È arrivata quest’oggi, e con un’ospite d’eccezione, la prima puntata delle interviste organizzate in collaborazione con WOLF, il lifestyle program riservato ai clienti di HYPE, in cui indagheremo i retroscena dell’industria musicale attraverso le voci di chi la musica la fa e la vive ogni giorno tra aneddoti, spiegazioni e, perché no, conti in tasca.
Non potevamo quindi iniziare se non con un caro amico di Rolling, nonché uno degli artisti più talentuosi, vissuti e affascinanti della musica italiana: il nostro santo protettore del rock’n’roll Gianluca Grignani che abbiamo incontrato nella sua casa nelle campagne fuori Milano, venendo invitati a chiacchierare nel suo studio di registrazione.
Sono pochi gli artisti in grado di resistere alle intemperie delle carriere. E in trent’anni, da quel novembre 1994 quando rapì il pubblico di Sanremo Giovani con ‘La mia storia tra le dita’, Grignani è uno di questi. Una carriera partita fortissimo, con due successi senza tempo, la già citata ‘La mia storia tra le dita’ seguita, qualche mese dopo, da ‘Destinazione paradiso’ presentata nella categoria Nuove Proposte al Festival di Sanremo del 1995, capaci di trasformare un giovane ventenne in un teen idol nazionale. Quello che però potrebbe sembrare un sogno ai più, non è vissuto allo stesso modo da Gianluca: «Io dalla musica mi aspettavo il rock’n’roll, ma ho scoperto che nulla era vero».
E così la ribellione sonora ed estetica de ‘La fabbrica di plastica’, per cui ci vorranno vent’anni prima di essere rivalutato dalla critica musicale, le cadute e le risalite, ‘L’aiuola’ e ‘Falco a metà’. E ancora le amicizie con i grandi: Lucio Dalla, Franco Califano, Giorgio Gaber. Perché alla fine, in tutti gli aneddoti che ci racconta, quello che si capisce è che Gianluca Grignani è prima di tutto u amante sconfinato della musica, del rock, della chitarra: «Sono diverso dagli altri, ho sempre voluto avere una visione della musica molto reale, meno patinata, meno finta».
Grignani, a suo modo, è stata una rivoluzione della musica italiana, come ci ha ripetuto spesso: «Credo di essere stato una rivoluzione, qualcosa che prima non c’era. Per fare una rivoluzione ti devono amare, ti devono odiare, poi ti devono amare di nuovo e alla fine tu devi scappare. E questo è ciò che ho fatto».
Per la prima puntata delle interviste di WOLF, vi abbiamo portato non solo all’interno della casa di Grignani, ma anche e soprattutto dentro la sua carriera e la sua musica. E Gianluca, come sempre, non si è lesinato nell’aprirsi, come un amico fa con un amico, oramai maturo per poter ripercorrere con ironia e distacco le tappe di una delle carriere più tumultuoso e intriganti della musica italiana.
L’intervista completa con Gianluca Grignani è visibile sull’App di HYPE nella sezione dedicata a WOLF.