Alcuni aspiranti rapper producono dei mixtape; altri caricano demo su SoundCloud. Lil Yachty – una delle giovani star più idiosincratiche dell’hip hop – ha percorso una strada diversa, ipercontemporanea: ha puntato tutto su Instagram. «Non ero davvero concentrato sulla musica», dice il 19enne, nato ad Atlanta. «Ero più orientato alla moda su Internet». Poco più di un anno fa, Yachty (vero nome Miles Parks McCollum) si è dato un nickname nautico e un look molto distintivo, composto per la maggior parte da abbigliamento marittimo vintage, preso su «eBay, Etsy, mercatini vari e negozi dell’usato», dice. Poi, ha passato un’estate intera a New York, vivendo a casa di un amico e ingraziandosi i suoi eroi dello street-fashion, come Luka Sabbat, che conta quasi 300mila follower su Instagram. «È uno dei cool kids che vengono ascoltati da tutti i ragazzini», dice Yachty: «È stato strategico. Mi hanno aiutato a farmi un nome».
Poco dopo, Yachty ha iniziato ad avere lui stesso un seguito. Ha iniziato a scommettere su una carriera musicale, auto-producendosi pezzi accattivanti, intenzionalmente spogli, e accompagnati da una cantilena amatoriale, dai toni spacconi e volgari. La Capitol Records l’ha messo sotto contratto; Kanye l’ha invitato a collaborare con lui in studio (e gli ha chiesto di fare da modello per la sua linea di abbigliamento); Chance the Rapper l’ha voluto sul suo Coloring Book e Drake ha trasmesso una delle canzoni più belle e strambe di Yachty, Minnesota, nel programma che presenta su Beats1.
Nonostante questi grandi nomi, Yachty non si prende troppo sul serio. Definisce il suo stile «bubble-gum trap: ho campionato delle cose da Super Mario, da Charlie Brown, dalla sigla dei Rugrats, dalla musica che senti quando accendi il GameCube», spiega. In linea con il suo pensiero strategico, sostiene che il suo approccio artistico sia non premeditato; ha registrato il singolo di debutto, 1 Night, «nel garage di un mio amico». Su Minnesota, parla del suo telefono a conchiglia, delle sue New Balance e del suo avvocato. Ispirate da genialoidi come Lil B e Soulja Boy, le sue rime vanno su e giù dal beat, come dei canotti in mezzo al mare. «Ho il mio flow», dice. «L’unico mio verso che funziona davvero era in Mixtape, una canzone di Chance the Rapper, e ci ho messo 45 minuti a farlo, perché volevo essere preciso».
Anche quando era più giovane, dice, ha sempre avuto stile. «Indossavo sempre vestiti colorati e anche i miei capelli lo erano. Mio fratello più grande era un delinquente, spacciava, e mi ha messo sempre in grande imbarazzo». Yachty è stato arrestato da giovane, prima di essere famoso, per una truffa legata a delle carte di credito, ma dice che quelle accuse sono state cancellate. Ora, sostiene di essere concentrato sulla positività: il suo prossimo album non includerà le ridicole minacce che faceva nelle prime tracce: «Quelle erano delle chiacchiere. Non influenzo in modo negativo i giovani. Faccio delle collette alimentari ai miei show», dice, «sono 100% solare».