All’inizio del 2001, Ron Fair, neo presidente della A&M Records, ha incontrato il regista Baz Luhrmann. Fair aveva già prodotto colonne sonore di successo, tra cui quelle di Pretty Woman e Giovani carini e disoccupati, e Luhrmann puntava in alto dopo il successo di Romeo + Juliet. Mentre si preparava all’uscita di Moulin Rouge!, il regista voleva commissionare una cover di Lady Marmalade che avrebbe unito una manciata di dive pop di prima categoria e regalato al film una hit. Era stato il boss di Fair, Jimmy Iovine, a dargli il compito di trasformare quell’idea in realtà.
«Si è capito subito che in quel pezzo c’era qualcosa di magico», dice Fair vent’anni dopo. Per produttore il brano Luhrmann ha scelto Missy Elliott, che aveva appena pubblicato Get Ur Freak On. «Quando ho attaccato il telefono ho pensato: oh cavolo, a cosa ho appena dato l’ok?», racconta Elliott. «Mi sono resa conto che quella è una canzone iconica e ho iniziato a sentirmi sotto pressione». Ha chiesto subito l’aiuto del collega Rockwilder, produttore noto per le collaborazioni con Redman, Jay-Z e Janet Jackson.
Secondo Fair è stata Mya, che faceva parte del roster di Interscope, l’etichetta di Iovine, la prima cantante a salire a bordo. Ha poi contattato Christina Aguilera e nel giro di poco tempo si sono aggiunte anche Lil’ Kim e la quasi esordiente Pink. Era la line-up multiculturale più eccitante dai tempi degli Aerosmith con i Run D.M.C.
A ripensarci oggi, l’idea dietro Lady Marmalade potrebbe sembrare bizzarra. Le collaborazioni tra star sono diventate la regola nell’era dello streaming, ma le colonne sonore non sono più miniere d’oro. Pensate a Don’t Call Me Angel, nata per il film del 2019 Charlie’s Angels che ha faticato a tenere insieme gli stili di Ariana Grande, Miley Cyrus e Lana Del Rey. Invece Marmalade ha debuttato nell’aprile del 2001 e a giugno era già al primo posto, dove è rimasta per cinque settimane consecutive, mentre Moulin Rouge! era nei cinema. Il brano ha vinto il premio come Video of the Year agli MTV Video Music Awards e il Grammy come Best Pop Collaboration. «Sapevo che era una cosa grossa, ma non pensavo che sarebbe esplosa in quel modo», ammette Elliott.
L’obiettivo era creare un pacchetto – canzone, videoclip, performance live – che raccontasse l’atmosfera del locale del film. Elliott e Rockwilder hanno dato al classico delle Labelle un’energia contemporanea, amplificando i bassi, aggiungendo un’inflessione hip hop all’arrangiamento e modificando il testo da “incontrò Marmalade nella vecchia New Orleans” in “incontrò Marmalade nel vecchio Moulin Rouge”. Quando le ragazze si sono ritrovate insieme in studio, sapevano già quale sarebbe stata la loro strofa, ma hanno registrato comunque ognuna il brano intero così che Fair potesse assemblare l’inno perfetto.
«A quel punto della mia carriera avevo già collaborato con tanti rapper hardcore. Forse è per questo che ho detto subito sì, era una cosa diversa», spiega Mya. «Con gli uomini sei un po’ la sorella minore, non hai modo di essere completamente libera. Quando ho incontrato le ragazze, invece, mi sembrava di stare in un parco giochi. Se avessi dovuto cantare quella frase in francese con dei ragazzi, forse avrei avuto delle riserve».
Lady Marmalade è arrivata anche nel pieno dell’era delle rivalità pop e del gossip sulle celebrità. Gli scontri interni all’industry generavano marketing stellare. «Tra Christina e Pink c’era più tensione che fra le altre», dice Tina Landon, che ha curato le coreografie del video. In effetti, le voci sulla loro rivalità hanno continuato a girare per anni, e Pink sosteneva che Aguilera avesse provato a colpirla in un nightclub (Aguilera ha negato: «Non proverei mai a fare a botte con lei, mi farebbe il culo»). In un episodio del 2009 di Behind the Music, la trasmissione di VH1, Pink ha dato parte della colpa all’approccio in studio di Fair. «Non ha salutato nessuno, ha solo chiesto: “Qual è la parte più alta? E quella più difficile da cantare? Quella è di Christina”», ha spiegato. «Mi sono alzata e ho detto: “Salve, come sta? Grazie per essersi presentato. Io sono Pink. Lei non canterà quella parte, credo che è di questo che dovremmo parlare in questo cazzo di incontro”». Ovviamente, Aguilera finirà per cantare proprio quella parte.
Nel 2019, Lil’ Kim ha raccontato delle «piccole tensioni» che c’erano sul set del video, probabilmente dovute al fatto che le quattro cantanti non si conoscevano ancora bene. Il regista Paul Hunter voleva che tutte guardassero le parti singole delle altre, finendo per alimentare la competizione («Pink ridacchiava mentre guardava la mia parte», ha detto Aguilera in un episodio di Watch What Happens Live, «all’epoca faceva così, ora è una persona diversa»). Fair, che ha detto di aver incontrato Pink a una festa prima delle session in studio, insiste a dire di non aver fatto nessun favoritismo ad Aguilera, che all’epoca era già una superstar: «Conoscevo Pink e le voglio davvero bene, se vent’anni dopo quel giorno pensa che il mio comportamento sia stato rude, allora le chiedo scusa». Pink ha preferito non rilasciare dichiarazioni sul tema.
«Abbiamo creato un legame in modo silenzioso, eravamo donne fuori dalla nostra comfort zone e ci comportavamo in modo civile», dice Mya. «Eravamo tutte artiste con una carriera, avevamo i nostri progetti o i nostri tour, non c’era tempo per fare amicizia. Le prove, le performance, le premiazioni, forse qualche pausa pranzo… ci siamo conosciute davvero in quei momenti».
Per il video, Landon, che aveva curato le coreografie di What a Girl Wants di Aguilera e di Case of the Ex di Mya, ha assegnato a ogni cantante un accessorio che ne definiva il personaggio. Pink, con tuba e ricci fucsia, aveva una sedia, così da distinguerla da quello che Britney Spears aveva appena fatto per Stronger. Lil’ Kim aveva dei soldi e una chaise lounge dove venivano depositati il vino e i diamanti di cui rappava. Mya aveva una frusta, e si vergognava di agitarla di fronte a sua madre, che era sul posto. «Le ho detto di fidarsi, l’avremmo resa una cosa figa», ricorda Landon. «Alla fine se n’è innamorata».
«Non c’era solo un elemento over the top, ma tutto, dal trucco alle piume, era come esagerare con le decorazioni di una torta», ha detto Aguilera a W Magazine nel 2018. Con Elliott nel ruolo di MC, il video era pronto per un tour de force su MTV.
Tuttavia, quando Brenda Romano, guru della promozione di Iovine, ha consegnato Marmalade alla stazione radio Z100 di New York, una delle più famose del Paese, il brano è stato rifiutato. «Brenda mi ha detto che non volevano passare in radio una cover», racconta Fair. Quello stesso giorno, Romano ha portato il singolo a Hot 97, una stazione radio hip hop, ed è entrato immediatamente in rotazione. «I telefoni hanno iniziato a squillare come nei film», dice Fair. «Ero in lacrime, poi lei mi ha richiamato e mi ha detto che a Z100 avevano cambiato idea. L’avevano sentita su Hot 97 e messa in heavy rotation. A quel punto sono impazziti tutti per la canzone».
La critica giudicò il brano tiepidamente. Entertainment Weekly l’ha definito “caotico”, il Washington Post “pacchiano” e Rolling Stone US “terribile”. Il pubblico giustamente dissentiva. Le quattro hanno cantato Lady Marmalade tutte insieme solo due volte: la prima dopo un’introduzione di Nicole Kidman, agli MTV Movie Awards, la seconda con Patti LaBelle in persona ai Grammy del 2002. Entrambe le volte hanno usato costumi e scenografie ispirate all’estetica del video.
LaBelle era arrivata alle prove con una pochette che conteneva solo salsa piccante e trucchi. Era la diva tra le dive. «Mi trattavano come una regina», ricorda. «Erano felici di essere con Patti LaBelle e io ero felice di stare con loro. Mentre facevamo la canzone, è arrivato il mio turno di scendere le scale. Avevo un abito rosso di chiffon che si è incastrato nella ringhiera. Pink, se non sbaglio, l’ha afferrato fingendo che fosse parte dello show».
Oggi, quando LaBelle canta Marmalade, usa il testo modificato della cover, una prova che l’impatto di quel brano è arrivato fino alla cantante che l’ha reso famoso nel 1974.
«Ricordo che Jimmy Iovine mi ha messo una mano sulla spalla e ha detto: “Se anche tu non dovessi fare più altri pezzi, sappi che questo è uno dei più grandi risultati di tutta la tua carriera», dice Rockwilder.
Se oggi dovesse uscire una nuova Lady Marmalade, Mya la immagina in versione drag queen, cantata da RuPaul e Amanda Lepore. LaBelle suggerisce Jazmine Sullivan, Halsey, Fantasia e Jennifer Hudson. «Servirebbero nuove dive per rifarla», dice. Elliott, invece, è convinta che quell’operazione sia troppo particolare per essere replicata.
«Quando entri in una nuova era, ti guardi indietro e pensi: wow, non ho mai davvero apprezzato quei momenti, anche se li stavo vivendo», dice. «All’epoca pensavo che fosse fantastica e ora ne sono ancora più convinta perché è il tipo di cosa che non si fa più. È incredibile che fossimo tutte in studio: personalità diverse e voci diverse che sono riuscite a unirsi per qualcosa di incredibile».
Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.