Marie Ulven non è una che si rilassa facilmente. Stiamo pranzando in locale elegante di New York pieno di donne in abbigliamento sportivo costoso e lei prima imita Taylor Swift che gonfia il bicipite prima cantare The Man durante l’Eras Tour, una mossa che conosce bene avendo aperto alcune date la scorsa estate, poi si porta la mano al petto. Sembra senza fiato. «Sto cercando di gestire gli attacchi d’ansia. In questo momento, il cuore mi fa un male cane».
Non sta avendo un infarto. È solo che a volte l’artista norvegese nota come Girl in Red si sente un po’ sopraffatta dalle cose della vita. Di ragioni per sentirsi così ne ha. Al ristorante nessuno riconosce questa ragazza con un maglione blu di Ralph Lauren e il cappellino dei Dodgers che ha alle spalle un tour negli stadi con Swift. Chissà che le cose non cambino e parecchio col nuovo disco, I’m Doing It Again Baby!. Come dice il suo direttore creativo e amico Isak Jenssen, «passa dall’essere la persona più sicura del mondo all’essere molto fragile. Pensava di non avere il potenziale di una Taylor o di una Billie. Ora credo si renda conto che invece ce l’ha».
Come le superstar citate, Ulven ha sempre preso la musica sul serio ed è una gran lavoratrice. Ha 25 anni e abita a Oslo. Ha iniziato a scrivere canzoni a 8 anni e a suonare la chitarra a 14. Produce musica da un decennio. Le cose hanno cominciato a muoversi quando ha caricato su YouTube nel 2018 il suo primo pezzo, il triste e dolce I Wanna Be Your Girlfriend. Ha pubblicato due EP nel 2018 e nel 2019, seguiti dall’album di debutto If I Could Make It Go Quiet del 2021. Il disco, che è una sorta di seduta di terapia pop in cui parla di tutto, dai pensieri macabri alla vergogna di essere una scopamica, ha sancito l’appartenenza di Ulven al filone pop di ragazze bizzarre di cui fanno parte Olivia Rodrigo e Gayle. Tutti possono riconoscersi in lei, ma non è uno stereotipo.
Se pensate che per un’artista del genere tre anni tra un album e l’altro siano troppi, sappiate che Ulven non solo è d’accordo con voi, ma è già in ansia per tutto quello che verrà: essere headliner di un tour nei palazzetti, comprare un pied-à-terre in stile mid century a Los Angeles e, ahi, compiere 30 anni. «Devo imparare a godermi il momento», dice, cercando di decidere se mangiare la Caesar salad con le mani o con la forchetta. Alla fine sceglie di farlo con le mani. «Ho visto un TikTok su come noi esseri umani siamo l’unica specie sul pianeta a non essere mai soddisfatta. Stabiliamo un obiettivo e lo perseguiamo. E quando lo raggiungiamo ci chiediamo: e adesso? C’è qualcosa di deprimente in tutto ciò».
È tornata in studio quando si è sentita pronta e ha fatto il pieno di esperienze da trasporre in musica. «Mi ispirano la carta, le cartelline, i font e la luce», dice sgranocchiando un crostino. «Mi ispirano i caffè espressi, i viaggi e i treni. Il garbo dei camerieri. Il fatto che versino il vino delicatamente e che te lo facciano annusare prima. Mi ispira tutto».
Una grande fonte d’ispirazione al momento è la sua ragazza, che Ulven ha incontrato nel 2021 in un bar di Oslo dopo aver deciso di iniziare a vivere invece di stare rintanata sul divano. La sera in cui si sono incontrate pareva non finire mai, racconta Ulven, ed è culminata in spiaggia, dove si sono fermate a guardare le stelle col suo cane. «Prima di incontrarla, ero convintissima di non potere essere amata e mi odiavo. Non mi ero mai resa conto che odiarsi tanto può distruggerti». È un’esperienza immortalata nella sensuale A Night to Remember, costellata di tastiere meravigliose che vibrano d’amore.
Come in passato, Ulven suona quasi tutti gli strumenti dell’album, che ha registrato in una manciata di studi europei e nel suo appartamento di Oslo. Questa volta, però, il suo tipico pop da cameretta è tirato a lucido tant’è che teme i fan potrebbero esserne spiazzati. «Mi sento una persona completamente diversa ora. E quindi alla fine la musica di quest’album non mi pare tanto diversa da quella che ho fatto in passato, nel senso che riflette esattamente chi sono».
L’album oscilla tra alti e bassi emotivi. L’iniziale I’m Back si insinua quasi timidamente, con Ulven che proclama: “Sono tornata, mi sento me stessa / Sono stata via per un attimo / Perché sono andata a cercare aiuto”. Si cambia registro con Doing It Again Baby, una canzone dal ritmo esplosivo, la prima che Ulven ha scritto per il disco dopo avere ideato la melodia durante i soundcheck. «Parla della sensazione di avere così tanta autostima da sentirmi una stronza presuntuosa che se ne va per strada con indosso i suoi begli occhiali da sole».
La spavalderia non dura tanto. Il singolo Too Much parla proprio di questo (sua madre le diceva sempre di darsi una calmata), mentre Phantom Pain o Pick Me ci ricordano che Ulven non è sempre stata così fortunata in amore. E c’è Sabrina Carpenter che la aiuta a fare terra bruciata con una ex in You Need Me Now?. Le due si sono conquistate nuovi fan aprendo l’Eras Tour e sono amiche più o meno dal 2022 (Ulven dice che hanno formato una società di mutuo apprezzamento inviandosi messaggi prima che lei chiedesse a Carpenter di partecipare al disco).
«Quando mi ha contattata, mi è sembrata una cosa facile e il disco mi è piaciuto subito», racconta Carpenter. «È stato emozionante farlo, perché mi ha portato verso un nuovo mondo sonoro».
Ulven forse è più se stessa in Ugly Side, un pezzo inquietante dove si confronta con una sensazione alla Dr. Jeykll e Mr. Hyde: combattuta tra l’essere carina e amabile e “in subbuglio dentro”.
Per molti versi, è sempre in balia di dicotomie, che si tratti di sentirsi a disagio alle sfilate della New York Fashion Week di stilisti trendy come Tory Burch, Khaite ed Eckhaus Latta, quando è in città («Sono una che si veste in modo piuttosto semplice»), o di proclamare nel brano che dà il titolo all’album che “il mio grosso ego mi fa dire / questa tipa vintage del ’99 ha un gusto impeccabile”.
«Ho degli alti incredibili a cui seguono dei bassi tremendi», dice mentre il cameriere porta via i piatti. «Forse è un bene. Non voglio essere solo una cosa. Non voglio essere una persona troppo sicura, una che non dubita mai di sé. Il dubbio può essere fantastico, ma anche invalidante».
Si ferma un istante. «Massì, ho solo bisogno di rilassarmi un po’… credo che sia proprio quello che devo fare». C’è una prima volta per tutto.
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Acconciatura: Melissa Dezarate di A-Frame Agency con Kevin Murphy e DR Sturm
Styling: Lucy Gaston
Assistente alla fotografia: Lizie Ben Shmuel
Assistente allo styling: Nicholson Baird
Producer: Joe Rodriguez
Da Rolling Stone US.