Per Fink è stato un anno di grande lavoro. Ha pubblicato prima un disco blues, Fink’s Sunday Night Blues Club, Vol. 1 e ha fatto un tour. Poi ne ha pubblicato un altro, Resurgam, ed è già in tour di nuovo. Non si è preso un attimo di sosta, ma va bene così. Almeno per lui.
Quest’anno hai pubblicato due dischi. Cosa ti è venuto in mente?
È stato un anno molto impegnativo, mi è piaciuto! Mi piace essere molto impegnato, quest’anno ho pubblicato un disco, ho fatto un tour, ho registrato e adesso sono ripartito! Mi piace tenere occupato il mio tempo, c’è tempo per fare tutto. Lo consiglierei anche alle altre band, tenetevi impegnati!
Sembra proprio che ti sia piaciuto…
Se ti piace la musica continui a produrla, è molto semplice. Io amo ogni aspetto della musica, quindi continuo a farla. In più credo che ora più che mai la gente si muova molto velocemente e tu devi muoverti alla stessa velocità del tuo pubblico, altrimenti rischi di perdere il passo.
Che differenze ci sono tra i due album?
Uno è puramente blues, è un concept album blues, un progetto molto diverso dal resto. Resurgam è un vero “Fink record”, ci sono grandi produzioni… Sono i Fink che fanno i Fink.
Com’è stato affrontare un disco blues nel 2017?
Uhm, non è una cosa che fanno tutti. Ti dico, amo gente come Jack White, i Black Keys… Sono giusti, fanno vero blues! Ma c’è un sacco di merda lì fuori, il blues è troppo sacro per fare degli esperiementi. Questo disco l’ho affrontato così. È molto onesto, molto genuino.
Ma da dove è nata l’idea?
Forse è stata una reazione a tutta la merda di cui parlavo prima (ride).
Cosa ci dobbiamo aspettare da questo tour?
Sicuramente, niente di Sunday Night Blues. L’ho suonato con una band diversa e un tour l’abbiamo già fatto. Tornerò in giro con quello nel 2019. Questo è Resurgam tour, è un grande show, con un grande sound, un sacco di strumenti, un sacco di persone, abbiamo due batteristi, è molto figo… Se ti piacciono le cose rumorose direi che ti piacerà.
Pensi che sia questa la dimensione giusta per Fink? Ho sempre apprezzato anche la parte acustica, intima…
Beh, faremo anche una parte acustica, sì. Dipenderà da concerto a concerto. Ormai ho una band rodata e possiamo muoverci bene.
Com’è cambiato il tuo pubblico?
All’inizio era l’audience di un songwriter, poi è diventata quella di una band! Posso tracciare una linea, dopo i primi tre album. È lì che abbiamo fatto un grande salto, siamo diventati qualcos’altro. E sai qual è la cosa positiva? Continuiamo a crescere. Sono molto orgoglioso di questo. Non è facile come sembra, ma guarda il pubblico che abbiamo adesso e quello che avevamo 10 anni fa. Non c’è paragone. Questo è l’importante. Avere sempre un seguito maggiore.
Fink sarà in concerto il 1° novembre al Circolo Magnolia di Segrate (Mi) e il 2 al Quirinetta di Roma.