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Kamasi Washington, istruzioni per ballare al ritmo del cambiamento

Nel nuovo album ‘Fearless Movement’ il sassofonista jazz più cool al mondo usa i concetti di movimento e ballo come sinonimi di trasformazione. La musica? Floating Points e Pharoah Sanders che fanno una jam sotto acidi al Ronnie Scott’s. L’intervista

Foto press

Riuscite a immaginare una serata in cui Floating Points e il compianto Pharoah Sanders fanno una jam sotto acidi al Ronnie Scott’s? Ecco, il nuovo album di Kamasi Washington Fearless Movement potrebbe essere il finale di quella serata. Ispirato dal desiderio di celebrare la vita, il musicista mescola il jazz con rap, elettronica e dolci melodie cosmiche. Parte dai suoi equilibrismi al sax, ma va oltre anche grazie a un gruppo di musicisti all-star che comprende André 3000, Thundercat, George Clinton.

«Lavorando a Prologue, una delle prime tracce a vedere la luce, è scaturita la convinzione che la musica che stava nascendo aveva un sentimento dance», ci racconta. «Così ho pensato: perché non fare un album che omaggia il movimento e la gente che si esprime ballando, anziché ascoltando la musica e basta? Sì, insomma, perché non fare un album… dance? Gli altri mi hanno guardato straniti, del tipo: “Dance? Sul serio?”. Il fatto è che non intendo dance in senso letterale, mi riferisco al fatto che la musica improvvisata e il movimento tipico del ballo portano a qualcosa di sconosciuto. In entrambi i casi, non sai dove andrai a finire».

Se in passato gli album del jazzista esprimevano concetti “cosmici” ed esistenziali, in Fearless Movement si inneggia alla gioia di esplorare la vita quotidiana, con l’idea di corpi in movimento costantemente sullo sfondo. Il cambio di prospettiva è stato influenzato anche dalla nascita della figlia. «Nasceva l’album, ero appena diventavo padre, sentivo che la mia vita stava cambiando in modo profondo. Ora c’era un’altra persona al centro delle cose, non più io. Se prima la musica era la cosa più importante a cui pensare, adesso lo era il fatto di essere padre. Quando ripenso a questa transizione direi che è stata… qual è la parola giusta… è stata preoccupante. Pensavo che avrei perso il mio talento ora che la musica non era più il mio obiettivo principale, anche se alla fine non è successo».

In Fearless Movement Washington continua a celebrare la ricca tradizione della musica nera di Los Angeles, collegando passato e futuro accompagnato da una sorta di orchestra cosmica: in Get Lit fa dialogare George Clinton e il rapper D Smoke più giovane del guru di Parliament e Funkadelic di una quarantina d’anni, André 3000 suona il flauto in Dream State, BJ the Chicago Kid è presente nella ballad blues Together, i Coast Contra in Asha the First. «Quei ragazzi sono fortissimi. Li ho visti all’Hollywood Bowl dove aprivano per Dave Chappelle. Abbiamo chiacchierato nel backstage e nel giro di una settimana avevamo finito di registrare il pezzo. Bello sentire del rap su una musica che non è basata su un loop».

In Asha the First appare anche la figlia del sassofonista. «È sempre stata molto musicale. Per molto tempo ha avuto la abitudine di suonare il pianoforte appena alzata. Quando aveva 2 anni si limitava a giocarci, poi ha capito che suonando la stessa sequenza di tasti sarebbe venuta fuori la stessa melodia, una specie di rivelazione. L’ho registrata per trasformare quel gioco in una canzone e del resto l’idea di movimento che sta alla base del disco è particolamente significativa per i bambini: per loro tutto cambia in continuazione, ogni giorno è diverso».

A proposito di André 3000, il sassofonista ricorda  che «è venuto portando con sé una grande borsa di flauti. Ce li mostrava e intanto suonava cose assurde, come se da ogni strumento potesse uscire una diversa canzone, capisci? Brandon Coleman ha detto che avremmo dovuto creare qualcosa sul momento e quel qualcosa è diventato Dream State. La cosa che mi piace di più del suonare così e di farlo con queste persone è che diventiamo tutti servi della musica. Lei ci spinge, noi la seguiamo».

Considerato il padrino del nuovo jazz intellettuale, oggi Kamasi Washington ha un altro stile che sta da qualche parte tra le jam al Ronnie Scott’s di Soho e la musica di un club con una programmazione “intelligente”. Al centro c’è la determinazione nel raccontare il cambiamento, sia a livello personale che musicale. «Se vogliamo evolvere e andare avanti, dobbiamo metterci alle spalle ciò che abbiamo. Non si può andare avanti e allo stesso tempo rimanere aggrappati a ciò che abbiamo».

L’idea che sta alla base di Fearless Movement è ben rappresentata dal particolarissimo video del singolo Prologue diretto dallo spagnolo AG Rojas, il racconto di un individuo che compie un cambiamento che trascende la vita stessa. E lo fa, neanche a dirlo, tra persone che ballano. «Se ho messo un pezzo che si chiama Prologue in coda al disco è perché credo che spesso l’inizio di qualcosa rappresenti la fine di qualcosa d’altro. Non puoi arrivare dove hai bisogno di arrivare finché non ti lasci alle spalle il punto in cui ti trovi. L’inizio è anche la fine».

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