Intervista a Lady Gaga: «‘Mayhem’ è un ritorno ai sogni gotici» | Rolling Stone Italia
Caos e creazione

Lady Gaga: «‘Mayhem’ è un ritorno ai sogni gotici»

La popstar racconta lo spirito del nuovo album («Resilienza nel caos») e la ricomposizione della sua identità. «Era come se interpretassi due persone diverse, Gaga e Stefani. Ora mi sento me stessa»

Lady Gaga: «‘Mayhem’ è un ritorno ai sogni gotici»

Lady Gaga

Foto: Frank Lebon

Quando Lady Gaga ha iniziato a lavorare a Mayhem ha sentito il richiamo della stessa energia oscura e sinistra dei primi due dischi The Fame Monster e Born This Way. «È stato molto potente. Forse nei miei ultimi quattro album me ne sono allontanata e ho provato a fare cose diverse, ma questo disco segna un ritorno a quei sogni gotici».

Nelle canzoni di Mayhem Gaga torna all’estetica e ai suoni inquietanti di cui i fan si sono innamorati quando, a inizio carriera, ingoiava rosari e posava coi cadaveri. Lo si è capito dai testi e dai video dei singoli che hanno preceduto l’album Abracadabra e Disease, che però hanno mostrato anche una Gaga più raffinata grazie all’esperienza maturata in 16 anni di carriera, con 14 Grammy vinti e sette album pubblicati.

«Volevo tornare su un sentiero conosciuto, ma anche aprirne uno nuovo e non è facile», dice a proposito di Mayhem. «Se nel disco ci sono momenti tipo “questa mi ricorda qualcosa” è perché ho un mio stile, ma mi sono sforzata musicalmente di spingermi in un territorio nuovo».

Il pezzo più audace, dice, è Killah, un funk industrial con Gesaffelstein. Verso la fine dell’album arriva Blade of Grass, una canzone d’amore dark che parla della proposta di matrimonio fatta dal suo fidanzato Michael Polansky. E c’è anche un ricordo del compianto Rick Genest, detto anche Zombie Boy, il modello di Born This Way.

Struccata, coi capelli raccolti e rannicchiata sotto una coperta, Gaga ci ha parlato delle sue insicurezze e del motivo per cui Mayhem parla di resilienza nel caos.

Lady Gaga - Abracadabra (Official Music Video)

Complimenti per Mayhem. C’è una canzone dell’album che ti ha costretta a uscire dalla tua comfort zone?
Forse Killah. Mi piace com’è prodotta, lì c’è l’unico strumento vero di tutto il disco, una chitarra. Ha un’atmosfera e un groove diversi da tutto quello che ho fatto in passato. E poi la verità è che io non sono sempre così sicura di me stessa. Posso essere estremamente insicura, ma lì è come se avessi toccato il picco massimo di fiducia in me stessa. Fa parte dell’arco narrativo di Mayhem, che è tipo il racconto di una nottata passata in giro e Killah il momento in cui ti senti al meglio.

Rick Genest ha ispirato il titolo di una canzone. Che riposi in pace. Parlami di Zombieboy.
Rick era un tipo affascinante. Mentre lavoravo alla canzone, che in fondo è una grande celebrazione, mi è venuta in mente quella parola. Il brano parla di quel momento della notte in cui tu e i tuoi amici vi rendete conto che il giorno dopo vi sveglierete con un hangover mostruoso per quanto vi siete divertiti e quindi parla del sentirsi uno zombie al mattino, ma è stato ispirato anche da lui.

In un’intervista che hai rilasciato a Rolling nel 2010 parlavi della realizzazione di Born This Way paragonandola alla preparazione di una torta con della gelatina amara. Dicevi che «il messaggio ora è più amaro di prima, perché più dolce è la torta e più amara deve essere la gelatina». E Mayhem com’è, da questo punto di vista?
È una analogia che ha senso anche oggi visto che alla base del disco c’è qualcosa di oscuro, le canzoni sono legate da un filo di disagio, da qualcosa di difficile da affrontare. Born This Way era incentrato sull’idea di giustizia sociale, mentre Mayhem secondo me parla di resilienza, ma anche di caos, della necessità di essere resilienti in mezzo al caos. In questo album c’è qualcosa di più aspro, cosa che forse non ho fatto in alcuni dei miei dischi precedenti.

Hai detto che il disco riflette chi sei tu oggi. Come descriveresti la Lady Gaga del 2025?
Calata nella sua arte. Più rilassata, più a suo agio. Con una personalità ricomposta. Sono Gaga e Stefani allo stesso tempo ed è una sensazione nuova. Prima mi sentivo sempre come se stessi interpretando due ruoli distinti e questa cosa mi metteva in crisi. Ora mi sento me stessa. L’altro giorno sono andata nel bar di New York dove mi mettevo a scrivere musica sui tovagliolini quando avevo 19 o 20 anni. So che ero troppo giovane per stare in un bar, ma era così. Le volte in cui ci sono tornata in passato mi faceva sentire e lontana dalla mia cerchia di amici e da quel che avevo costruito lì dentro. Mi sembrava fosse passata una vita intera. Invece questa settimana ci sono andata e mi sono sentita serena come non mi capitava da tempo ed è stato molto bello. È stato bello essere lì. Mi sento me stessa quando mi sento realizzata a livello creativo.

Magari anche per l’idea di ritrovare un po’ di quello che eri una volta.
Certo. E anche il fatto di avere una vita piena. Ho una vita appagante col mio compagno e la mia famiglia. Tutte queste cose hanno reso positivo il ritorno in quel posto, non mi sono sentita come se venissi da un altro mondo.

Lady Gaga - Blade Of Grass (Official Audio)

L’album si chiude con due canzoni d’amore: Blade of Grass e Die With a Smile. È una specie di lieto fine.
Sì. La prima delle due canzoni d’amore, Blade of Grass, è più inquietante e tesa. L’ho scritta dopo che Michael m’ha chiesto di sposarlo. È il ricordo di noi due, in piedi nel giardino di casa, con lui mi domanda: «Cosa devo fare per chiederti di sposarmi?». E io: «Puoi semplicemente avvolgermi un filo d’erba attorno al dito, in giardino, e ti dirò di sì». Ma in quel giardino, nella nostra casa, sono successe tante altre cose. Ero perseguitata dai ricordi del passato, dalla perdita degli amici e di una persona cara che si è sposata nel mio giardino ed è poi morta di cancro. Quindi riflettevo sul fatto che questo momento felice, questa cosa bella che mi stava succedendo, stava accadendo in un luogo che evoca ricordi agrodolci. Ecco perché è un brano inquietante, teso, con accordi sinistri. Al contrario di Die With a Smile che è piena di speranza, sognante e classica: ed è lì che finisce il caos. Il bello dell’album sta nel fatto che il caos non va avanti per sempre. Finisce.

Da Rolling Stone US.

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