Tove Lo è cresciuta in un sobborgo posh di Stoccolma, andando a cavallo, facendo ginnastica e passando le vacanze con i suoi amici nelle loro seconde case per l’estate.
Un’infanzia idilliaca, almeno in apparenza. «Mi ricordo che avevo sempre questa tristezza dentro di me», dice Lo, nata con il nome di Ebba Tove Elsa Nilsson, da madre psicologa e padre imprenditore, «ma non era esattamente qualcosa di cui parlavamo in casa».
Lo è diventata la confidente musicale per i cool kid di oggi, grazie alla sua capacità, molto svedese, di trasformare dei mal di pancia in splendenti ritornelli pop, che spesso parlano senza problemi di sesso e droghe. Nella sua prima hit di successo, Habits (Stay High) del 2014, si vantava di frequentare dei night club, di rimorchiare “daddies at the playground” e di sbronzarsi per allontanare la tristezza per il mancato amore. Il suo nuovo album, Lady Wood, mescola l’empowerment delle donne – il titolo, ha detto, parla di «rivendicare l’erezione femminile» – con canzoni che scavano ancora più a fondo nei momenti più tristi. Le tracce più personali, tra cui Imaginary Friend, fanno riferimento proprio a quella gioventù, apparentemente perfetta. «Quando ero una bambina mi piaceva giocare da sola», dice. «Avevo un amico immaginario e, ogni volta che volevo fare qualcosa ma non ne avevo il coraggio, saltava fuori e mi diceva: “Fallo! Fallo!”».
Da adolescente, Lo ha frequentato la versione svedese della scuola di Saranno Famosi, il Rytmus Musikergymnasiet, tra lo sconcerto dei suoi genitori. «Non pensavano riuscissi a entrare, ma quando ce l’ho fatta, hanno visto quanto ero felice e mi hanno dato il permesso di frequentarlo», ricorda. Al Rytmus, ha conosciuto i suoi migliori amici, tra cui Caroline Hjelt del duo macina hit Icona Pop. Pochi anni dopo, la brutta fine di una storia l’ha aiutata a trovare la sua voce come cantautrice. «Ha fatto nascere una nuova parte di me», dice. «Mi sono ritrovata a capire che nessuno può dirti che qualcosa è sbagliato, se dimostri di essere te stessa».
Tove Lo ha iniziato a scrivere canzoni per gruppi come le Icona Pop ed è riuscita a entrare nel collettivo di produzione di Max Martin, i Wolf Cousins, con il quale ha conquistato una nomination ai Grammy per Love Me Like You Do di Ellie Goulding.
Mentre lavorava a Lady Wood, Lo si è mossa tra la Svezia, dove vive ancora, e altre location, tra cui il Nicaragua. «Lavoravamo tutto il giorno e poi partivamo per una gita in catamarano, al tramonto. Ballavamo sulla barca e bevevamo dei mai tai», racconta. «Eravamo tutti un po’ fatti, guardavamo i delfini che nuotavano attorno a noi. Da lì sono saltate fuori tutte le idee».
Anche se continua a parlare di sballarsi, la scrittura, oltre alle sostanze, è diventata la sua terapia. «A volte il miglior modo di superare qualcosa è riviverlo e stare di merda ancora per un po’», dice. «Questo è quello che ho capito».