Ci sono dei momenti nella storia dei videogame in cui un titolo sbuca dal nulla e riesce a diventare – a breve giro – una pietra miliare di riferimento per l’industria. Nel 2015 succede con il primo titolo della saga Life is Strange, un’avventura grafica in cinque episodi, un successo da oltre tre milioni di copie acclamato in modo unanime dalla critica di settore per il suo storytelling e la capacità di addentrarsi in argomenti complicati e spinosi come il (cyber)bullismo, gli abusi, il revenge porn, l’eutanasia, oltre a tematiche più strettamente giovanili (la protagonista, Max, è un’adolescente) come la paura del rifiuto, l’accettazione di sé, il rapporto con i coetanei.
Il gameplay di Life is Strange si sviluppa come un’avventura immersiva in terza persona in cui il giocatore è chiamato a continue scelte che – eventualmente – plasmeranno la trama della storia verso svariati possibili finali. Questa costruzione a bivi (recuperata in seguito, ad esempio, da un progetto visivo interattivo come Black Mirror: Bandersnatch) diventa la chiave che lega emotivamente il giocatore alla storia, tanto da garantire alla saga un successo duraturo anche nei titoli successivi come il prequel Life is Strange: Before the Storm, lo spin-off Le fantastiche avventure di Captain Spirit e Life is Strange 2.
Life is Strange però non colpisce solamente per le sue scelte narrative ed estetiche, ma anche per la particolare attenzione e cura al mood musicale («È il 50% dell’esperienza», dirà uno dei primi produttori, Jean-Maxime Moris), con colonne sonore formate da brani originali e editi di artisti come José González, Bloc Party, Sufjan Stevens, Mogwai, The Streets, Bright Eyes, Gorillaz, Justice, Sparklehorse.
«Le colonne sonore di Life is Strange sono pazzesche per come riescono a seguire la narrativa del gioco. Mi viene in mente una scena di Life is Strange 1, quando la protagonista, Max, è sull’autobus e in sottofondo sta suonando Crosses di José Gonzales. È una canzone magnifica e ha quel senso di melanconia che funziona perfettamente in quel momento della storia dove la protagonista sta provando a capire cosa fare della propria vita. Adoro quel momento perché è come guardare un film», ci racconta mxmtoon, musicista sino-americana scelta come voce-cantante di Alex Chen, la protagonista del nuovo capitolo della saga Life is Strange: True Colors, in uscita il 10 settembre (per la prima volta come opera completa e non a capitoli) per Square Enix su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X|S, PC Steam e Google Stadia.
Life is Strange: True Colors è realizzato da Deck Nine Games (che aveva già firmato il prequel Life is Strange: Before the Storm) e segue le vicende di Alex Chen, una ragazza americana di origini cinesi che nasconde un potere sovrannaturale, la capacità di percepire, assorbire e manipolare le emozioni più intense delle altre persone. «Sono una gamer e penso di aver giocato praticamente ad ogni gioco esistente! Gioco a Life is Strange da quando è uscito e in passato ne ho anche streammato su Twich. È stato pazzesco che mi abbiano scelto per la singing voice di Alex. il gioco è pazzesco per come è capace di unire narrativa, giocabilità e colonne sonore bellissime», ci spiega mxmtoon sorridendo. Cresciuta con l’idea di diventare una YouTuber, Maia (così all’anagrafe) si è invece ritrovata catapultata dalla sua cameretta al successo mondiale grazie a qualche brano pubblicato su Soundcloud divenuto virale in pochissimo tempo. I suoi numeri sono strabilianti e, non a caso, quando si è potuti tornare ai live, l’abbiamo ritrovata sul cartellone di uno dei festival statunitensi più prestigiosi, il Lollapalooza. «Ricordo quando ho dovuto dire ai miei genitori cosa stava succedendo. Un giorno sono entrata in cucina e ho semplicemente detto ‘mamma, papà, dovreste sapere che ho iniziato a far musica e le cose stanno andando così bene che ora sono fuori dal mio controllo e non posso più nascondervelo!».
Per Life is Strange: True Colors, però, mxmtoon ha dovuto affrontare un’impresa complicata per ogni musicista, coverizzare uno dei brani più rappresentativi degli ultimi trent’anni, Creep dei Radiohead. «Il team di Life is Strange mi ha chiesto di fare una cover di Creep perché Alex la canta all’interno del gioco. Quando mi ci sono approcciata mi sono dovuto chiedere come affrontare una canzone così iconica rendendola fresca e, in qualche modo, mia. Se una canzone parla di vulnerabilità, di antagonismo, questa è proprio Creep e penso che sia questo il motivo per cui molte persone ci si affezionano da teenager. Ha quindi molto senso che Alex, nel gioco, si trovi a cantarla per spiegare le proprie emozioni. Che dire, io ci ho provato e spero che possa piacere!».
È proprio questo racconto della vulnerabilità (adolescenziale e non), uno dei punti cardine più apprezzati di Life is Strange che, da subito, si è posto come un gioco in grado di scardinare una serie di tabù identitari, personali, sociali attraverso un sincero racconto delle emozioni. «Mi sento davvero vicino a Alex, ci assomigliamo anche! Ma oltre all’aspetto fisico, condivido con lei due tratti fondamentali della mia identità come persona: essere di origine cinese ed essere queer. C’è molto potere nell’essere rappresentati. Il fatto che io possa sentirmi così vicina ad un personaggio come Alex significa che altre persone possono sentirsi finalmente rappresentate; questo è fondamentale. Il potere di Life is Strange è la capacità di raccontare storie straordinarie con personaggi e con cui puoi creare un legame. Nella trama non vengono rappresentate cose gigantesche come la guerra, ma piccoli momenti di vita, la bellezza e l’emotività di storie che devono essere raccontate. Sentire queste storie ci può aiutare ad entrare in empatia con persone differenti da noi per personalità e background, e questo è potentissimo».
Ci aspettiamo quindi grandi cose da Life is Strange: True Colors. Ci aspettiamo molto dalla sua colonna sonora che, oltre a mxmtoon, ospita Phoebe Bridgers, Bonobo, Rhye, Metronomy, Kings of Leon e brani originali di Angus & Julia Stone, ci aspettiamo moltissimo da questo racconto queer e ci aspettiamo soprattutto di vedere come l’empatia, una caratteristica spesso tralasciata di questi tempi, possa tornare ad essere il superpotere necessario per costruire un mondo più umano.