Damiano entra zoppicando nella sala dove lo aspetta un pugno di giornalisti: «Mi son fatto male sul set del video, ma niente di grave. Se vi dico come ho fatto non ci credete». Non ce lo dice e quindi il problema non si pone.
Rivediamo i Måneskin perché oggi è uscito Supermodel, il loro nuovo singolo, che presenteranno domani sera sul palco di Eurovision. Un palco che, dopo quello di Sanremo, ha cambiato la vita ai quattro: «Un anno pazzesco, non cambieremmo niente». Non facciamo fatica a crederci. «Tornare a Eurovision ha un significato grande. Un nuovo capitolo è iniziato lì, lo scorso anno. Uno nuovo inizia sabato, con la presentazione del nostro nuovo singolo». Sono seduti di fianco a me, ma qualche giorno fa erano con Miley Cyrus e prima ancora con Mick Jagger. Faccio una rapida ragionata sui gradi di separazione. Come si sopravvive a una popolarità così? «L’unico modo di rimanere lucidi è che quando scendi dal palco e torni alla vita reale. Per noi è più semplice perché siamo in quattro: appena uno fa il galletto viene umiliato dagli altri tre!».
Qualcuno, in Supermodel, sente i Nirvana di Smells Like Teen Spirit: «È vero che la ricorda, inutile negarlo», dice Damiano. «Nonostante ci sia una somiglianza, il pezzo si sviluppa in maniera diversa, ha un sapore diverso. La cosa bella della musica è che si viene influenzati a vicenda, credo sia un processo quasi necessario nell’arte». «Non è stato fatto apposta, comunque. È accaduto in maniera naturale».
Il brano, come vi abbiamo raccontato qui, è stato prodotto tra gli altri da Max Martin, le cui mani sapienti hanno tramutato in hit tantissime canzoni di popstar come Lady Gaga, Katy Perry, Britney Spears (i Måneskin già eseguono la cover di Womanizer).
Nel testo si parla di questa supermodel immaginaria, tra case di ricchi, coca e feste. Cose che hanno visto con i loro occhi: «Stare là è molto divertente, vedi cose folli che non vedi da altre parti», risponde Victoria. «Io, per esempio, non ero mai stata a una festa in cui c’erano lotte nella gelatina».
«In questa canzone ne parliamo con occhio più critico. Ci sono pro e contro, come in tutte le cose. Tra le cose bellissime, i tanti artisti e le persone interessanti con le quali abbiamo condiviso le nostre giornate».
Ha fatto il giro del mondo anche il «Fuck Putin» gridato al Coachella. Damiano: «Lo rifaremmo tutta la vita. Siamo sconcertati dalla reazione che c’è stata, per noi è un argomento sul quale non esiste il grigio. È una guerra ingiustificata, ingiustificabile, non c’è discussione. Putin è un dittatore moderno, è un tiranno, lo rifarei e invito altri artisti a farlo. Come celebrità e come artisti abbiamo un potere, e dai poteri deriva una responsabilità. Dobbiamo usare la nostra voce, dare i mezzi alla persone per farsi un’idea. Questa tendenza di essere neutrali per non perdere fanbase è paracula, antiartistica». Domani però non si replica: «Sul palco c’è l’Ucraina, bisogna lasciare spazio a chi spetta parlare».
Intanto lavorano al nuovo disco, sognando in grande sui posti che vorrebbero visitare, Giappone, Brasile, ma ci andranno presto. Ethan: «Ho sentito dire che Tom Cruise reciterà nello spazio. Vorrei andare lì anche io». Never say never.