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Il rock rétro dei Black Mountain

Hanno seri riferimenti classici e hanno intitolato l’album “IV” come i Led Zeppelin. Ma i Black Mountain sanno anche scherzarci

I Black Mountain sono sono Stephen McBean, Amber Webber, Matt Camirand, Jeremy Schmidt e Joshua Wells

I Black Mountain sono sono Stephen McBean, Amber Webber, Matt Camirand, Jeremy Schmidt e Joshua Wells

Il rock&roll sballone e psichedelico degli anni ’70 è vivo e lotta insieme ai Black Mountain. Il gruppo indie plurinazionale formatosi a Vancouver nel 2004 sguazza in un mare di riferimenti rétro – a partire dal titolo del quarto album: non potevano esimersi dal chiamarlo IV come una schiera di band guidate da Led Zeppelin e Black Sabbath (e quest’anno, il vecchio Santana si è unito). «Una tradizione che forse non ha nessun senso: una buona ragione per adeguarsi volentieri», spiega il tastierista Jeremy Schmidt. «Il classic rock è un pozzo profondo da cui pescare, perché è pieno di ispirata follia. Come sempre, in ciò che facciamo c’è dell’ironia, che è uno strumento per individuare una verità, o per spingersi più in là nel territorio di quanto ti piace». Il loro territorio è molto ampio. Citano Hawkwind, Kraftwerk, King Crimson, Black Sabbath, AC/DC, Amon Düül, ma è chiaro che non si fermerebbero più.

Come spesso capita coi music geek, la risposta più entusiasta di Schmidt è sui dischi più sottovalutati di sempre. «Stormcock di Roy Harper, Go Insane di Lindsey Buckingham… Sentivo proprio oggi il debutto dei Thin Lizzy: oggi non è più sottovalutato, ma lo è stato quando è uscito. Il tempo rende spesso giustizia a cose che all’inizio hanno avuto problemi di catalogazione o aspettative, come Pacific Ocean Blue di Dennis Wilson o Trans di Neil Young, o le colonne sonore dei Popol Vuh. Un ottimo esempio italiano sono i Sensations’ Fix».

Black Mountain - Mothers of the Sun (Official Video)

Cerchiamo di essere contemporanei. Sono passati quasi sei anni dal vostro ultimo disco. Negli anni ’70, cinque anni facevano una differenza musicale paurosa. Oggi? «Non ho badato molto ai cambiamenti nella musica contemporanea. Immagino che si sia riposizionata e destrutturata, non fa che riappropriarsi dei propri strumenti espressivi, di continuo… Ma di fatto, per me sarebbe più facile descrivere i cambiamenti di lustri diversi, che so, dal 1965 al 1970 o dal 1980 al 1985. Se dovessi individuare il singolo evento musicale che più mi ha sorpreso in questo decennio, direi: il fatto che sia uscito un album dei My Bloody Valentine». Abbastanza sorprendente è stato anche il fatto che anni fa i Black Mountain siano andati in tour con i Coldplay. «Cosa ricordo? Che il catering era impeccabile. E che un bel po’ di spettatori non vedevano l’ora che noi finissimo…».

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