Li conosciamo per i look stravaganti e sbrilluccicanti che in confronto Disco Stu dei Simpson sembra un’educanda, i capelli cotonati, la voce in falsetto e la celeberrima Anima mia. Di recente però si è tornato a parlare dei Cugini di Campagna per la diatriba sui look di Måneskin e Lady Gaga. Ivano Michetti, fondatore (insieme al fratello Silvano) e portavoce del gruppo, è un vulcano di simpatia e parlantina che passa da un discorso all’altro, per poi ritornare al punto di partenza. Vuole dirci tanto e si sbottona su (quasi) tutto: dalla “rivalità” con Damiano & Co. a come è nata l’idea di una cover di Zitti e Buoni, e molto altro. Mesdames et messieurs, i Cugini di Campagna (o Country Cousins che dir si voglia), senza freni.
Dimmi un po’ Ivano, ma ce l’avete davvero con i Måneskin?
Ma scherzi? Ma che sei matto? Li adoro, la differenza è che noi, le monetine, andavamo a prenderle a fontana di Trevi, dove io e mio fratello siamo nati, mentre loro andavano a prenderle a Via del Corso. Abbiamo molte cose in comune. E poi se sommi l’età di Damiano, Ethan, Victoria e Thomas ottieni quasi la mia.
Come mai avete fatto la cover di Zitti e buoni?
I Måneskin hanno fatto la cover dei nostri look. E allora noi abbiamo ricantato la loro canzone. Damiano a Striscia la notizia ha pure confessato che ci adora perché siamo wild, dei ribelli, dei selvaggi.
E voi?
Ci divertiamo come pazzi a intonare Zitti e buoni: mettiamo le nostre vocine a livello contrappuntistico. Vengono fuori cose carine, molti ci chiedono di incidere il brano così. Al Capodanno di Rai 1 abbiamo fatto il picco di ascolti. È stato il grande successo di Amadeus che ha condiviso e ampliato l’idea della cover dei Måneskin. Grande Ama.
Al fatto che vi abbiano copiato diversi artisti ci credete davvero o sono boutade per fare parlare di voi?
Ma quale far parlare di noi, io non ci pensavo per niente. Quando tre anni fa Lady Gaga si è vestita come noi ho protestato, ma non contro Lady Gaga, anzi mi sono divertito pure lì.
E contro chi hai protestato?
Il Parlamento non ci difende. Se abbiamo inventato questo look, perché lo Stato non dice che eravamo noi a vestirci così o ci fa pubblicità? Siamo nei libri di storia ormai. Ovviamente non ce l’abbiamo nemmeno con i Måneskin: sono ragazzini belli e preparati per queste combinazioni con i media, sui social. Oggi non si vendono più i dischi, ma si fanno le visualizzazioni. Hanno vinto tutto, ma l’outfit con le bandiere americane li indossavamo 22 anni fa quando abbiamo suonato al Madison Square Garden di New York. Loro ci hanno fatto un omaggio, considerato che ci siamo vestiti con i drappi di diversi Stati del mondo, proprio nel luogo dove sono cadute le Torri gemelle. Era per lanciare il messaggio della pace nel mondo. I designer hanno preso spunto da noi, nessuno vestiva così.
Lo abbiamo vissuto come un onore e siamo stati cheti, ma quando hanno aperto il concerto dei Rolling Stones, e Thomas, il chitarrista, si è presentato con i rombi d’argento, lì ho fatto esplodere i social. I vestiti erano identici ai nostri. Siamo stati molto contenti così, quando ci è stato proposto di cantare Zitti e buoni, lo abbiamo fatto. Perché pure se eravamo considerati sentimental pop, abbiamo sempre ascoltato il rock, come i Led Zeppelin. Lavorativamente parlando, invece, ci siamo ispirati agli studi in ambito canoro fatti nel coro delle voci bianche della cappella Sistina.
Cioè, cantavate lì?
Io a 10 anni ero un contralto. Quando scoprì che i Beatles avevano avuto successo con Twist and Shout, che non è nemmeno una loro canzone, volli fare il gruppo. La band è andata avanti con le proprie forze attingendo dagli insegnamenti della cappella Sistina, dai colori alla voce, che era l’intonazione dei bambini. Apro parentesi.
Aprila.
I Bee Gees nascono prima di noi, ma con un genere normale. Hanno iniziato a cantare come noi, nel 1977, con Saturday Night Fever, mentre Anima mia l’ho scritta nel 1972 e, nel 1973, era un grande successo mondiale. Abbiano venduto milioni di copie grazie anche alle 57 versioni nel mondo, che ho tutte. Anima mia è stata interpretata da Frank Sinatra e dagli Abba.
Dagli Abba?
Sì, l’ha cantata Frida.
Ok, ma torniamo a Lady Gaga. L’avete accusata di avervi copiato. Avete scritto una lettera in inglese firmandovi Country Cousins. Ma il post, «we too much appreciate you», «with estimates», ve l’ha tradotto qualcuno o siete andati su Google Translate?
Ce la siamo fatta tra di noi, Tiziano il tastierista parla bene l’inglese. Tra l’altro è bellissimo ed è stato lui a interpretare Zitti e buoni, non potevamo farla con la vocina. Penso l’abbia cantata meglio di Damiano. È pure più avvenente e sfido chiunque a dire il contrario. Comunque torniamo a Lady Gaga: alla fine abbiamo pensato fosse meglio bloccarla, mi vien da ridere ma è andata così.
Pensi che lei se ne sia accorta?
Ma certo che se n’è accorta! No, non è vero, non penso se ne sia resa conto (ride).
Chi scrive e gestisce post e profilo social?
Ognuno di noi è atto a fare qualcosa: io scrivo canzoni essendo maestro d’orchestra con tanto di diploma datomi da Monsignor Bartolucci, direttore del coro della cappella Sistina. Mio fratello è l’empirico: con una laurea in legge e una in economia e commercio cerca di portare in utile i guadagni dei Cugini. Poi c’è Tiziano il bello, un grande tastierista. Infine la splendida voce bianca di Nick Luciani. Per i social abbiamo preso mio figlio Paolo – cui ho dedicato la canzone Meravigliosamente – che ha un team di giovani. È lui che ci ha spinto. Io avrei usato il piccione viaggiatore. Pure di TikTok e Instagram non ci capisco nulla. Sai, noi ci arrabattiamo per scrivere canzoni, perché è dura. Per questo motivo i Måneskin hanno capito una cosa. Soprattutto i discografici.
Cosa?
Se non si vende più un disco è meglio fare una cover, chi se ne frega.
Ma hanno fatto un sacco di inediti i ragazzi, eh.
Quando erano vestiti come noi hanno avuto un grande successo. C’era un altro obiettivo da raggiungere, i Grammy Awards americani e lì è successo l’impiccio.
Cioè?
Damiano si è vestito come Tim Curry in The Rocky Horror Picture Show, che 50 anni fa portava le giarrettiere. E hanno cantato Beggin’, un pezzo di 40 anni fa. Perché a loro interessano le views, il riconoscimento arriva da quello. Sono belli, bravi, conoscono l’inglese super bene, ma hanno toppato. Con giarrettiere e una cover non li hanno nemmeno considerati come nomination, coda tra le gambe e sono dovuti andar via. La casa discografica ha sbagliato. E pure lo stilista, di cui non farò il nome perché non voglio fare pubblicità a chi sa imitare e basta.
Ma dimmi una cosa: con questa diatriba sui Måneskin ci avete guadagnato qualcosa pure voi a livello di popolarità o no?
E certo, ma che scherziamo? Ragazzi abbiamo avuto un gran culo. Certo che ci abbiamo guadagnato! Io non riuscivo a credere ai miei occhi quando abbiamo visto la band vestita come noi. Ho pensato fosse il destino che ci veniva incontro.
Passiamo ad altro. Alcuni rumor dicono che andrete all’Isola dei famosi.
Non sono ancora in grado di dirtelo.
Ok, ma di Sanremo qualcosa mi dirai. Insomma, non ci siete mai stati. Come mai?
Negli anni ’70 il festival era una piccola seratina trasmessa dalla Rai e basta, quando vinsero Vergnaghi e gli Homo Sapiens. Poi negli anni ’80, Freddy Naggiar, un piccolo uomo che mi faceva impazzire, e Ravera hanno sovvertito le regole portando al successo canzoni molto orecchiabili di Pupo, Ricchi e Poveri e Al Bano. Hanno promosso il cambiamento.
Mai portata una canzone in gara?
Non ci abbiamo mai provato, non ci piace proporci palesemente per essere bocciati. Ci provammo solo nel 1998, quando avevo scritto una canzone musicando un testo di Papa Wojtyla.
Ah.
Impazzirono tutti, arrivammo a un passo dall’Ariston.
Poi che successe?
La Rai, quando mandi un plico, dà una ricevuta di consegna. Alla fine mi pregarono di riportarla perché le case discografiche protestarono.
Motivo?
Se fossimo andati con quella canzone, chi avrebbe osato non far vincere il Papa? Dopo un’ora ero in Rai a consegnare la ricevuta. Ma ero già contento per il bellissimo successo tv di Fazio con Anima mia. Ancora oggi ce la chiedono quella canzone, che quest’anno compie 50 primavere.
Oltre ad Anima mia un’altra vostra hit è Preghiera.
Fu scritta per Jole Ruzzini ed Ettore Angioy. Erano fidanzatini. Lei morì di leucemia fulminante e lui si tolse la vita. La mamma di lei, Maria Ruzzini, mi ha scritto una bellissima e incredibile lettera in cui diceva che gli angeli di questi due ragazzi ci avrebbero protetto per tutta la vita. E ti dirò, ancora sento questa protezione.
Sì?
Provengo da un ictus che mi ha bloccato per cinque mesi: c’è qualcuno che pensa a me. I dottori sono rimasti esterrefatti. Ringrazio la Madonna del Pozzo, vicino a Fontana di Trevi. Ci vado da 60 anni, alla funzione serale.
Torniamo ad Anima mia. Cosa vi ha dato e cosa vi ha tolto?
Ci ha dato tutto e non ci ha tolto niente per il nostro lavoro, che poi, lavoro…
Non è un lavoro?
Ma quale lavoro? Noi ci andiamo a divertire. Tante volte, anche se non sto al 100% della forma, faccio le serate. Mia moglie mi asseconda: se devo morire, non voglio farlo a casa, ma sul palcoscenico. E se uno lavora facendo una cosa che gli piace è il massimo dell’essenza della felicità. La cosa importante è salire sul palco, esprimere noi stessi.
Avrei una curiosità: visto che per i look te la sei presa con i Måneskin e Lady Gaga. Che mi dici di quelli di Achille Lauro?
Achille Lauro è Renato Zero anni 2000. Sì, è un successo, ma l’inventore supremo di Achille Lauro è Zero. Il problema è che i ragazzini conoscono i Måneskin, Achille Lauro, ma non i Cugini di Campagna. Se gli portiamo gli originali, succede un casino. Non si inventa niente oggi. Noi ci siamo inventati tutto. Come le zeppe.
Hai un aneddoto anche sulle zeppe?
Il mio gemello Silvano è 8 cm più basso di me, ma nel gruppo volevamo avere tutti la stessa altezza. Allora siamo andati da un calzolaio che poteva fare queste cose e che trovammo grazie a Little Tony.
Spiega un po’…
Come dice il nome era piccolo Tony, ma sembrava alto due metri. A quel punto gli ho chiesto come cazzarola facesse. Mi svelò il trucco: aveva i tacchi fuori e il doppio tacco dentro la scarpa, coperto. Con il calzolaio Antonio di Piazza Bologna ci siamo fatti le scarpe palesemente alte. Le paillettes e gli strass, invece, ce li hanno cuciti le nostre mamme. E ti dirò che all’estero i ragazzi italo-americani erano orgogliosi di noi con i loro amici della high school. Altro che ‘O sole mio.
Insomma grazie ai vostri outfit siete diventati idoli dei teenager.
La copertina di Preghiera è tremenda, abbiamo le catene e siamo vestiti in pelle nera. Cercavamo l’antitesi.
Ma come è iniziato tutto?
Quando ho scritto Anima mia ho pensato bisognasse muoversi: o si prendevano applausi e successo o si beccavano i fischi e i pomodori. Per anni abbiamo cantato pezzi che ci imponevano Boncompagni e Arbore, Gianni Meccia, Bruno Zambrini… come Il ballo di Peppe. Fino al 1972 loro sono stati i nostri pigmalioni. Andavamo a cantare le loro composizioni, arrangiate da noi, e usate come sigla di Alto gradimento. Poi un giorno, a pranzo, nostro padre ci fa: «Ma avete suonato ieri sera?» E noi: «Sì». E lui: «E come mai state inforchettando la pastasciutta qui, a casa?».
La tua risposta quale fu?
Dissi: «Perché siamo figli tuoi». Ma lui ribattè: «Non mi quadra. O canti o conti».
Che significa?
O ottenevo successo mantenendomi da solo o sarei dovuto andare alla cava di tufo di mio padre a contare i blocchetti, lavorando a livello familiare.
Un ultimatum.
Prima di smettere gli chiesi del tempo. Mi diede sei mesi durante i quali scrissi Anima mia e inventai il modo di vestire e l’impostazione degli accordi: tre strofe iniziali, senza la classica introduzione dell’orchestra che partiva con la strofa in minore e il ritornello in maggiore. Facevamo il contrario. Non a caso ha avuto quel successo.
Delle nuove leve della musica italiana chi ti piace?
Tiziano Ferro, Fabrizio Moro e Ultimo, che è bravo ma a Sanremo 2019 ha fatto male ad arrabbiarsi coi giornalisti. E poi per me non doveva creare la sua etichetta. Sai qual è il fatto?
Qual è?
È che sono tutti di una gran bravura. Al giorno d’oggi resta solo chi sa cantare veramente come Emma, Arisa. Loro non giocano mica.
Chi non ti piace?
È difficile che non mi piaccia qualcuno, come fai a condannare? Ad esempio ho visto un certo Annibale, tra i concorrenti di The Voice Senior, che è un mostro di bravura. Penso, invece, che ci sia un giudice, Clementino, di cui magari non condivido il genere, ma fa queste invenzioni simultanee, in cui ci vuole abilità. Sono talenti che ce li hai o no. Come Al Bano: ha un dono che gli ha dato Gesù Cristo, canta in modo un po’ anacronistico, ma la voce c’è. Negli anni ’80, invece, ci sono stati tanti artisti bluff come quelli prodotti da Cecchetto tipo Sandy Marton e Tracy Spencer, che poi non cantava lei, ma una corista. Erano costruiti a tavolino. Questo non si può più fare, ma lui è stato un grande a inventarsi ‘sta cosa.
Be’ però Cecchetto ha scoperto pure artisti che, ancora oggi, macinano successi come 883, Fiorello, Amadeus, Jovanotti…
Era l’unico che aveva questa capacità con Radio Deejay.
Oltre a Måneskin e Lady Gaga vi ha copiato qualcun altro?
I Pooh.
Pure i Pooh?
Gliel’ho detto anche a loro. Ero molto amico di Stefano d’Orazio e in un’intervista del 1975, che ancora conservo, dicevano che gli piacevamo come gruppo. Avevamo già inciso Anima mia, Innamorata e Un’altra donna. Stefano venne ingaggiato da Facchinetti per merito di Tuccinelli, un grande impresario che lo propose alla band.
Ok, ma torniamo al fatto che vi hanno copiato: vorrei sapere come.
Uomini soli ha un giro armonico simile a Solo con te, un brano che avevamo scritto anni prima.
La conosco, ma non mi sembra molto simile.
Il giro armonico del ritornello è quello di Solo con te. E poi hanno aggiunto qualche notina. Non è un plagio. Poi c’è Il cielo è blu sopra le nuvole, uguale alla strofa «Angoscia che mi rubi l’animaaaaaa» (canta) l’inciso del nostro brano L’incidente.
Visto che hai parlato con loro, che reazioni ci sono state?
Facchinetti ha detto che può succedere, perché magari è una canzone che gli è rimasta dentro.
A parte i Pooh, chi sono stati gli altri che vi hanno copiato?
Beh, tutti. I Pooh si vestivano da prima comunione e poi si sono messi cose un po’ luccicantine. Parliamo anche dei nomi delle band: dopo il nostro escono fuori La Bottega dell’Arte, il Giardino dei Semplici, nomi composti, prima andavano cose come i Nomadi.
Dei cantanti in gara a Sanremo 2022 chi ti piace?
Non li ho visti bene tutti, ma devo fare chapeau un milione di volte a Massimo Ranieri: torna a Sanremo dopo vent’anni, che je voi dì? E poi Morandi, Iva Zanicchi, sono delle pietre miliari come Orietta Berti: è arrivata qualche mese fa e ha sbracato tutti nelle vendite.
Ecco, come vedi questa tendenza, con le nuove leve che coinvolgono e si legano a veterani per fare pezzi di successo?
Hai detto bene, si attaccano per avere successo. Che uno dice: ma come? Fedez? È un miliardario, ha sfondato. Però quando Fedez avrà una certa età non se lo ricorderanno. Non ha lasciato niente. Invece Tipitipitì della Berti resterà. Hanno fatto bene a cantare Mille con Orietta: la canzone se la ricorderanno.
Nello showbiz chi vi ha deluso?
La delusione più emblematica, e te la dico con tutta la pace del mio cuore, è stata Claudio Baglioni.
Ah, e perché?
È stata una delusione tremenda. A Uà ha cantato Gente di mare con Tozzi, e poi per Anima mia… che l’ha chiamata a fare la Hunziker che è pure un po’ stonatella? Per quale motivo dopo il programma Anima mia, nel 1997, non ha inciso la canzone omonima?
Eh quale sarebbe il motivo?
Per lanciare l’album Attori e spettatori. La gente andava nei negozi di dischi a chiedere Anima mia di Baglioni e lui non l’aveva incisa. Per noi è stato un grandissimo successo perché abbiamo ricevuto nove dischi di platino.
Ci sta che un artista voglia promuovere i suoi brani. E comunque Baglioni l’ha incisa Anima mia. Si trova nell’album Anime in gioco.
Sì, ma Anime in gioco uscì a maggio.
Chi potete considerare amico?
Fabio Fazio, in primis. Un gran signore che ci ha sempre invitato. E poi non ci ha aiutato nessuno, ce la siamo sempre sudata. Quando scrissi Anima mia ero sicuro del brano e ringrazio me stesso di essermi inventato una cosa.
Vale a dire?
Andai a Viale Mazzini, in Rai, e dissi al portiere che mi mandava il presidente Bernabei per parlare con Bruno Voglino. Chiamarono Voglino che mi invitò nel suo ufficio. Subito portai i saluti di Bernabei. E non era vero.
Te la sei giocata.
Ho pensato che Voglino non avrebbe mai rischiato di chiamare Bernabei. Gli feci sentire Anima mia sottolineando che il presidente l’aveva già ascoltata, ma voleva un suo parere. Voglino mi disse che era molto bella, ma mi chiese com’era la ragazza che cantava.
La ragazza?
Ho pensato: oddio e adesso che succede se scopre che è un uomo?
Come hai risolto?
Ho portato da Voglino una ragazzina, molto carina, che stava nel mio giro e gliela feci conoscere: voleva capire se era telegenica. La vide e mi disse che avremmo fatto i programmi Adesso musica e Under 18. Uscii dall’ufficio e mi misi a vomitare dall’emozione. Andammo in televisione noi quattro con la ragazza che cantò solo due frasi. Voglino dopo dieci giorni ha chiamato: «Ivano ma io non ho capito, devi sparire, non venire più da me».
Com’è finita?
Ho detto va bene va bene, non me ne fregava niente, avevamo già superato il milione di richieste e il telefono squillava in continuazione.