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Gazosa: «Ci mettevamo lo smalto sulle unghie prima dei Måneskin»

La band torna dopo vent'anni con un nuovo singolo e una nuova formazione. Abbiamo parlato di tutto: di chi li paragona a Damiano and co., della popolarità quando facevano le scuole medie, di Sanremo, della loro madrina Raffaella Carrà e pure di Fedez, a cui lanciano un appello

I Gazosa. Foto di Federica Sclippa

Buona parte del periodo delle scuole medie l’ho passata sul divano, mangiando merendine davanti alla tv. Sono anni di cui porto ancora gli strascichi addosso, soprattutto per tutte quelle puntate dell’Ispettore Derrick che guardavo in compagnia di mia nonna e che un po’ avevano acceso in me la passione per la criminologia. Talento che ho capito di non avere sin da subito, quando ancor prima di frugare nei cassetti privati di mio fratello, in cerca di qualche prova che potesse inchiodarlo come stronzo, iniziavo a tremare dall’ansia e a sudare (in quei cassetti non ho mai trovato niente di interessante, forse solo un pacchetto di Morositas ammuffite. È stato lì che ho iniziato a interessarmi ai miceti).

Per fortuna però non siamo tutti uguali. Mentre io mi nutrivo di grassi idrogenati, c’era qualcuno che saliva su palchi importanti. Mi ricordo Anna Tatangelo, che appena 15enne vinceva Sanremo nel 2002. Mi ricordo – probabilmente solo io, ve l’ho detto che guardavo tanta tv – Alina, la più giovane cantante che abbia mai partecipato al Festival. Era il 2003, lei aveva 12 anni e dopo la sua partecipazione decisero di alzare il limite di età a 16, forse con la paura che la manifestazione si trasformasse pian piano in un coro di voci bianche.

Mi ricordo molto bene anche dei Gazosa, che nel 2001 vinsero nella sezione Nuove Proposte con Stai con me (Forever). «51 anni in quattro», Raffaella Carrà li presentò così, la band romana vinse il premio quell’anno e si presentò in gara tra i Big l’anno seguente con Ogni giorno di più. In mezzo c’era stata www.mipiacitu, e se non la conoscete state mentendo.

Pochi anni dopo, della band si perdono le tracce. Jessica, la cantante, torna in televisione un paio d’anni fa come concorrente di Ora o mai più, talent di Rai 1 per cantanti che sono stati famosi, e poi entra nel cast di Oggi è un altro giorno, in cui potete vederla ogni pomeriggio, sempre sul primo canale, nel ruolo di opinionista. Degli altri avevamo perso un po’ le tracce fino a qualche settimana fa, quando sui social è iniziata a girare la notizia di una reunion. I Gazosa sono tornati. Pubblicano un nuovo singolo, ma senza Jessica. In tre, vent’anni dopo. Chi l’avrebbe mai detto? La breaking news ha fatto il giro del web. Il primo singolo, L’Italiano, pure. Cos’è successo in questi vent’anni? Ce lo siamo fatti raccontare da loro. Da Vincenzo Siani, batterista, e dai fratelli Paciotti, Valentina alle tastiere, e Federico, chitarra e voce.

Che avete fatto in questi anni?
Federico: Mi sono dedicato anima e cuore alla lirica. Ho preso la laurea come tenore al Conservatorio, ho fatto un album da solista, sempre prodotto da Caterina Caselli… Sono stato in giro a suonare, Corea del Sud, Inghilterra, America.
Vincenzo: Io mi sono dedicato alla didattica, insegno. Mi sono sposato, ho una famiglia, ho una figlia di due anni e mezzo. Ho fatto il turnista e ho anche avviato un’attività di NCC (noleggio con conducente, nda). È un lavoro che mi permette di dedicarmi anche alla musica.
Valentina: Quando abbiamo chiuso con i Gazosa ho finito gli studi, mi sono iscritta all’università e mi sono laureata in logopedia. Ho sempre mantenuto viva la passione per la musica, andavo in giro con Federico (suo fratello, nda), suonavo con lui. E mi occupo di beauty, mi truccavano già da piccola e alla fine ho coltivato la mia passione.

Quando e perché avete deciso di tornare?
Valentina: L’idea ce l’abbiamo un po’ sempre avuta. Suonare da piccoli è stato speciale, ma avevamo voglia di farlo ancora. Tanti colleghi, negli anni, ci taggavano sui social, nelle stories, mettendo le nostre canzoni. Uno è Fedez: spesso ha usato le nostre canzoni su Instagram.

Quindi siete tornati anche un po’ a causa sua.
Valentina: Sì! Vorremmo tantissimo conoscerlo perché ci piace come artista e ci sta molto simpatico. E visto che siamo su Rolling Stone, lanciamo un appello.

Vai.
Valentina: Fedez, vogliamo conoscerti e ci piacerebbe tantissimo partecipare a Muschio Selvaggio, un podcast che adoriamo. È il più figo che ci sia!

Se risponde, ve lo dico.
Valentina: Vediamo che succede, sì!

Torniamo a voi. La prima cosa che chiaramente tutti hanno notato è l’assenza di Jessica. Perché ha mollato? Vi avevamo visti insieme qualche mese fa, in televisione. Sembrava fatta.
Vincenzo: Ha intrapreso un’altra carriera, ora fa l’opinionista in tv. Noi siamo musicisti, ci piace suonare e ci piace il contatto con la gente.
Valentina: Era iniziata insieme, poi andando avanti abbiamo capito che gli impegni non potevano combaciare.

Be’, è un bel cambiamento: se cambi la voce principale, cambia un po’ tutto.
Vincenzo: Siamo passati da una grande voce femminile a una grande voce maschile. Il risultato ci soddisfa.

Nei live farete comunque i pezzi vecchi?
Valentina: Certo, anche se riarrangiati…
Vincenzo: Chi ci ha visto live sa che noi, da sempre, facciamo tutto in chiave rock. Ci hanno sempre detto che i brani erano irriconoscibili rispetto al disco. Doppia cassa, chitarra, distorsore.

Anche il nuovo brano suona diverso rispetto ai vostri pezzi vecchi.
Federico: Siamo contenti perché stiamo lavorando al disco con Celso e Paolo Valli, che hanno lavorato con Vasco e tanti altri. Abbiamo sempre avuto una passione per il rock. Siamo nati con Stai con me (Forever), che dentro aveva una citazione di Kashmir dei Led Zeppelin. Siamo stati influenzati da quello che ascoltavano i nostri genitori. Oggi che siamo tornati vogliamo fare qualcosa che ci rappresenti a 360 gradi, senza seguire le mode.

Quale sono state le reazioni delle persone al vostro comeback?
Valentina: Tutti molto felici, a partire dai fan che ci seguono da vent’anni.
Federico: In pochi giorni il video ha fatto più di 100mila views, siamo contenti.

Ne hanno parlato in tanti sul web, sui social, spesso criticandovi. Eravate criticati anni fa per dei motivi, lo siete anche adesso per altri. Come vivete questa cosa?
Vincenzo: Io penso che le critiche siano giuste quando costruttive. Se ci dobbiamo soffermare sulle cattiverie…
Valentina: All’epoca le vivevo peggio, ci rimanevo male. Piano piano son cambiata. Le critiche maggiori le abbiamo sempre subite dai nostri coetanei. Questa cosa ci ha forgiato. Passato il dispiacere iniziale quasi cercavo lo scontro, mi divertivo. Eravamo teenager. Adesso ogni critica costruttiva è ben accetta.
Vincenzo: Ora ci dicono che vogliamo fare come i Måneskin.

È la cosa che ho letto più spesso su di voi, ultimamente.
Valentina: Facciamo rock, sì, ma siamo diversi. A chi ci dice che li abbiamo copiati consiglio il nostro primo disco, rock, di cover in inglese. E, tra l’altro, già avevamo pure lo smalto sulle unghie.
Federico: Nel 2015 ho portato la Tosca in versione quasi heavy metal a Sanremo (qui il video, nda) Come ha detto Valentina, il nostro primo disco era rock. La stessa Caterina Caselli ci disse che era da pazzi fare un disco così, ma noi l’abbiamo fatto lo stesso.

Quando avete vinto Sanremo quanti anni avevate, di media? 14? C’è un video in cui Raffaella Carrà vi presenta e dice: “I prossimi concorrenti hanno 51 anni in quattro”.
Valentina: Fu lei a darci l’annuncio che ci avevano preso a Sanremo, in diretta a Carràmba, che sorpresa! Era un personaggio strepitoso, una professionista con un cuore enorme. Il nostro battesimo è stato con lei e non lo dimenticheremo mai.
Vincenzo: Raffa è la nostra portafortuna.
Federico: Per noi quel Sanremo è stato speciale. Lei alla conduzione, la vittoria… Quella settimana ci ha cambiato la vita. Eravamo piccoli, è stato bellissimo anche per le nostre famiglie.

Com’è essere un bambino famoso?
Valentina: I nostri genitori hanno fatto la differenza, sono stati molto presenti. Per noi era tutto divertentissimo, un sogno. Andavamo a suonare ovunque, è stato stupendo. Il rischio era quello di montarsi un po’ la testa. Il successo dura un anno, due, cinque. Poi le cose possono cambiare. Per un bambino può essere pericoloso, ma abbiamo avuto famiglie presenti. Ti dico una frase che ci diceva nostro padre. Anzi, non so se la posso dire.

Dimmela, ti prego.
Valentina: Oggi vi mettono sul giornale, domani ci si puliscono il sedere.

Anche poeta! (cit).
Federico: Sì! Per quanto mi riguarda, all’epoca c’era una grande pressione su di noi. Per due, tre anni abbiamo avuto una grande esposizione mediatica. Mio padre a un certo punto mi prese e mi portò in America per fami staccare un po’ e passare del tempo con lui. Andammo da Manny’s Music, sono sempre stato pazzo di Hendrix, ci siamo visti gli Stati Uniti viaggiando in pullman. Tutte queste esperienze hanno avuto un feedback importante nel nostro rapporto con i genitori. Siamo stati fortunati, abbiamo tanti momenti belli da ricordare e che ci hanno segnato la vita.

Avevate anche l’imitazione a Mai dire gol fatta da Paola Cortellesi e Fabio De Luigi.
Valentina: Stupenda la scena di quando aprivano il forno ed eravamo ancora lì! (ride)
Vincenzo: Assurdo, sì. Mi ricordo che i miei amici non ne potevano più di sentire www.mipiacitu ogni volta che accendevano la tv. “Vince’, e basta!”, mi dicevano.
Federico: C’è stato un periodo in cui ogni 50 secondi eravamo in tv o in radio.

Poi le cose sono cambiate. Cos’è successo e come vi siete sentiti?
Valentina: Abbiamo deciso di scioglierci perché avevamo bisogno di fare altro. È successo dopo che abbiamo pubblicato la nostra cover di Nessuno mi può giudicare con Tormento. Ricordo che su TRL eravamo secondi, dietro ai Blue!

E si son riuniti pure loro, infatti.
Valentina: Ho visto, dev’essere un buon anno!
Federico: Avevamo bisogno di fare altro, c’era esigenza di prendersi degli spazi. Io volevo andare al Conservatorio, fare anche altre cose per crescere. Abbiamo fatto le nostre esperienze e ora siamo tornati perché abbiamo qualcosa da dire. Il nostro disco racconterà questo.

Il primo singolo, L’Italiano, di che parla?
Federico: Siamo rimasti colpiti da un discorso di Oscar Farinetti sul nostro Paese. Diceva una cosa tipo: “Anche se l’Italia occupa uno spazio piccolo nel mondo, è influente in tutti i campi: moda, cinema, musica, cibo”. Finita la pandemia, abbiamo deciso che volevamo parlare della nostra terra, dell’influenza che ha su di noi e su tutti gli altri.
Valentina: Sì, è un omaggio alla nostra terra in chiave ironica. Non so se hai visto il video.

Certo, siete pure nudi a un certo punto.
Valentina: Quello è stato un omaggio ai Blink, dobbiamo ammetterlo. Poi c’è Fantozzi, c’è La grande bellezza… Ci siamo divertiti tantissimo.
Federico: Se lo ascolti suona quasi come un live. Volevamo tornare alla musica suonata, noi siamo questo.

Il disco quando esce?
Valentina: Uscirà un secondo singolo in autunno e il disco a fine anno o inizio anno prossimo.

Avete all’attivo due Festival di Sanremo. Ne fareste un terzo?
Federico: Certo, è partito tutto da lì.
Valentina: Facciamo una chiamatina ad Ama!
Vincenzo: Ama, amaci!

Dopo vent’anni sarebbe assurdo.
Valentina: In più all’epoca non potevamo fare niente, eravamo troppo piccoli. Nessuna festa. Dovessimo tornarci, ci divertiremmo sicuramente di più.

Amadeus avvisato…

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