Guardando la lista dei concerti e dei festival europei, da qualche anno a questa parte, c’è una certezza: i Dinosaur Jr. ci sono sempre. Anche quest’estate, da giugno a novembre, la band di J Mascis, Lou Barlow e Emmett Jefferson Murphy detto “Murph” è in giro per un tour di 40 date che passa dal Carroponte di Milano il 21 giugno (il 22 giugno saranno in Umbria a San Gemini e il 23 al Parco della Musica di Padova), prima di andare in America (con date interessanti come quelle insieme ai Jane’s Addiction il 15 luglio a Coney Island, Brooklyn e il 16 sul palco del Summer Stage dello Stone Pony di Asbury Park, il locale preferito di Bruce Springsteen) e in Giappone e poi chiudere in Europa e Inghilterra (l’ultima data è il 19 novembre a Manchester). Niente male per una band che non esisteva più. A metà anni ‘90 i Dinosaur Jr. si sono lasciati travolgere dalle tensioni interne tra J Mascis e Lou Barlow e hanno visto la fine (Murph è entrato nei Lemonheads, Barlow ha formato i Sebadoh) poi nel 2004 sono riusciti a ritrovarsi proprio sul palco, suonando insieme per la prima volta ad uno show benefico in favore dei bambini autistici organizzato dalla madre di Barlow e da allora riversano da muri di amplificatori sul pubblico la loro autenticità rock.
Dal 2005 sono rinati con tre album (Beyond, Farm e I Bet on Sky) ma soprattutto hanno creato un’identità da live band definitiva portando in giro per il mondo una onestà impeccabile, volume grandioso, distorsioni e una generale pesantezza che fa sempre bene a chi se li trova davanti. I Dinosaur Jr. non sbagliano un concerto, che sia in un club o in un festival in mezzo a decine di altre band. «Abbiamo un determinato suono e una certa unicità» dice Murph rilassato, di poche parole e piacevolmente inconsapevole di tutto quello che succede intorno come solo un batterista può essere, «C’è un’alchimia naturale tra di noi. Mi rendo conto che è una cosa rara, ho capito che è un vero regalo. Ma ce l’abbiamo, punto e basta. E per il resto abbiamo con la musica lo stesso rapporto che avevamo venti anni fa».
I Dinosaur Jr. sono uno dei quattro cavalieri dell’apocalisse grunge insieme a Nirvana, Pixies e Sonic Youth anche se J Mascis ha sempre detto che: «L’unica band grunge sono i Mudhoney. Tutti gli altri, compresi noi, sono semi-grunge». Sono passati 30 anni da quando hanno esordito con Dinosaur nel dicembre del 1985, ma hanno la stessa energia punk-rock e la stessa capacità di trasformarla in canzoni che non sono solo sfuriate ma hanno sempre un significato perché rappresentano qualcosa, si fanno largo spinte dalla melodia e non se ne vanno via facilmente. «Per noi una parte importante è raccontare chi siamo, dove siamo cresciuti e in quale scena musicale, qual è la nostra storia» dice Murph, «Oggi nella musica sembra che conti solo il presente perché non c’è passato e non c’è soprattutto un’idea di futuro, e quindi noi siamo una piacevole anomalia. Ma sono molto contento che ci sia una nuova generazione di pubblico che ci segue. Spero che vengano ispirati da noi come noi siamo stati ispirati dalle band con cui siamo cresciuti».
Il 5 agosto i Dinosaur Jr. usciranno con il loro undicesimo album, Give a Glimpse of What Yer Not. anticipato dal singolo Tiny. Il loro amico e fan Henry Rollins, un altro campione di autenticità, lo ha presentato in un video in Rete dicendo semplicemente: «Come ogni altro album dei Dinosaur Jr. è fantastico». Deve essere una soddisfazione per Murph vedere come sta andando la seconda fase della carriera della sua band. È stato lui, con la sua solidità da batterista puro («Ho imparato a sentire la batteria prima di iniziare a suonarla» racconta) il punto fermo in mezzo alle tempeste caratteriali di Lou Barlow e ai silenzi inquietanti di J Mascis. «Anche per noi J Mascis rimane un mistero» confessa, «Non voglio mai sapere niente sui testi, non lo critichiamo mai, abbiamo una relazione particolare del tipo maestro-allievo e io sono contento di stupirmi piacevolmente ogni volta di quello che succede». Adesso è lui a guidarli pestando il tempo in questa nuova fase dal vivo che, come dice lui stesso: «Ha molto più impatto dei dischi in studio». Nella biografia della band di Amherst, Massachusetts, intitolata Dinosaur Jr. by Dinosaur Jr. Murph ha detto: «Ogni band dovrebbe passare da quello che è successo a noi». E allora Murph, dopo uno scioglimento ed una grandiosa reunion, come vorresti che fosse ricordata la tua band? Lui risponde senza esitazione, da batterista: «I Dinosaur Jr. sono una band di gran lavoratori, e sanno quello che stanno facendo».