È martedì, siano nelle Catskills e Patton Magee e gli altri musicisti dei Nude Party si stanno preparando per una piccolo rito settimanale, il Tiki Tuesday. La band garage rock, il produttore Oakley Munson e altri amici e amiche che passano la quarantena nella loro comune nello stato di New York mescoleranno Mai Tai, Scorpion Bowl e Zombie per una nottata a base di musica di Jimmy Buffett e della surf band Waikikis. «C’è sempre qualcosa da festeggiare», dice Magee, 26 anni, cantante e chitarrista del gruppo. «Ogni martedì è una festa».
Il sestetto, nato nelle aule dell’Appalachian State University del North Carolina, ha messo le stesse atmosfere da festa del college nel nuovo album Midnight Manor, seguito del debutto del 2018. È garage rock aggiornato con un pizzico di cinismo del 21esimo secolo, scritto e suonato da musicisti autodidatti accomunati dall’amore per il rock’n’roll anni ’60. «Volevamo suonare come Stones, Creedence Clearwater Revival, Kinks. È musica che ci tocca tutti in un modo o nell’altro», dice Magee.
Il cantante e i suoi amici – il bassista Alec Castillo, il chitarrista Shaun Couture, il pianista Don Merrill, il batterista Connor Mikita e il percussionista Austin Brose – sono passati anche da una fase Doors, ma erano attratti più dall’idea di una fratellanza musicale che dalle «buffonate egocentriche in stile Jim Morrison», come dice Magee. Dopo aver incontrato il produttore Munson (batterista dei Black Lips), hanno deciso di portare fino in fondo l’idea di comunità e si sono trasferiti in una fattoria. Per arrivare ai concerti – nel 2019 hanno aperto per Jack White e gli Arctic Monkeys – si ammassavano in un vecchio pulmino della chiesa, che Magee dice di aver venduto di recente per «1500 dollari e un vecchio sitar». Non è stato un affare, ammette, ma «forse alla fine questo sitar ci aiuterà a scrivere un disco psichedelico super stucchevole».
Quel disco non è Midnight Manor. Al contrario, è puro rock senza compromessi, pieno di chitarre brillanti, “sha-la-la” e una produzione lo-fi che suona come la colonna sonora di un remake di Animal House. In Pardon Me Satan, un pezzo guidato dal pianoforte, Magee grida delle volte in cui è preda di tentazioni alcoliche. Il diavolo veste elegante in Nashville Record Company, un pezzo acustico che esplode in un rozzo assolo di kazoo. Poi c’è Lonely Heather, un’improvvisazione punk che pesta per poco più di due minuti.
Nel ritornello ipercantabile di Easier Said Than Done, i Nude Party – che hanno cambiato il nome donatogli dai fan, The Naked Party Band, in qualcosa che Magee definisce «un filo più presentabile» – raccontano i trabocchetti della vita in tour. «La canzone viaggia su un doppio binario. Da un lato è dolce e divertente, come una festa. Dall’altro, è una festa che ti consuma. È uno stile di vita stranamente sedentario perché passi un sacco di tempo seduto in auto. Sei perennemente in doposbronza, stanco e dolorante, e sempre arrapato», dice prima di citare un vecchio adagio del rock. «Com’è che dice Joe Walsh? Non posso lamentarmi, ma a volte lo faccio comunque».
Dopo due anni di concerti non stop per supportare The Nude Party (quel pulmino era diventato una «trappola mortale ambulante», dice Magee), un periodo in cui è finita più di una relazione, i nervi della band erano a pezzi. Magee ha messo parte di quelle sensazioni in Midnight Manor, in cui mostra anche un po’ di vulnerabilità emotiva. «C’è meno distanza tra il cantante e la canzone. Quando ci siamo ritrovati per fare il disco era la fine di un periodo lungo ed emotivamente traumatico. Ma ci eravamo ritrovati, avevamo riscoperto la nostra fratellanza. Per tutte queste ragioni credo sia il nostro disco migliore. È un peccato che sia uscito nel bel mezzo di una crisi globale».
Quando la pandemia è arrivata in America, a marzo, i Nude Party hanno accolto tutti gli amici che non avevano un posto dove stare in sicurezza nella loro comune nelle Catskills. Si sono presi cura di galline, anatre e oche, hanno piantato un grande giardino. Magee dice che erano tutti preoccupati.
«Ti vengono in mente pensieri assurdi su quel che potrebbe succedere, ti immagini un futuro alla Mad Max. Ora le cose si sono stabilizzate, ma non sapevamo quanto male sarebbero andate. Ci restano un sacco di pomodori».
Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.