Io i Palace me li ricordo, quando in tanti, tre anni fa, li definivano una delle cose più calde che girassero per l’Inghilterra. Per una volta, le promesse sono state mantenute: la band di Leo Wyndham è cresciuta tantissimo, ha pubblicato il suo album di debutto So Long Forever lo scorso autunno e ha conquistato sempre più gente, con un blues-pop attuale e alt quanto basta.
Abbiamo chiamato Leo al telefono, mentre una pioggia torrenziale gli faceva sognare di arrivare in Italia. Proprio quello che succederà a fine marzo, il 30 a Milano e il 31 a Bologna.
È stato un anno di grande successo per voi, sembra che stiate raccogliendo quello che avete seminato…
Sì, il 2016 è stato un anno incredibile, e anche ora sembra che tutto stia andando al posto giusto. Abbiamo un sacco di persone ci seguono e che dimostrano il loro affetto.
Sono andato a controllare, solo un paio di anni fa NME vi aveva definito la “rising band” dell’anno. Cosa è cambiato da allora?
È cambiato poco in realtà. Sicuramente abbiamo guadagnato un po’ di hype, da piccola band siamo diventati più grossi, più importanti: una band che fa buona musica e che è cresciuta con gli anni. È importante aver costruito una base di pubblico: credo che per capire quanto un gruppo stia andando bene si debba guardare a quanto siano cresciute le venue, quante persone arrivino agli show… E tutto è andato di bene in meglio: c’è gente che ci scrive perché abbiamo fatto qualcosa di buono per loro, senza neanche saperlo.
Si vede che c’è un sacco di scambio, avete anche ringraziato gente che fa delle vostre cover su Facebook…
(Ride) Certo! Chi l’avrebbe mai immaginato? Voglio dimostrare alle persone che siamo vicini a tutti, che apprezziamo tutto quello che fanno per noi. Anche oltre gli show dal vivo.
A proposito di concerti, ci sono un po’ di date in programma e so che dite spesso di essere molto contenti di venire in Italia.
Sì, è uno dei nostri sogni, e non lo dico perché sei italiano. Non siamo mai arrivati in Italia e Spagna prima d’ora e siamo contenti! Il nostro bassista aveva una fidanzata italiana, io ho parecchi amici che abitano in Italia…
Quindi sai come dire “Grazie mille”?
“Grazi mille…” è terribile lo so! Una parola che mi piace molto è “Mi scusi“, solo se devo dare una spallata a qualcuno… (Ride) A parte gli scherzi, il tour è la parte migliore del nostro lavoro, ci piace girare, vedere nuovi posti. Anche perché a Londra c’è sempre un tempo da schifo. Oggi ho preso un acquazzone mentre ero in giro, ho la giacca che si sta asciugando sul termosifone.
Cos’è questo Palace presents che organizzate a Londra? Sembra una bellissima festa…
In realtà è una vecchia venue che amiamo molto perché abbiamo suonato i primi concerti lì. È un pub di 600 anni, un luogo storico per noi. Un nostro amico ci ha concesso di suonare lì ogni volta che vogliamo e quindi abbiamo deciso di fare una sorta di direzione artistica, prendendo possesso del posto una volta al mese. Come molti altri club a Londra, sta per essere abbattuto per costruirci dei palazzi e degli uffici, quindi cerchiamo di farlo resistere, di dargli più visibilità possibile. Abbiamo fatto qualsiasi cosa, band o dj set. Cerchiamo di salvarlo, speriamo di farcela, con la musica.