Sanremo deve ancora iniziare, ma c’è già qualcuno di cui si parla un po’ di più: sono Fedez e Francesca Michielin, coppia artistica rodata che si presenta per la prima volta insieme sul palco dell’Ariston con Chiamami per nome. «Il significato potrebbe essere: “Se hai problemi, chiamami. Nell’oscurità, chiamami per nome”», dice la Michielin, che torna a Sanremo a sei anni da Nessun grado di separazione.
«La prima volta a Sanremo è stata un’emozione pazzesca, l’ho vissuta come un campeggio», dice. «Quest’anno la vivrò ancora come un’esperienza nuova, date le circostanze». Nuova è sicuramente anche per Fedez: «Voglio vivermela. È nato tutto dalle sessioni in studio, che per me sono state un momento di socialità importante negli ultimi mesi. Anche solo incontrarsi su Zoom e lavorare è stata una boccata d’ossigeno in un momento in cui la routine era pesante».
I due hanno già collaborato su Magnifico e Cigno Nero, rispettivamente del 2014 e 2013. «Rispetto alle nostre collaborazioni passate si evince una consapevolezza diversa, anche a livello di testo e musica», secondo Michielin. «È un brano più trasversale. Magnifico è figlia del suo tempo. In Chiamami per nome voglio dire che non ho paura di vivere qualcosa di bello. Nonostante tutto, siamo qui a celebrare questo momento di collettività. Ha delle frasi che ricollego al momento che stiamo vivendo».
Scritta dai due con Mahmood, Dargen D’Amico, Alessandro Raina e Davide Simonetta. il pezzo sarà inserito nel repack di Feat., album della Michielin uscito in piena prima ondata pandemica. Nessun progetto discografico imminente per Fedez, invece: «Questo lo definirei il periodo delle cose non ponderate. Vado in studio e faccio musica con i miei amici, senza pensare troppo alle dinamiche. Voglio fare così anche con il Festival, vivermi un’esperienza che non ho mai vissuto».
Le dinamiche negli anni però sono cambiate, tanto anche, parlando di discografia: «Bisogna dare spazio al libero arbitrio, in modo che la fruizione rimanga più democratica possibile», dice il rapper. «Questo è un gol sul quale ci si interroga poco. E lo dico io che questi problemi non li ho. Se ad oggi la vetrina è lo streaming e il fisico diventa una roba diversa, allora la vetrina dev’essere paritaria per tutti. Sarà un processo lungo, qualche idea ce l’ho». Facciamo un passo per volta, pensiamo intanto al debutto a Sanremo, che manca poco. Che poi proprio un debutto non è, visto che anche Fedez c’era già stato, ma solo dietro le quinte: «Con Lorenzo Fragola, quando ero il suo manager pro bono. Quando lo vidi su quel palco avevo detto: io non ce la farei mai. È una terapia d’urto».
E infatti sia Fedez che Francesca Michielin hanno i loro rimedi per l’ansia, anzi per l’ansietta, come dicono loro: yoga per lei, meditazione trascendentale per lui (quella della fondazione di David Lynch, ci tiene a precisare). Stanno attenti a non dire troppo sul brano, «sugli spoiler abbiamo già dato». Eccome, soprattutto Fedez, quando qualche settimana fa ha pubblicato un pezzetto del brano su Instagram, scatenando tutti i tromboni del web. Caso chiuso, come doveva essere. Ma su Twitter la gente si è chiesta per ore quanto si fosse incazzata la Michielin a esser messa in una condizione di potenziale squalifica: «Ero stata dallo psicologo qualche ora prima, mi aveva detto che la vita non va presa di petto, che bisogna imparare a frizionare. Anche quando succedono cose gravissime io le ridimensiono subito e mi metto a fare dei meme».
Meme che siamo sicuri arriveranno anche dopo le loro esibizioni al Festival, come da tradizione. Su di loro si potrebbe fare qualcosa come il gioco delle coppie. Jalisse, Al Bano e Romina, Baldi e Alotta, Minghi e Mietta: sono tantissime quelle “storiche” che hanno calcato quel palco insieme, regalandoci molti brani su cui sfoggiare il nostro talento al karaoke. «Se devo scegliere una coppia dico Lola Ponce e Giò Di Tonno, mi piace il suono dei loro nomi», dice Fedez. «Io opto per Baldi e Alotta, Non amarmi è memorabile». Sarà memorabile anche Chiamami per nome? Lo scopriremo il 2 marzo.