tutti i pezzi più cupi, più conscious, ma non mi hanno detto nulla. Pensavo mi dicessero che avremmo fatto fatica a vendere un disco così, invece mi hanno detto che era fighissimo.
Poi non sei rimasto soltanto conscious però. Sei uno dei pochi che ha ripreso a far ballare chi ti ascolta…
Sì, secondo me sta tornando quella ritmica un po’ clubbing Usa, un po’ G-Unit degli anni 2000. L’hip hop è così, prendi cose di altri, le ricicli, le usi, le riproponi. A me piace di brutto, anche Simba in 68 era così e in questo album c’è Phi che è uguale. È un ritmo talmente stampato nella mia testa che quando ho capito sarebbe tornato di moda ho esultato.
Parliamo dell’ultimo album: ci sono due nomi che fai, di cui vorrei chiederti qualcosa. Il primo è Piątek…
Sì, appare in Lewandowski VI, che è il sesto capitolo della mia saga freestyle. Io sono milanista, mi sono sempre presentato così. Dopo l’arrivo di Piątek, un polacco che segna tanto come Lewandowski, mi è sembrato giusto onorarlo.
L’altro nome è Roberta Branchini (ovvero la Brancar del Pagante, nda).
(Ride) C’è sempre stato del tenero tra noi, siamo anche usciti un paio di volte. Ma lei è molto sfuggente diciamo, allora ho detto, “Sai che c’è? Ti metto sul disco, così non puoi scappare”. Non l’ha sentito prima che uscisse. Io penserei che un ragazzo che fa una cosa del genere è un mito. Sbam, sbattuto in faccia proprio (ride).
Com’è nato Certi giorni il primo singolo con il featuring con Nitro? È una canzone atipica per voi due.
La mia intenzione era di fare un pezzo più duro, mentre lui mi ha proposto un pezzo soft. Siamo due che scrivono, che badano a quello che dicono, che ci tengono… Avevo già pronto Certi giorni, mi mancava una strofa e me l’ha data lui. Fatto.
Nel disco c’è Lazza, che è un tuo amico. Ma c’è anche Chadia Rodriguez. Cosa c’entra lei con te?
La conosco da un paio di anni, è la cosa più distante da me in assoluto! Ma è interessante ora e tra poco potrebbe diventare ancora più interessante. Mi sono detto: “O ora o non la prendo più” e l’abbiamo fatto. È una traccia che farà casino, lei è una che fa casino…
Qualcuno si lamenterà.
Sì, ma non il presidente della Repubblica. Mi romperà “giacomino03”.
Ho notato che Giacomino03 è il tuo migliore amico ormai…
Hanno creato un profilo anche. È una cazzata, nasce da un mio tweet in cui volevo descrivere l’utente medio di Instagram, quello che si lamenta sempre qualsiasi cosa tu faccia. Adesso hanno anche creato un profilo vero che fa i dissing alla gente. Prima hanno attaccato Nitro, ora toccherà a me. Ma è giusto, io prendo per il culo loro, adesso lo fanno con me.