Quando i Metallica hanno semplificato il sound per il monumentale Black Album, Lars Ulrich s’è ispirato a due batteristi in particolare: Phil Rudd degli AC/DC e Charlie Watts dei Rolling Stones. La morte di quest’ultimo l’ha scosso e intristito.
«Mi colpisce per più motivi», spiega a Rolling Stone. «Essendo fan degli Stones, la vivo come la fine di un’epoca all’interno della band, essendo lui l’unico batterista che ha mai inciso con loro. Era una parte importante del loro sound, un parte sottovalutata. Siccome i riflettori erano per Mick e Keith, la gente ha sottovalutato Charlie. È una perdita enorme».
Per Ulrich, gli Stones sono sempre stati un punto di riferimento in quanto band che non ha mai smesso di crescere e che ha avuto una carriera lunga decenni. «Non hanno certo bisogno di soldi o visibilità. Se vanno avanti è perché amano quel che fanno. E in questa cosa noi Metallica ci siamo sempre identificati».
«Il trascinatore è sempre stato Charlie», continua Ulrich. «Prendeva le canzoni e dava loro lo swing, le rendeva più cazzute, imprimeva quell’andamento, quel passo. Farlo a 70 anni inoltrati è stata una formidabile affermazione di vitalità. Noi Metallica abbiamo 20, 25 anni di meno, ma il suo esempio mi ha dato speranza nella possibilità che anche per noi col tempo continuino la musica, i concerti, il rapporto coi fan, i rapporti interni alla band. Da questo punto di vista, è una piramide e in vetta ci sono loro, e come batterista in vetta c’era Charlie. Ok, ci sono batteristi jazz incredibili che hanno continuato oltre gli 80 anni, ma in campo rock’n’roll nessuno è andato avanti quanto Charlie. In cima alla piramide c’è lui».
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Ulrich ha continuato ad apprendere cose su Watts anche nella settimana appena trascorsa, guardando video della band dal vivo. «Mi è capitato di vedere un paio di estratti dall’ultimo concerto a Miami e c’è Mick Jagger che si dimena. E a quale ritmo si muove? Ovviamente a quello di Charlie. La gente pensa “sto ballando con Mick Jagger” quando invece sta ballando con Charlie. Senza Charlie Watts, non ci sarebbero mai state le mosse di Mick Jagger».
Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.